Il finale nei romanzi lo decide l'autore, non è come nella vita. Parola di Tommaso, interpretato da Edoardo Leo, il protagonista di Lasciarsi un giorno a Roma, il nuovo film Sky Original, con la regia dello stesso Edoardo Leo, in onda il 1° gennaio in prima tv assoluta su Sky Cinema, in streaming su NOW e disponibile on demand. Tommaso è uno scrittore che, per il suo romanzo, ha in mente una storia senza lieto fine. E anche nella vita la sua storia potrebbe andare a finire così. Lasciarsi un giorno a Roma, che prende il titolo da una bella canzone di Niccolò Fabi, ma è una storia originale, è un film coraggioso. Perché, in un cinema che ha sempre raccontato il momento dell'innamoramento, o ha sempre mantenuto l'happy ending hollywoodiano, ha il coraggio di raccontate la fine di un amore. Dove il lieto fine non è scontato. Un quieto fine, forse, sì. Tommaso, che scrive romanzi e gestisce una rubrica della posta del cuore per una rivista, con lo pseudonimo di Marquez, riceve la lettera di Zoe (Marta Nieto), la sua ragazza. E scopre che ha deciso di lasciarlo. "È un film sentimentale, non mi piace il termine commedia romantica" ha spiegato Leo. "Normalmente, quando si va a discutere con i produttori, quando non c'è l'happy end totale c'è sempre un po' di malumore. Quello che è accaduto è un esempio felice, perché mi hanno sostenuto nel non far finire la storia come avremmo fatto dieci anni fa. Non c'è mai stata nessuna discussione, mi hanno lasciato libero di scegliere di come avrei voluto chiudere il film". E la cosa ha giovato alla riuscita di un film coerente, intelligente, raffinato. "I_l film racconta una piccola utopia_" ci svela Leo. "Quella di trasformare il tuo rapporto in qualcosa di diverso. Una persona che è stata tanti anni con te non può essere un'estranea. Bisogna prendere atto di a che punto è il tuo rapporto: non voglio lanciare la soluzione, ognuno la trova dentro alla sua relazione. Da quello che abbiamo visto ci sono coppie che si sono a lungo confrontate dopo la visione del film".
Edoardo Leo: "Non ci sono ancora abbastanza donne nei posti che contano"
Lasciarsi un giorno a Roma è un film molto attuale: dentro c'è il mondo di oggi in cui le donne lavorano e giustamente aspirano al loro tempo e alla loro carriera, e degli uomini smarriti davanti a tutto questo. Sembra che non le capiscano, che non si adattino al loro essere. "Non ci sono ancora abbastanza donne nei posti che contano" dichiara subito Edoardo Leo. "È assurdo che debba fare un film per raccontare degli uomini che debbano rieducarsi completamente per essere vicini a donne che lavorano. È assurdo ma è così. È uno dei motivi per cui ho fatto questo film: dobbiamo rieducare emotivamente i maschi, abbiamo ancora frasi tipo 'donne con le palle', guardiamo le ombrelline che tengono l'ombrello ai maschi attorno a una motocicletta. Invece dobbiamo capire che ci può essere una donna che guadagna più di te, più bella di te. Dobbiamo rieducarci perché siamo stati educati in un certo modo. Siamo ancora in tempo per farlo, dobbiamo farlo giorno per giorno". "Per me ci sono tante cose preziose che escono da questo film" aggiunge Marta Nieto, attrice spagnola rivelazione del film, che interpreta Zoe, l'amore di Tommaso, in modo luminoso e vibrante. "L'immaginario collettivo che riesce a creare, che cosa devono fare gli uomini per stare dentro questi rapporti. È un film luminoso, onesto. Guardare questo film può insegnare che è possibile fare le cose in questo modo, che il rapporto uomo donna è uno scontro dove ognuno può fare la sua parte".
Lasciarsi un giorno a Roma, la recensione: Edoardo Leo ci racconta la fine di un amore
Claudia Gerini: l'amore si moltiplica, non si deve dividere
Accanto alla coppia formata da Tommaso e Zoe assistiamo alle vicende di una coppia di loro amici. È una coppia molto particolare: Elena, che ha il volto di Claudia Gerini, ha un incarico di quelli importanti, molto importanti, è il sindaco di Roma. E il marito, interpretato da Stefano Fresi, professore di liceo, soffre molto delle sue continue assenze. Ma Claudia Gerini ha trovato qualcosa di sé nel suo personaggio? "Nella coppia di solito sono io quella molto impegnata" racconta. "Sono mamma, sono una professionista. Credo di dare molto nella coppia. Bisogna vedere se questi uomini alfa la sanno gestire queste donne. Tutti noi che lavoriamo siamo pieni di responsabilità ma dico sempre che l'amore si moltiplica, non si deve dividere". "È un film rivoluzionario" continua, "le figure femminili vengono raccontare come donne contemporanee, donne forti, competenti, pur con le loro fragilità. Oggi è difficile vedere pellicole dove le figure femminili sono equiparate a quelle maschili. Le donne stanno facendo un percorso e non hanno tempo di aspettare che gli uomini capiscano".
Stefano Fresi: "È un processo evolutivo necessario"
Il marito di Elena soffre molto questa situazione. Stefano Fresi, l'attore che lo interpreta, invece sembra capire molto bene cosa può accadere nella vita. "È un processo evolutivo necessario" riflette. "Cambiano le persone, cambiano gli scenari attorno alle persone, se non ti adatti capita che ti dimentichi he tua moglie è il sindaco di Roma. È un bersaglio, per sua natura, se ti metti a sparare anche tu da un'altra angolazione è finita. Ci si può distrarre, si chiama vita, ma poi si rinsavisce e si ricostruiscono i rapporti". Secondo Fresi, Lasciarsi un giorno a Roma ha una sua importanza ben precisa. "È uno strumento di comprensione fondamentale" scherza, ma non troppo. "Va visto il 1 gennaio in coppia: se uno dei due distoglie lo sguardo dallo schermo, e guarda l'altro, c'è qualcosa che non va".
Roma, un grande teatro romantico
E poi c'è un'altra protagonista del film, Roma. Una Roma bellissima senza essere mai immagine da cartolina, mai scontata, osserva tutto senza parlare, ma c'è sempre e sembra sapere tutto, come una narratrice onnisciente. "Ho pensato a Roma come a un grande teatro romantico, l'ho usata come Venezia, Parigi, New York" spiega Leo, che anche in questo aspetto fa centro. "Dopo il lockdown Roma era deserta e mi è sembrata un 'altra città" continua. "Per la prima volta in vita mia ho fatto un giro sul battello sul Tevere e ho scoperto che i romani non lo fanno mai. Ho visto piazza Navona vuota, ci ho messo io quattro comparse. È un film dove non si parla della romanità, ma di Roma come icona".