Un ritorno in tv, specialmente se dopo anni e dopo un grande ruolo iconico, fa sempre parlare di sé. Un esempio è sicuramente quello di Matthew Fox, che in Lost è stato Jack, faro della storia e degli altri personaggi, dall'inizio alla fine (suo è l'occhio che apre e chiude il serial che ha cambiato per sempre la tv), e che ora torna sul piccolo schermo in Last Light, miniserie Peacock che ritroviamo in Italia dal 17 marzo su Prime Video. Non l'unico ritorno in tv presente nella miniserie: anche se meno eclatante, c'è quello di Joanne Froggatt dopo Downton Abbey (che però abbiamo rivisto al cinema nei due film sequel). Entrambi hanno scelto di tornare in un prodotto legato fortemente all'attualità, un dramma familiare dalle tinte apocalittiche, come spiegheremo nella recensione di Last Light.
La lucentezza e l'oscurità
Matthew Fox, dopo qualche comparsata al cinema in film di genere come World War Z, Extinction e Bone Tomahawk, e in tv come doppiatore nella serie BoJack Horseman (mentre attendiamo di rivederlo nel documentario in preparazione proprio sul dietro le quinte di Lost), in Last Light interpreta Andy Yeats, uno dei più affermati ingegneri petrolchimici del mondo. L'uomo viene chiamato in fretta e furia dal suo capo per risolvere una crisi alla raffineria in Medio Oriente, proprio pochi giorni prima di un importante intervento del figlio cieco (Taylor Faye Ruffin), con grande apprensione della moglie Elena (Joanne Froggatt) e dell'altra figlia, attivista contro il cambiamento climatico (Alyth Ross). La famiglia si ritroverà divisa, sparsa per il mondo, e dovrà lottare per ricongiungersi, mentre una minaccia globale si farà largo all'orizzonte. Ecco infatti palesarsi la tematica estremamente attuale al centro della storia, basata sul romanzo omonimo di Alex Scarrow, adattata da Patrick Massett e John Zinman (Friday Night Lights, The Blacklist) e diretta da Dennie Gordon (Jack Ryan). Tutta la questione del prezzo del petrolio, del rincaro della benzina, delle emissioni di carbonio, del rapporto con gli stati esteri nella vendita di un bene sempre più prezioso, delle auto elettriche, viene portata alla luce (termine che scegliamo non a caso) attraverso un misterioso attacco su scala mondiale che potrebbe avere conseguenze devastanti e senza precedenti.
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Nel buio, la luce
Ognuno dei cinque episodi che compongono Last Light si intitola proprio come uno status della luce: dal The Dawning (alba) e Twilight (crepuscolo) all'Illumination finale, per raccontarci l'evoluzione della crisi globale e parallelamente la lotta di una famiglia che si sentiva spezzata per ritrovarsi e tornare a comprendersi. Fox e Froggatt danno due interpretazioni convincenti, anche se forse un po' esasperate in alcuni momenti, e lo stesso vale per i giovani interpreti, mentre affrontano qualcosa che metterebbe a rischio ogni nucleo familiare. Andy potrebbe essere l'unico a sapere come fermare questo attacco globale, e come accaduto in Black Mirror e Years and Years, come accade in Extrapolations - Oltre il limite ma soprattutto nei film di genere post-apocalittico e distopico, il villain di turno avrà delle motivazioni comprensibili anche se fuori scala, e un metodo per provare a risolvere la questione sicuramente estremo ma non così poco condivisibile. I protagonisti sono rafforzati da interpreti sibillini come Amber Rose Revah (The Punisher) e Tom Wlaschiha (Il Trono di Spade, Stranger Things) e altri apparentemente pieni di buone intenzioni come Victor Alli (Belfast) e Hakeem Jomah.
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La generazione futura
I due figli dei protagonisti non sono un mero orpello narrativo ma diventano funzionali alla narrazione: in un mondo che sta andando sempre più al buio, ricordandoci quanto siamo dipendenti dalla tecnologia e dall'energia elettrica anche per le azioni quotidiane più basilari, il piccolo Sam è cieco e potrebbe essere colui che riuscirà a far capire alla propria famiglia come riuscire a vedere per davvero cosa sta accadendo. Per contraltare, l'adolescente attivista e ribelle Laura che si trova spesso in contrasto con Andy per il suo lavoro con le compagnie petrolifere, troverà un nuovo tipo di scontro generazionale con il genitore con l'evoluzione della storia. Last Light infatti reitera il discorso oramai sempre più frequente al cinema e in tv di che mondo lasceremo ai nostri figli e alle generazioni che verranno.
La struttura e la messa in scena del racconto fanno il resto: la tensione è alta soprattutto quando diviene chiaro l'argomento al centro del dibattito, grazie alla messa in scena dinamica e alla fotografia apocalittica, che utilizza fortemente gli elementi naturali come la pioggia battente, il fuoco degli incendi generati dai cittadini e così via. Il passare dal Medio Oriente a Londra e Parigi fornisce invece quel setting globale utile al genere thriller spionistico e cospirazionista che intrattiene sempre il pubblico facendolo ragionare e guardare fuori dalla propria finestra. I trasporti fermi, le forze dell'ordine che non sono attrezzate ed educate a gestire una crisi di tale portata, i viaggi clandestini nei tunnel sottoterra sono tutti elementi che vogliono rimarcare come siamo troppo poco pronti, nonostante tutto, al peggio che potrebbe accadere sul Pianeta Terra. Eppure, ancora una volta, il monito finale è di speranza e di fiducia in quello che verrà. Ottimismo immotivato, come lo chiamerebbe Sorrentino, oppure voglia di provare davvero a cambiare il corso degli eventi?
Conclusioni
Ancora una volta la tematica del cambiamento climatico si trova al centro di una recensione seriale, in questo caso quella di Last Light, ma questa volta attraverso il tema attualissimo del petrolio, del suo uso, costo e utilizzo nella vita quotidiana e soprattutto nel mercato globale. Un thriller apocalittico che si mescola con il dramma familiare del nucleo protagonista, capitanato da Matthew Fox e Joanne Froggatt. Il nucleo dovrà lottare per ritrovarsi e nel ricomporre i pezzi verrà a conoscenza di una verità scomoda e pericolosa, dovendo però affrontare una sceneggiatura e una tensione narrativa sbilanciate e traballanti.
Perché ci piace
- È un piacere ritrovare in tv Matthew Fox e Joanne Froggatt come coppia inedita.
- L’idea di mescolare il family drama e il thriller distopico.
- Il mettere al centro il discorso sul petrolio, terribilmente attuale.
- La messa in scena che sfrutta gli elementi naturali e le location sparse nel mondo.
Cosa non va
- Non tutto il cast funziona alla perfezione, e gli stessi Fox e Froggatt a volte sono un po' esasperati nella recitazione.
- La sceneggiatura traballante.
- Il ritmo è un po' sbilanciato: inizialmente troppo lento, sul finale troppo sbrigativo.