Se è vero che le serie TV sono la nuova forma-romanzo del XXI secolo è vero anche che spesso e volentieri i nostri personaggi preferiti del piccolo schermo sono le trasposizioni tridimensionali di altrettanti personaggi nati dalla penna di un romanziere, tra le pagine di una biografia o, ancora, di un'intera saga letteraria. Proprio lo scorso 15 febbraio (non a caso il President's Day) ha esordito in America, sulla piattaforma online Hulu, la miniserie 22.11.63, co-prodotta dalla Bad Robot di J.J. Abrams e dalla Warner Bros. Productions, tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King (anche produttore esecutivo). Il leggendario scrittore che ha legato il suo nome alla fantascienza e all'horror, e il cui lavoro è stato più volte portato sul grande e piccolo schermo con adattamenti riusciti ed altri meno fortunati, aggiunge così un nuovo titolo alla lunghissima lista di opere trasposte dai suoi lavori. Inizialmente nato per essere un film diretto da Jonathan Demme, 22.11.63, con l'episodio The Rabbit Hole, diretto da Kevin Macdonald (State of Play, Black Sea), si attesta, in ordine di tempo (e in attesa dei titoli che faranno il loro debutto in tv nei prossimi mesi), come l'ultima serie ispirata ad un lavoro di finzione letteraria.
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Al centro della storia Jake Epping (James Franco), insegnante fresco di divorzio di una cittadina del Maine, che si ritroverà a viaggiare nel tempo - grazie ad un portale spazio-temporale - fino al 1960. L'obiettivo è quello di impedire l'omicidio di John F. Kennedy, avvenuto a bordo della limousine presidenziale che attraversa la Dealey Plaza di Dallas proprio il 22 novembre del 1963, quando il rosa confetto del vestito della First Lady, Jacqueline Kennedy, venne sporcato dal rosso sangue degli spari che macchiarono indissolubilmente anche il sogno americano.
Ma, come accennavamo, la miniserie targata Hulu è in buona compagnia e prosegue una "tradizione" sdoganata già dalla fine degli anni '90 dalla HBO, quando Carrie Bradshaw e la sua rubrica Sex and the City rivoluzionarono il ruolo della donna sul piccolo schermo partendo dall'omonimo romanzo (che dà anche il nome alla fortunata serie) scritto da Candance Bushnell. Negli anni successivi molti altri progetti televisivi sono stati ispirati, con risultati più o meno convincenti, da personaggi, epoche o avvenimenti narrati nelle pagine di un libro. Una pratica spesso usata e abusata dal grande schermo che ha trovato terreno fertile anche per le sceneggiature di prodotti di stampo seriale. Ripercorriamo dunque quali sono stati, quali sono e quali saranno i titoli adattati per il formato tv.
Romanzi ottocenteschi, politici o di finzione
A dimostrazione del fatto che l'ispirazione può arrivare da qualsiasi genere o epoca questo focus unisce alcune delle serie più popolari degli ultimi quindici anni. Da Sherlock, trasposizione della BBC, ambientata ai giorni nostri, dei romanzi e racconti di Sir Arthur Conan Doyle dedicati al celebre consulente detective del 221B di Baker Street interpretato da Benedict Cumberbatch all'adattamento del romanzo, La mano sinistra di Dio, di Jeff Lidsay che ha ispirato la prima stagione di Dexter, la serie di Showtime dedicata al tecnico della polizia scientifica di Miami che dietro vetrini ed analisi nascondeva la sua vera natura di serial killer dal codice etico integerrimo. Ad unirsi al club troviamo Longmire, la serie, ora prodotta da Netflix dopo la cancellazione decretata da A&E, basata sulla collana di libri, Walt Longmire Mysteries, firmata da Craig Johnson ed incentrata sulle indagini dello sceriffo vedovo della Contea di Absaroka interpretato da Robert Taylor. E per finire, come non citare la fiction prodotta da Sky e diretta da Stefano Sollima che ha visto il Freddo, il Libanese e il Dandy del Romanzo Criminale di Giancarlo De Cataldo trasformarsi nei protagonisti di uno dei prodotti televisivi italiani di maggiore qualità di questi anni, raccontando attraverso le loro gesta criminali la storia del nostro Paese dal 1977 al 1992.
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Ma è inutile girarci ancora attorno, lo sappiamo tutti che l'adattamento degli adattamenti tratto da un romanzo risponde al nome di House of Cards, la serie di Netflix che prende le mosse dalla minisere inglese delle BBC del 1990 a sua volta basata sul romanzo omonimo di Michael Dobbs pubblicato l'anno precedente. Il drammaturgo Beau Willimon chiamato a prendersi carico della sceneggiatura della serie è riuscito ha dare vita ad uno dei prodotti pensati per il piccolo schermo più sfacciatamente riuscito di questa prima metà degli anni 2000. Lo spregiudicato e opportunista Frank Underwood (Kevin Spacey) e la sua scalata al potere fino a quei due colpi dati alla scrivania dello Studio Ovale a conclusione della seconda stagione rappresentano, senza dubbio, una delle vette della serialità americana tratta o meno da un romanzo.
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Guilty pleasure, vampiri e teen drama
Mr Big o Aiden? Se la sottoscritta non ha dubbi (Team Aiden) sono in molte le spettatrici che ne corso delle sei stagioni di Sex and the City hanno sofferto gioie e dolori delle relazioni di Carrie Bradshow (Sarah Jessica Parker), la protagonista dell'omonimo romanzo di Candace Bushnell adattato da Darren Star per la HBO. Ambientata nella New York cosmopolita a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000, la serie con al centro Charlotte(Kristin Davis), Miranda (Cynthia Nixon), Carrie e Samantha (Kim Cattrall), è stato, potremmo azzardare, l'equivalente moderno de L'educazione sentimentale di Gustav Flaubert, tra amori sofferti, relazioni passionali e una sana dose di (auto)ironia con la quale un'elevata fetta di pubblico femminile si è immedesimata.
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Il 2008 segna il contemporaneo inizio di altre due serie con un forte seguito: True Blood e Gossip Girl. La prima è basata sul ciclo di romanzi scritti da Charlaine Harris, e racconta l'amore tra la cameriera con capacità telepatiche, Sookie Stackhouse (Anna Paquin), e il vampiro Bill Compton (Stephen Moyer), in un contesto che permette, grazie all'invenzione farmaceutica del sangue sintetico True Blood, una, relativamente, serena convivenza tra umani e vampiri.
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Con Gossip Girl, invece, le vette del guilty pleasure hanno toccato picchi altissimi attraverso il teen drama ispirato agli omonimi romanzi di Cecily von Ziegsar nei quali l'autrice dà vita ad una serie di psicodrammi griffati, tra i corridoi di un collegio esclusivo dell'Upper East Side e appartamenti lussuosi, di un nutrito gruppo di adolescenti giovani, carini e... ricchissimi. Il 2009 è stato l'anno di The Vampire Diaries, la serie basata sui libri di L.J. Smith e ambientata a Mystic Falls, in Virginia, dove la naturale quotidianità della provincia americana viene improvvisamente sconvolta dall'arrivo dei liceali ultracentenari Stefan e Damon Salvatore (Paul Wesley e Ian Somerhalder), coppia di fratelli vampiri che, tra streghe, licantropi e altri vampiri, si contenderanno l'amore della giovane Elena Gilbert (Nina Dobrev).
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Universi fantastici
A metà strada tra il guilty pleasure e il fantascientifico troviamo Under the Dome, basata sul romanzo di Stephen King (produttore esecutivo con Steven Spielberg) e creata da Brian K. Vaughan. La serie vede i cittadini della fittizia Chester's Mill, nel Maine, intrappolati sotto un'enorme cupola trasparente ed impenetrabile e della quale ignorano le ragioni dell'improvvisa comparsa che li ha tagliati fuori dal mondo. Seguono Outlander, serie creata da Ronald D. Moore ed ispirata al ciclo di romanzi storico-fantascientifico, la saga di Claire Randall, scritti da Diana Gabaldon ed incentrati sul viaggio indietro nel tempo dell'infermiera Claire (Ciatriona Balfe) dal 1945 fino al 1743, e Shadowhunters, adattamento della saga letteraria The Mortal Instruments di Cassandra Clare con la quale l'autrice firma un urban fantasy ambientato nella New York contemporanea.
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Altro autore prolifico e al quale spesso Hollywood ha attinto per le sceneggiature tratte dai suoi romanzi e racconti è Philip K. Dick. Il celebre scrittore statunitense è la firma dalla quale ha tratto ispirazione Max Borenstein per Minority Report, la serie della Fox ambientata nella Washington del 2065, e Frank Spotnitz per The Man in the High Castle, la serie di Amazon tratta da La svastica sul sole e ambientata in un universo storico alternativo nel quale le Potenze dell'Asse hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e gli Stati Uniti come li conosciamo non esistono più.
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Last but not least: Il trono di spade. La serie della HBO che, insieme a Breaking Bad, ha riscritto le regole del fandom mondiale è il seguitissimo adattamento del ciclo di romanzi, Cronache del ghiaccio e del fuoco, di George R.R. Martin ambientati un un universo fantastico fatto di scontri, violenza, alleanze, draghi e creature fantastiche con protagonisti due continenti in contrasto che si contendono il Trono di Spade dei Sette Regni.
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Storie vere, romanzate
Tra le varie trasposizioni non potevano poi mancare titoli ispirati a biografie o memoir "romanzati" per il piccolo schermo. È il caso di Orange Is the New Black, la serie di Netflix tutta al femminile ideata da Jenji Kohan e adattata a partire dalle memorie di Piper Kerman relative al suo anno in una prigione statunitense per un crimine commesso anni prima. Da poco rinnovata per altre tre stagioni, la serie, inizialmente ancorata alla storia della waps Piper Chapman (Taylor Schilling), costretta a lasciare la sua idilliaca vita newyorchese per scontare una pena detentiva tra le mura del Litchfield, si è rapidamente trasformata in un'affresco corale tragicomico focalizzato su più detenute.
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Sempre nel 2013 è stato il turno del debutto di Masters of Sex, la serie creata da Michelle Ashford per Showtime e ispirata alla biografia scritta da Thomas Maier sulla coppia William Masters (Michael Sheen)/ Virginia Johnson (Lizzy Caplan), rispettivamente primario di ginecologia e segretaria/assistente poi compagna, che ha rivoluzionato e scandalizzato l'America con i loro studi sul sesso.
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Ultima in ordine temporale troviamo un'altra serie prodotta da Amazon Studios: Mozart in the Jungle. Fresca vincitrice del Golden Globe come migliore serie commedia o musicale, Mozart in the Jungle, prende le mosse dal memoir dell'oboista Blair Tindall che racconta la sue diretta esperienza nel dietro le quinte di una grande orchestra, tra gelosie, amori, droghe e sesso. Ideata da Roman Coppola, Jason Schwartzman e Alex Timbers, la serie vede al centro della storia l'eclettico quanto geniale Maestro Rodrigo De Souza (Gael García Bernal) e la sua assistente/amata Hailey (Lola Kirke), tra sinfonie classiche e personaggi irresistibili.
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...le serie che verranno
E visto il successo del binomio romanzo/serie preparatevi per aggiungere alla vostra watchlist altri titoli che andranno a soddisfare i gusti di un pubblico molto variegato. Il prossimo 20 aprile arriverà su Sky Atlantic, The Night Manager, la miniserie dai contorni da spy story diretta da Susanne Bier e tratta dal romanzo del '93 firmato da John Le Carré con protagonisti Tom Hiddleston, Hugh Laurie e Olivia Colman. Presentata all'ultima edizione del Festival di Berlino, The Night Manager, oltre a rappresentare il ritorno in grande stile di Hiddleston sul piccolo schermo, si attesta come una produzione televisiva dal forte respiro cinematografico sottolineato dalla capacità di creare una narrazione fluida, non prettamente episodica.
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Lo scorso 2 marzo, distribuita da SundanceTv, ha debuttato, invece, negli Stati Uniti Hap and Leonard, la serie scritta da Nick Damici e Jim Mickle partendo dall'omonima serie di romanzi di Joe R. Lansdale dedicata alla coppia di migliori amici dediti a risolvere crimini nella fittizia cittadina texana di LaBorde. Solo annunciate, invece, altre due trasposizioni: L'amica geniale di Elena Ferrante e A Series of Unfortunate Events di Lemony Snicket. Il romanzo della misteriosa scrittrice partenopea che ha fatto breccia nel cuore degli americani raccontando la storia di Lila e Lenù, due amiche della Napoli degli anni '50, diventerà The Neapolitain Novels, una serie suddivisa in quattro stagioni (per trentadue episodi) che vedranno l'autrice protagonista anche della stesura dei copioni. Già portato al cinema nel 2004 da Brad Silberling con Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi, è stato recentemente annunciato che il ciclo di romanzi scritti sotto pseudonimo da Daniel Handler diventerà una serie targata Netflix con Neil Patrick Harris nei panni del maligno Conte Olaf.