A ben cinque anni di distanza dall'ultima opera che lo ha visto sia attore che regista di se stesso, Un altro mondo, Silvio Muccino torna sul grande schermo con un film dal plot e dai toni che ricordano in qualche modo i lavori "psicologichi" di Carlo Verdone. La storia è quella di un coach motivazionale, Giovanni Canton, che in sei mesi - e con data di scadenza San Valentino - dovrà cambiare le vite di ben tre persone ritrovandosi, alla fine del percorso, a modificare anche la sua di esistenza. Scritto a quattro mani con l'ormai inseparabile co-autrice Carla Vangelista, Le leggi del desiderio è una commedia italiana che ricalca nelle sue storyline temi di forte attualità.
Come una romcom anni '50
"Penso che Le leggi del desiderio sia innanzitutto un film romantico, che ha nel cuore le dinamiche delle commedie romantiche americane anni '50, è un film fatto di sentimenti però è anche un film che mi offriva la possibilità di fotografare l'Italia di oggi" è in questo modo che Muccino descrive la sua ultima fatica che però, come ama sottolineare, non è solamente un lavoro leggero e disimpegnato, anzi. "In un momento di crisi come questo il desiderio è diventato ancora più importante perché la vita ci crea ancora più insoddisfazioni e su questo terreno sono nati i life coach, che sono una figura assolutamente contemporanea" ammette il regista.
L'ottimismo, il sale della vita, del film e dei life coach
Le leggi del desiderio nonostante le "sgarrupate" vite di coloro che si rivolgono al coach Muccino/Canton è, a detta dello stesso cineasta, un film estremamente ottimista. Il protagonista della pellicola spinge i suoi "adepti" a realizzare i loro desideri ma alla fine si ritrova a essere lui stesso curato proprio dalle fragilità di chi aveva fino a poco prima paura di non potercela fare da solo. Per scrivere il suo lungometraggio Silvio Muccino racconta di aver studiato molto la figura, quasi mitologica e molto americana, del life coach e alla fine delle sue ricerche ha capito che "nel bene e nel male sono persone figlie di questa crisi ma si ritrovano a promuovere la speranza".
Un grande ritorno
Cinque anni d'assenza sono tanti soprattutto per un regista che è, nonostante il curriculum eccellente da attore, ancora agli albori della sua carriera. Il motivo per il quale è passato tanto tempo tra Un altro mondo e Le leggi del desiderio Muccino lo spiega con molta intelligenza: "Avevo bisogno di un cambiamento e avevo bisogno di tempo per trovare un racconto realmente convincente e interessante. Questa ricerca, lunga, mi sta portando alla convinzione di volermi concentrare sempre di più sul mio ruolo di regista", confessa l'attore-cineasta. Nel cast di Le leggi del desiderio, che uscirà in sala il prossimo 26 febbraio oltre al factotum Muccino anche Maurizio Mattioli, Nicole Grimaudo, Carla Signoris e Luca Ward.