Una Venezia cupa, in balia dell'acqua alta, livida come il dolore provato Marco (Stefano Accorsi) e Clara (Maya Sansa), genitori che hanno perso il figlio in circostanze tragiche. Lei non riesce a farsi una nuova vita e lasciar andare il passato, lui ci sta provando, con una nuova compagna e una nuova famiglia. A portare scompiglio nelle loro esistenze già fragili è Perla Gallo (Valeria Golino), imprenditrice appena rientrata dagli USA che vuole parlare della loro vecchia casa, proprio quella in cui è morto il piccolo Leonardo. Ispirato al romanzo Sei tornato, scritto da Christopher Coake, è nelle sale dall'otto ottobre Lasciami andare di Stefano Mordini.
Presentato come film di chiusura della 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Lasciami Andare è un thriller con sfumature paranormali: un genere molto amato dai lettori italiani, ma purtroppo poco frequentato dal cinema tricolore. Eppure il sovrannaturale è perfetto per raccontare storie: è d'accordo l'attrice Valeria Golino, che abbiamo incontrato, insieme al regista, al Lido di Venezia: "Non mi è mai successo di percepire una presenza. Sospettarlo sì: che poi è quello il rapporto che si ha con l'arcano. Il sospetto che ci sia. Penso che, per pochi secondi, sia successo a tutti: stare in un luogo e sentirsi a disagio. Che poi tu ci creda veramente è un'altra cosa: penso ci sia questa dicotomia continua tra voler cercare l'altrove e allo stesso tempo avere timore di questo altrove. Viviamo in un limbo: un po' lo rimuovi, un po' invece lo vai cercando. Tutti vogliamo incantarci: per la bellezza, per il mistero. Fa parte dell'essere umano: perché in qualche modo in quell'altrove, che ci fa così paura e a cui forse non crediamo, c'è anche la speranza che esista un Dio. Perché se esiste quello allora esistono anche tante altre cose."
Stefano Mordini ha portato invece degli argomenti concreti, che hanno reso chiaro perché abbia voluto dirigere proprio questo film: "Io abitavo in una casa a Ravenna, che avevo comprato da solo: dopo due, tre anni, di notte, veniva qualcosa che si appoggiava sul letto. Sentivo che diceva: io mi chiamo Beatrice e abito dove tu hai fatto il bagno. Per tanti anni ho pensato fosse vero e siccome ci credevo lasciavo la tv accesa e il telecomando lì, per vedere se si spegneva la tv. Ogni tanto tornavo ed era spenta, ma non so bene come succedeva. La casa l'ho venduta. Dicevo sempre ai miei amici: si chiama Beatrice."
La video intervista a Valeria Golino e Stefano Mordini
Lasciami andare, recensione: il thriller con Stefano Accorsi in una Venezia paranormale