Le origini di Hannah
Per la gioia delle ragazzine di tutto il mondo, e non solo di quello a stelle e strisce, arriva sul grande schermo Hannah Montana: Il film, la favola Disney che ravviva i sogni dell'età più adatta a farli. La beniamina dal visino acqua e sapone e dai grandi occhioni chiari che sul palco diventa una piccola star del pop conferma il suo talento di attrice e showgirl e rivela che il personaggio che le sta portando tanta fortuna non è poi così diverso da se stessa. Quando l'attrice e il personaggio si fondono! Come la storia di Kyoko Fukada, idolatrata in Giappone e ritrovata nel film Dolls di Takeshi Kitano, quella di Miley, per le fan Hannah


Quando la situazione rischia di precipitare papà Robby Ray ci pensa: mentendo alla figlia sul prossimo spettacolo, la catapulta a sua insaputa nel loro luogo di origine, il Tennessee, tra le campagne, i cavalli, i mercatini per raccogliere i fondi contro l'urbanizzazione denaturalizzante del posto.
Miley proverà a riconciliarsi con le sue radici e sostituirà la voce di Hannah per dar retta al cuore, suo e del suo pubblico.
La Walt Disney Pictures raccoglie il successo enorme della serie televisiva Hannah Montana, che ha scatenato tra le teenager una mania senza precedenti, e mostra le origini mai raccontate prima del fenomeno che da tre anni impazza davanti ai piccoli schermi e nelle platee della tournée sold out. Lo sceneggiatore Daniel Berendsen riesce così a non abusare di temi già utilizzati nella serie né a trasformare il film in una sorta di suo spin off, ma elaborano una storia che arricchisce la conoscenza degli aficionado e incuriosisce i profani. La loro strategia tematica porta su due binari paralleli la protagonista e il pubblico nel senso comune della scoperta: mentre Hannah si riscopre la ragazzina che ha ancora bisogno di tornare nel mondo reale, lo sguardo al di là dello schermo segue il suo percorso e scopre le sue radici. Nello spazio intermedio tra la vita normale e quella della popstar c'è una dimensione che questa pellicola tenta di recuperare: i sogni. Hannah canta all'inizio del film "chiunque può essere una rockstar" e il messaggio arriva dritto, e quasi demagogico, alla morale collettiva che più tardi s'incanterà davanti all'immagine idilliaca della campagna lontana dalla California. La tradizione Disney viene conservata, e di fronte agli imponenti film in 3D verrebbe da dire preservata, con il suo stile formato family e le sue visioni bambagiate come lo zucchero filato rosa che vediamo tra le mani dell'agente della cantante nell'ultima sequenza. I toni con cui il regista di Serendipity (Peter Chelsom) mette in scena le controverse dinamiche padre-figlia (l'attore Billy Ray Circus sembra riportarci indietro nel tempo col suo volto genuino che ricorda quello del Michael Landon de La casa nella prateria), le difficili relazioni d'amicizia e i primi dolci innamoramenti sono in equilibrio perfetto con i motivi musicali che edulcorano il film: popolari, semplici e onesti, mai volgari né grossolani. Il quadretto familiare, tra una serie di allegre gag, di episodi romantici e

Come il Funky Chicken, che gli italiani non potranno non associare ingenuamente al motivetto di Zucchero, la storia di Miley/Hannah, interpretata dalla country girl Miley Circus, è una favoletta moderna in cui il sentimentalismo non è languido perché la goffaggine ne permette perfino degli sviluppi, e delle reazioni, non troppo seriosi.