È il 1993 e in Italia arriva un nuovo manga, edito da Star Comics, Le bizzarre avventure di JoJo. La serie, che in Giappone era già iniziata dal 1987, poteva sembrare a una prima e superficiale occhiata un comune battle manga, vagamente ispirato al celeberrimo Hokuto no Ken, Ken il guerriero. Niente di più sbagliato. Oggi, a distanza di ben tre decadi, JoJo - ormai arrivato alla nona parte e con più di 130 volumi all'attivo - è uno dei manga più longevi, famosi e apprezzati del mondo e ha lanciato il suo autore, Hirohiko Araki, nell'Olimpo dei mangaka di caratura internazionale. La ciliegina sulla torta è stata la trasposizione animata, ora disponibile su Netflix, che è diventata uno dei maggiori successi degli ultimi anni e ha contribuito ad allargare ancora di più la platea dei JoJo-fan. Ma per chi non ha seguito le (sempre più) bizzarre avventure dei vari protagonisti fin dal primo volume, o episodio, potrebbe essere un po'... complicato approcciarsi a Diamond is Unbreakable, e potrebbe non capire il perché JoJo conta milioni di fan in tutto il mondo. Iniziamo quindi da un veloce riassunto delle parti precedenti.
Parte 1: Phantom Blood
Nell'Inghilterra vittoriana Lord George Joestar accoglie nella propria casa, come figlio adottivo, il piccolo Dio Brando, figlio di un delinquente di strada. Dio diventerà così il fratellastro di Jonathan, legittimo erede della casata dei Joestar (da cui il soprannome JoJo). Ma se Jonathan è un ragazzo dall'animo nobile e generoso, Dio rivela da subito la sua indole subdola e manipolatrice. La situazione precipita quando, ormai cresciuti, Dio e Jonathan si scontrano apertamente dopo che Jonathan smaschera un complotto del fratellastro per assassinare il padre. Messo alle strette, Dio è costretto a indossare una maschera di pietra, un antico manufatto in possesso di Lord Joestar che, inspiegabilmente, lo trasforma in una creatura sovrumana, una sorta di vampiro dagli spaventosi poteri. JoJo decide quindi di dare la caccia al mostro, supportato dal fuorilegge Speedwagon e, soprattutto, da Will Antonio Zeppeli, un cacciatore di vampiri che sfrutta le Onde Concentriche. L'uso di queste Onde è il punto focale di una tecnica che, attraverso la respirazione, consente all'utilizzatore di potenziare le proprie abilità fisiche e attingere a un potere simile a quello del Sole, unico punto debole dei vampiri. La lotta tra JoJo e i suoi alleati da un lato, e Dio, che nel frattempo ha creato un'armata di mostruosi vampiri dall'altro, divampa feroce e solo al prezzo di grandi sacrifici alla fine è Jonathan a uscirne vincitore. Dopo la presunta morte di Dio, JoJo può finalmente sposare la sua amata Erina e partire per il viaggio di nozze in America. Ma, lungo la traversata in transatlantico, JoJo viene nuovamente attaccato da Dio, la cui testa è sopravvissuta nonostante il resto del corpo sia stato distrutto. Pur di salvare Erina e per impedire a Dio di risorgere completamente, Jonathan decide quindi di sacrificarsi.
Parte 2: Battle Tendency
Siamo nel 1938 e facciamo la conoscenza di Joseph Joestar, il nipote di Erina. La nonna e il nipote vivono insieme da sempre e Erina ha cresciuto il nuovo JoJo al meglio delle sue capacità. Il ragazzo è un delinquentello sbruffone e attaccabrighe, ma ha comunque ereditato dal nonno un cuore d'oro e un indomabile spirito di giustizia. Purtroppo in vari punti del mondo sta accadendo quello che era già successo a Londra: il potere della Maschera di Pietra sta risvegliando vampiri e, assieme a loro, i mostruosi Uomini del Pilastro, esseri ancestrali che sono gli ultimi sopravvissuti di una razza primigenia votata a rendere gli umani il proprio bestiame. Spietati e micidiali, questi esseri iniziano la loro opera di distruzione per recuperare un gioiello, la Pietra Rossa, che gli consentirà di evolvere ulteriormente e vincere anche la vulnerabilità alla luce del sole. JoJo, che è inconsciamente in grado di usare il potere delle Onde Concentriche, viene così contattato dalla Fondazione Speedwagon, creata dal vecchio amico del nonno allo scopo di contrastare i vampiri, e parte alla ricerca della Pietra Rossa. Per poter sconfiggere la nuova minaccia, però, JoJo dovrà allenarsi e affinare il suo potere. Ad aiutarlo arriverà la misteriosa Lisa Lisa, guerriera e maestra delle Onde Concentriche, e Caesar Antonio Zeppeli, il nipote di Will, che era stato il mentore del nonno di Joseph all'epoca dello scontro con Dio. Anche in questo caso la battaglia sarà incredibilmente cruenta e vedrà numerose vittime, fino allo scontro finale tra JoJo e il terrificante Cars, l'ultimo Uomo del Pilastro, che è riuscito a trasformarsi in un essere perfetto e immortale.
Parte 3: Star Crusader
Ci spostiamo ora alla fine degli anni '80, in Giappone: facciamo la conoscenza con Jotaro Kujo, nipote di Jonathan (la figlia di Jonathan ha sposato un musicista giapponese). Jotaro è un ribelle, taciturno e scontroso, ma anche lui ha ereditato lo spirito nobile dei Joestar. Ma il nuovo JoJo sembra aver ereditato anche qualcos'altro: uno strano e incontrollabile potere, qualcosa di bizzarro e pericoloso che ha spinto il ragazzo a preferire un soggiorno in galera piuttosto che rischiare di fare del male a qualcuno.
Proprio mentre è in cella Jotaro viene raggiunto dal nonno e da un suo compagno, Abdul Mohammed, che svelano al nuovo JoJo l'origine e la natura del suo strano potere: si tratta di uno Stand, un potere psichico che si manifesta come una sorta di entità spirituale, invisibile alla gente normale, e che è in grado di donare al suo possessore incredibili poteri. Apparentemente il risveglio dello stand di Jotaro, così come per il nonno, è stato determinato dalla resurrezione di Dio Brando, che è riuscito a rinascere, dopo decenni in cui era rimasto in fondo all'oceano, appropriandosi del corpo di Jonathan.
Una sorta di risonanza mistica ha così colpito gli eredi di Jonathan, ma non in tutti i casi l'effetto è stato positivo: se Joseph e Jotaro hanno infatti acquisito degli Stand, per la madre di Jotaro/figlia di Joseph l'influsso di Dio Brando è stato nefastp, travolgendo la povera donna e riducendola in fin di vita.
Jotaro, Joseph e Abdul decidono così di mettersi sulle tracce di Dio, coaduviati da altri possessori di Stand, attraversando mezzo mondo e combattendo coi seguaci di Dio fino a raggiungerlo in Egitto, per sconfiggerlo una volta per tutte prima che sia troppo tardi.
Le Bizzarre Avventure di JoJo: gli stand più forti della serie
I motivi - non tanto bizzarri - di un successo
Un'analisi dettagliata di Le bizzarre avventure di JoJo sarebbe un'impresa erculea. Qui ci limiteremo a prendere in esame solo alcuni elementi di rilievo e utili a farsi un'idea del fenomeno legato a questa serie pluridecennale.
1. Saga generazionale
Hirohiko Araki ha avuto l'idea, semplice e al tempo stesso geniale, di sviluppare la storia lungo diversi archi narrativi. Cosa che gli ha consentito di cambiare e far evolvere con naturalezza ambientazioni, tono della storia e stile grafico senza mai correre il rischio di stancare il lettore, trasformando un "semplice" battle manga in un'epopea che attraversa il tempo e, a un certo punto, le dimensioni spaziotemporali.
2. Personaggi carismatici
Se il primo JoJo rientra nei canoni standard dell'eroe d'azione, buono, valoroso e nobile, già con il secondo, Joseph, iniziamo a trovarci di fronte a tipologie di caratteri molto diverse tra loro: Joseph è uno sbruffone, svelto di mano, di lingua e di... piedi. Il suo approccio alle sfide è spesso non convenzionale e la sua simpatia contagiosa. A sua volta Jotaro è un personaggio completamente diverso: burbero, schivo e diretto (e le interazioni tra lui e il nonno sono uno spesso esilaranti), per arrivare poi al quarto JoJo, Josuke Higashigata, il protagonista di Diamond is Unbreakable: un comune liceale giapponese particolarmente suscettibile riguardo alla sua pettinature e che, come nota di colore, a causa di una "scappatella" di Jospeh è praticamente lo... zio di Jotaro. Protagonisti a parte, Araki ha saputo dar via a un vero e proprio universo di comprimari e antagonisti, e vi troverete spesso a chiedervi chi è il vostro preferito (o il quello che odiate di più).
3. Poteri assurdi
Se in Phantom Blood le Onde Concentriche erano un concetto interessante ma non particolarmente originale, si intuisce quasi immediatamente che la creatività dell'autore non si è ancora espressa a dovere. Già nella seconda parte, con la ormai celeberrima "battaglia della pasta" tra JoJo e Caesar, si capisce che la fantasia di Araki è spesso fuori scala. Ma è con l'introduzione degli Stand, vera e proprio gallina dalle uova d'oro della serie, che il potenziale di follia e WTF esplode in modo dirompente. Col procedere della storia gli Stand avranno poteri sempre nuovi e sempre più improbabili, e spesso gli scontri non vengono decisi da elementi come forza o velocità, ma da come uno dei contendenti riesce a sorprendere e superare in astuzia gli altri. La lista dei poteri è ormai infinita, e si è passati da Stand "solo" in grado di tirare pugni molto velocemente a gente in grado di aprire, leggere e correggere gli avversari come se fossero fumetti, Stand che aprono cerniere lampo nella realtà, altri che trasformano la gente in lumache o che possono modificare lo scorrere del tempo... e questo è solo l'inizio!
Hirohiko Araki a Lucca Comics: "I supereroi pensano un po' troppo e si piangono spesso addosso"
4. Stylish!
Lo stile di Araki si è evoluto al pari della sua abilità di inventare nuove trovate sempre più sorprendenti e surreali. Dopo un esordio che lo vedeva ancora troppo legato a stilemi tipici degli anni '80, Araki ha progressivamente raffinato la sua visione e il suo tratto, anche riversandoci dentro il suo evidente amore per l'arte classica e, soprattutto, per l'alta moda e la cultura pop, con molti dei suoi personaggi che hanno nomi che sono citazioni, neanche tanto velate, di famosi stilisti, oltre che di cantanti, tarocchi e così via. Mentre la costruzione delle sue tavole si è progressivamente arricchita con prospettive ardite e inquadrature al limite del lisergico, i suoi personaggi sono diventati via via più "stilosi", assumendo pose sempre più d'effetto al limite del contorsionismo e con abbigliamenti sempre più... particolari (in mancanza di un termine migliore), una linea grafica unica che è ormai diventata una cifra stilistica tipica e immediatamente riconoscibile dell'autore e che ha generato un'enorme quantità di meme (uno su tutti: la celebre torture dance). Come pochi altri mangaka Hirohiko Araki ha saputo cavalcare, seguire e addirittura condizionare i gusti del pubblico per più di trent'anni, trasformando la sua opera in un fenomeno di culto che aspetta solo di essere (ri)scoperto.