C'era volta un giornalista che cercava di guardare (quasi) tutte le serie che venivano realizzate, nell'ingenua, orgogliosa e presuntuosa volontà di avere una visione il più possibile completa del panorama televisivo. Era il 2006, le serie prodotte in USA erano circa 192 e quel tentativo sembrava già insensato, ma quel giornalista ci credeva e ci provava, guardando i pilot più assurdi e passando serate a recuperare quel che poteva. Oggi, 2016, le serie sono diventate 455 con un incremento del 137% in dieci anni e quello stesso giornalista, che è lo sconfitto autore del pezzo che state leggendo, alza bandiera bianca.
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Per questo non proviamo nemmeno a fare una panoramica completa di quello che è stato l'anno che si sta chiudendo, convinti che non ci sia una sola persona al mondo che sarebbe in grado di farla in modo esaustivo, ma ci concentriamo sui picchi di un fluire inarrestabile e straripante, identificando dieci serie, soltanto dieci, che in qualche modo hanno segnato questa annata televisiva, lasciando in qualche modo un ricordo nella mente del pubblico anche nostrano che, per forza di cose, è costretto a vivere la stagione televisiva filtrata attraverso la programmazione non sempre tempestiva dei nostri broadcaster. Per questo restano fuori titoli che si sono già imposti oltreoceano ma che ancora non hanno piantato solide radici nei cuori italiani: serie come This Is Us già fenomeno in patria e rivincita di un network come NBC, che ha da poco iniziato il cammino sugli schermi italiani, Atlanta che arriverà solo a gennaio o Quarry che ha appena debuttato.
Così come restano fuori tante, troppe, produzioni che affollano le nostre watch list e che con gran probabilità non riusciremo mai a guardare. Dobbiamo rassegnarci, è il nostro destino di appassionati di serie TV di questi anni: non riusciremo mai a soddisfare del tutto il nostro bisogno seriale! Prima di lasciarvi alla nostra lista di dieci serie che hanno segnato il 2016, un'avvertenza: quella che leggete non è una graduatoria, non è una classifica di gradimento, né abbiamo individuato un qualunque altro criterio per scegliere l'ordine usato per proporvele, affidandoci piuttosto all'insegnamento del maestro René Ferretti di Boris. "A c***o di cane", cari lettori, è l'unica possibilità.
1. Westworld e il futuro HBO
La qualità non è mai mancata realmente in casa HBO, eppure negli ultimi tempi non c'è stata quella capacità di colpire che in passato il canale de I Soprano aveva avuto. È stato evidente nell'ultimo paio di anni il tentativo di trovare un altro show da mettere insieme a Il trono di spade nei cuori degli spettatori di tutto il mondo. C'era andata vicina con True Detective, suicidatasi con una seconda stagione che ha deluso in tanti, ha fallito con Vinyl, delusione in termini economici (non dimentichiamo che è costata 100 milioni) e di ascolti se non di qualità, sembra sulla strada giusta con Westworld. La serie sviluppata da Jonathan Nolan partendo dal film di Michael Crichton ha già conquistato una buona fetta di pubblico diventando la nuova ossessione, ma ha le carte in regola per allargare il suo bacino di appassionati grazie ad una qualità immensa nella scrittura ed un cast di livello elevatissimo. Sono questi due aspetti che restano nella mente e nel cuore una volta passata la curiosità per i suoi tanti misteri; sono questi i motivi che ci faranno aspettare con ansia una seconda stagione che non arriverà prima nel 2018.
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2. Il trono di spade e l'inizio del cammino verso il finale
Ed eccolo l'altro grande show HBO, che quest'anno ha dovuto superare un banco di prova importante: allontanarsi dal testo scritto di Martin e prendere la sua strada autonoma. E l'ha fatto alla grande, regalandoci alcuni degli episodi più belli della serie (qualcuno ha detto La battaglia dei bastardi?) e momenti iconici. Su tutti quell'Hold the Door così pregno di rivelazioni ed emozioni, che ha indubbiamente lasciato un segno importante nell'annata televisiva. Mancano solo due stagioni al termine de Il trono di spade e siamo sicuri che momenti del genere torneranno a colpirci, riservando un posto alla serie anche negli articoli come questo che scriveremo a fine 2017 e 2018.
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3. The Walking Dead e l'anno di Negan
Se dovessimo guardare alla gestione della prima metà della stagione 7, verrebbe quasi voglia di non includere The Walking Dead tra le serie del 2016. Ma poi ci torna in mente l'arrivo di Negan e quel cliffhanger che ha fatto discutere così a lungo e ci rendiamo conto che se questa fosse una classifica, lotterebbe per essere al primo posto. In fondo lo sapevamo tutti che l'arrivo del personaggio di Jeffrey Dean Morgan e della sua Lucille sarebbe stato dirompente e così è stato! E lui ha continuato a convincere anche negli ultimi mesi, quando la serie ha sofferto di una mancanza di equilibrio in un materiale comunque buono, ma mal raccontato. L'augurio per il 2017 è che attorno a Negan riescano a costruire una trama avvincente e senza gli abituali tempi morti.
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4. Mr. Robot e l'imprevedibiltà
Se lo scorso anno era stata una sorpresa (ma in Italia è arrivata solo nel 2016, quindi per molti lo è ancora anche quest'anno), Mr. Robot ha saputo imporsi con decisione anche nel 2016, puntando sui suoi punti di forza con grande convinzione e sicurezza, regalandoci nuovi sorprendenti twist nel raccontarci la storia enigmatica di Elliot e mettendo in scena un mondo degli hacker mai così realistico. Se Elliot funziona non è solo merito della scrittura ispirata dell'autore Sam Esmail, ma anche della prova d'attore di Rami Malek, il quale nell'anno che si sta concludendo è stato anche giustamente premiato con un Emmy, il massimo riconoscimento televisivo americano (e non solo).
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5. Gomorra e una serialità italiana dal sapore internazionale
A molti Gomorra 2 non è piaciuta quanto la prima dirompente stagione e anche noi ammettiamo qualche incertezza (e forse ingenuità di gestione che potrebbero pagare in futuro), ma è indubbio che la serie Sky abbia una qualità che mai si è vista prima in Italia, un respiro internazionale che le ha permesso di imporsi anche al di fuori dei nostri confini (in estate ha debuttato anche in USA) e le è valso l'apprezzamento di personalità del calibro di un Ricky Gervais che ha twittato il suo plauso convinto. È ugualmente indubbia la capacità di entrare con prepotenza nell'immaginario collettivo, la stessa prepotenza di molti dei suoi protagonisti che sono diventati vere e proprie icone. E con due stagioni già confermate e in produzione, siamo sicuri che ne vedremo ancora delle belle!
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6. The Young Pope e la televisione d'autore
Poco sopra, parlando di Gomorra, abbiamo accennato ad una qualità che non aveva eguali in Italia. Ecco, da fine ottobre ce l'ha, da quando sempre Sky ha mandato in onda la prima serie scritta e diretta da Paolo Sorrentino. Ancora una produzione che conferma il netto distacco dalla cosiddetta fiction nostrana, ancora una co-produzione con aspirazioni internazionali (e lo dimostra il cast capitanato da Jude Law ed il fatto che sia girata in buona parte in lingua inglese), ancora tanta qualità per ritagliarsi uno spazio rilevante nel panorama televisivo mondiale. Sky sta lavorando bene, a cominciare dalle scelte, e la speranza è che altri protagonisti entrino a far parte della partita per renderla avvincente... ma certo di Sorrentino ce n'è uno solo. Hai sentito Netflix? Aspettiamo la tua Suburra!
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7. Black Mirror e lo sguardo al nostro inquietante presente
Se c'è una serie che negli ultimi anni ha saputo raccontare il mondo in cui viviamo, seppur in modo drammaticamente inquietante, questa è Black Mirror. Un'abitudine che non ha perso nel 2016, quando è tornata su Netflix per una terza stagione più lunga che in passato, con sei episodi che hanno confermato la tendenza e l'approccio dello show, nonché la sua capacità di dire sulla società che ci circonda molto più di quanto riescano a fare produzioni ben più ambiziose e, perché no, pretenziose. È vero che su sei episodi si è persa un minimo della compattezza del passato e che non tutti sono tutti allo stesso livello qualitativo e di forza narrativa, ma è ugualmente vero che ce n'è almeno uno, il quarto, San Junipero, che da solo vale un'intera annata televisiva.
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8. Daredevil e l'angolo di Marvel su Netflix
Lo scorso anno Daredevil ha gettato le fondamenta della casa Marvel su Netflix, una base subito rafforzata dall'arrivo di Jessica Jones al termine del 2015. Nel 2016 il percorso Marvel/Netflix è proseguito con due produzioni molto diverse tra loro, ma ugualmente importanti: da una parte Daredevil 2, pur con il suo imperfetto equilibrio narrativo, ha introdotto nuovi personaggi, da Elektra a Punisher (che vedremo prima o poi in una serie tutta sua), dall'altra Luke Cage ha mostrato come il mondo della Casa delle Idee e dei suoi eroi possa essere raccontato in modi molto diversi tra loro, approfondendo stili e temi, mostrando tassello dopo tassello un quadro originale e variegato della New York del Marvel Cinematic Universe. Non ci resta che attendere un 2017 che si preannuncia ricco, con l'introduzione di Iron Fist e in attesa di The Defenders.
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9. The Crown e la forza della varietà Netflix
Dopo l'espansione in nuovi mercati, il mondo Netflix è cresciuto nel 2016 anche per visibilità delle sue produzioni. Non più solo House of Cards e Orange Is the New Black, la nuova Netflix ha confermato di saper raccontare di tutto e con la giusta impostazione, immergendosi nel narcotraffico del centro America con Narcos e il suo già iconico Pablo Escobar così come nell'Inghilterra di metà '900 per raccontare della regina Elisabetta II. Parliamo ovviamente di The Crown, apprezzata da pubblico e critica e capace di farsi spazio fino ad un'ambita nomination ai prossimi Golden Globes grazie alla sua ricostruzione storica minuziosa ed alle interpretazioni potenti del suo cast. È un po' il simbolo di un anno di Netflix che, dopo l'arrivo di questa serie, ha chiuso con due ulteriori colpi coraggiosi: la misteriosa The OA che ha subito calamitato l'attenzione di un pubblico prima incuriosito e poi affascinato, e lo speciale natalizio di Sense8. A conferma del fatto che in un mare infinito di serie, c'era bisogno di una voce che spiccasse come quella di Netflix.
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10. The Night Of e l'originalità come marchio di fabbrica HBO
Abbiamo parlato di nomination ai Golden Globes ed ecco un'altra novità che in questo settore si è imposta: The Night Of, giunta solo a fine novembre qui in Italia grazie a Sky Atlantic, ma già ampiamente apprezzata dagli addetti ai lavori. Se parlando di Westworld abbiamo accennato al rilancio di HBO, questo discorso ha ancora più senso se si guarda qualche mese più indietro e al lancio estivo e quasi in sordina di questa serie che affronta il poliziesco con piglio nuovo ed originale, che parte da un singolo caso per analizzare tutto il sistema giudiziario statunitense e le conseguenze sulle persone coinvolte, e che rende ancora più solido e importante il 2016 del canale via cavo americano.
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11. Stranger Things e il tuffo negli anni '80
Ebbene sì, abbiamo barato, le serie non sono 10, ma 11. 11 come Undici o Eleven, la giovane protagonista di Stranger Things, la vera sorpresa del 2016, arrivata senza troppe anticipazioni e capace di conquistare tutti immediatamente con la sua dichiarazione d'amore, sincera e onesta, al cinema degli anni '80. Il suo impatto è stato travolgente e lo dimostrano la quantità di meme che girano sui social o semplicemente la visibilità che i suoi giovanissimi protagonisti hanno conquistato. Ma se lo meritano, sono bravissimi! Tra tutti gli show che abbiamo citato, proprio a Stranger Things spetta il compito più difficile per il nuovo anno, perché è difficile ripetere un successo nato quasi per caso, per una produzione così schietta e spontanea. Il nostro augurio, anche solo per egoistica voglia di un'altra stagione come la prima, è che ci riescano!
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