Sono passati 25 anni da quando, per la prima volta, abbiamo lasciato Andy e Red abbracciati in una spiaggia davanti all'Oceano Pacifico nel finale de Le ali della libertà, il film di Frank Darabont tratto dal racconto lungo contenuto in Stagioni Diverse di Stephen King (dal quale è stato tratto anche Stand by Me) In questi 25 anni il film è ancora al primo posto della classifica dei migliori film di tutti i tempi su IMDB, segno che la forza della sua storia è rimasta intatta nel cuore degli spettatori.
Rita Hayworth
Tre decenni, tre storie, tre personaggi. Tre i poster che vedremo, nel corso del film, appesi al muro della cella di Andy Dufresne, il protagonista della storia interpretato da Tim Robbins, impiegato di banca condannato a due ergastoli per avere ucciso sua moglie e l'amante di lei. È il 1947 quando Andy entra nel carcere di Shawshank dove, a poco a poco, con qualche difficoltà visto il suo carattere da tipo taciturno e solitario, farà amicizia con Red (Morgan Freeman).
Il carcere di Shawshank è una duplice prigione. È un luogo dove le guardie sono violente e senza compassione, pronte a uccidere senza rimorso i prigionieri, e dove il direttore, puritano e ossessionato dalla Bibbia quanto viscido ed egoista, esige disciplina. Ma è anche una prigione mentale, un posto dove sembra impossibile redimersi (ovvero riuscire in quello che dovrebbe essere l'obiettivo primario di una prigione) e che opprime ogni barlume di speranza. All'inizio del film, tra stupri, violenze e assenza di cultura (i libri del bibliotecario Brooks non vengono letti, ma usati per il contrabbando) l'unica nota positiva è il rapporto d'amicizia che nasce tra Andy e Red. Tutto inizia con la richiesta di un martello per rocce e un poster di Rita Hayworth da appendere in cella. Sarà l'inizio di un'amicizia e della redenzione.
Marilyn Monroe
Si parlava di tre personaggi perché il cuore del film sta nella storia di Brooks. Dopo una vita passata tra le mura di Shawshank, il vecchio bibliotecario del carcere riceve la libertà condizionata. Fuori dal carcere si trova spaesato e fuori posto: la società degli anni Cinquanta non ha lasciato spazio alla redenzione del condannato e tutto quello che Brooks può fare è suicidarsi. Questo evento, raccontato attraverso una lettera d'addio, spingerà Andy e Red a fare i conti con la propria vita. Andy si butterà a capofitto nella gestione della biblioteca del carcere e delle finanze illegali del direttore Norton; Red si sentirà "istituzionalizzato" ovvero talmente divorato da Shawshank da non volere più uscire. Eppure la morte di Brooks sembra colpire molto più a fondo Andy che, andando contro le regole, farà risuonare dagli altoparlanti del carcere un'aria de "Le nozze di Figaro" lasciando entrare voci femminili e musica classica tra le mura del carcere. Per i condannati è come riscoprire la vita.
Raquel Welch
Dieci anni dopo Andy scoprirà di essere innocente non essendo responsabile dell'omicidio per cui è stato condannato. Non potendo contare sull'aiuto di Norton darà il via a un complicato piano per evadere di prigione e ritrovare la libertà. C'è un momento ne Le ali della libertà in cui la voce narrante di Red ci racconta che in prigione bisogna tenersi occupati per far passare il tempo e si può scegliere se fare di tutto per vivere o fare di tutto per morire. Anticipato da una struggente sequenza dove si ritroverà nudo sotto la pioggia, a simboleggiare una rinascita, Andy sceglierà la prima opzione riuscendo a scappare usando un tunnel, nascosto dai poster delle attrici, che nel corso degli anni aveva scavato con il martello per rocce, preleverà tutti i soldi riciclati del direttore e si trasferirà in Messico.
Poco tempo dopo Red, grazie a un discorso sincero seppur cinico, riuscirà ad uscire da Shawshank. Il suo rientro in società sembra ripercorrere le stesse tappe di Brooks (stesso appartamento, stesso lavoro, stessa rassegnazione) prima di prendere la decisione di raggiungere Andy in Messico e provare a ricostruire, insieme, la propria vita. Il loro ritrovo sulla spiaggia, con la macchina da presa che si allontana mostrandoci l'immensità del paesaggio, è un atto di libertà, di scelta alla vita, di speranza. Ed è proprio con la parola "Spero" che si chiude il film.
Brooks è stato qui. Così anche Red.
Un flop al botteghino all'epoca per uno dei migliori film tratti da un libro, nominato a sette premi Oscar e tornato a mani vuote (era l'anno di Forrest Gump come miglior film), Le ali della libertà ha potuto rifarsi nel tempo tanto da essere considerato il miglior film di tutti i tempi nel famoso database online cinematografico IMDB piazzandosi prima di altri capolavori come Il padrino o Schindler's List. I motivi di questo sorprendente apprezzamento non sono difficili da chiarire. Nonostante sia ambientato tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, il film sembra appartenere a una dimensione atemporale e, di conseguenza, sempre attuale. Come senza tempo si dimostrano essere le tematiche del film legate alla prigione e al sistema carcerario ovvero quella che si può riassumere come la storia di Brooks (e in parte di Red) nell'uscita dalla prigione e nel rientro nella società.
Ciò che, però, fa la differenza è il tema universale dell'amicizia tra questi due uomini, del loro rapporto sincero e altruista e di come riescono a farsi forza a vicenda. Soprattutto nel finale, quando la storia rende chiara che la redenzione di Shawshank del titolo originale non si riferisce alla pena da scontare, ma al desiderio e alla forza di (ri)vivere. Tutti queste caratteristiche intrecciate alla perfezione grazie alla penna e alla regia di Frank Darabont, rendono Le ali della libertà un film unico e, a suo modo, perfetto. Si parla di un tornado di sfortuna che può colpire chiunque (e quindi anche noi spettatori) e della volontà di ritrovare l'alba dopo la notte. È un film che continua a emozionare nel tempo perché, usando la metafora della prigione e della geologia ("Tempo e pressione"), ci ricorda che o si fa di tutto per morire o si fa di tutto per vivere. E che se la paura è una prigione, la speranza è libertà.