"Vorrei parlare con Mara Canà". "Voi siete al Maracanà e vorreste parlare con Maracanà in Italia?". Bei tempi, quelli in cui ci divertivamo con battute così. Battute che, sia chiaro, ci divertono ancora ogni volta che le sentiamo. L'allenatore del pallone, il film con Lino Banfi, è un classico della nostra commedia, uno di quelli che non puoi che fermarti e rivederlo ogni volta che passa in TV. Ora che arriva in streaming, da oggi su Netflix, potrete rivederlo ogni volta che vorrete, e anche rivedere più volte una scena. A partire proprio dai primi due giorni in cui è disponibile, che sono quelli in cui il Mondiale di calcio si prende una pausa. E in cui potete tuffarvi nel calcio di 40 anni fa.
L'allenatore nel pallone arrivava nei cinema italiani in un momento storico in cui la febbre per il calcio nel nostro Paese era ai massimi storici. Era il 1984, l'Italia di Bearzot aveva vinto i Mondiali di calcio del 1982 in Spagna e la federazione aveva aperto all'arrivo del secondo calciatore straniero in ogni squadra, facendo diventare la serie A "il campionato più bello del mondo". E così, all'amore per i nostri eroi di Spagna, si era unita un'ondata esotica e suggestiva di campioni in arrivo da tutti i paesi del mondo, soprattutto dal Sud America. Nomi noti e meno noti, su cui si poteva ironizzare, giocare, con le situazioni e con le parole. Era un cinema estremamente ingenuo, che raccontava un calcio che era ancora ingenuo. Vedere oggi L'allenatore nel pallone ci riporta a quei momenti. Ma è chiaro che il film non sarebbe stato lo stesso senza Lino Banfi, che da quel momento sarebbe entrato definitivamente nei nostri cuori nel ruolo di Oronzo Canà, allenatore pugliese (ispirato a un vero allenatore, Oronzo Pugliese, appunto!) che, all'improvviso, viene chiamato ad allenare una squadra neopromossa in serie A, la Longobarda, e a condurla alla salvezza. Il film di Sergio Martino, pur con pochi mezzi, ricostruiva bene il calcio di quegli anni. Ed era pieno di grandi partecipazioni. Dai giornalisti Nando Martellini, Giorgio Martino, Aldo Biscardi e Fabrizio Maffei ad allenatori come Picchio De Sisti, ai giocatori della Roma Pruzzo, Graziani, Ancelotti, Chierico. E addirittura il campione brasiliano Zico. Andiamo a rivedere alcuni dei momenti cult di un film dove, in fondo, tutte le scene sono cult.
1. Un quarto di Zico e tre quarti di Edinho
L'avventura di Oronzo Canà (Lino Banfi) alla Longobarda inizia con il calciomercato. Insieme al presidente Borlotti arriva nell'hotel dove si svolgono le trattative, convinto di arrivare a Michel Platini. Borlotti entra nel box della Juventus per trattare con Agnelli e Boniperti, ed esce ostentando sicurezza. "Siamo d'accordo su tutto. Io gli ho offerto Mengoni e Falchetti. Lo sa che con la loro cessione riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all'Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho". Dire che l'espressione di Canà è confusa è dire poco.
[video id= yt=https://www.youtube.com/watch?v=drUfw99OzY4]2. Socrates e Aristoteles: prendiamola con filosofia
Oronzo Canà così decide di scendere in campo personalmente per risolvere il mercato. E va in Brasile convinto a ingaggiare Socrates. Sapendo che è un medico, e che si trova a Rio De Janeiro, finge un'appendicite perforata... e viene veramente operato! Il talent scout Giginho (Gigi Sammarchi) però tira fuori dal cilindro un altro talento, "la perla nera", presenta, un giovane che gioca al Maracanà, ma non allo stadio principale: in un piccolo campetto. Come si chiama? Aristoteles! "Siccome non c'è Socrates, c'è Aristoteles. Prendiamola con filosofia!" esclama Canà.
[video id= yt=https://www.youtube.com/watch?v=PMPUs6Xa9iU]3. La bizona e il 5-5-5
Inizia la preparazione precampionato, e Oronzo Canà spiega la sua tattica, parlando di altri grandi allenatori e spiegando la sua idea. Adotterà la Bizona. "In che cosa consiste questa Bizona? Voi sapete che le norme generali di tutti gli allenatori del mondo più o meno usano le stesse formazioni, c'è 4-5-1 o 4-4-2, io invece uso una cosa diversa: il 5-5-5". "Ma Mister, si gioca in 15?" gli rispondono. E Oronzo Canà parla degli schemi, evocando una confusione generale che possa mandare in tilt gli avversari. Neanche i suoi, però, ci capiscono molto.
[video id= yt=https://www.youtube.com/watch?v=qGFu69w6xS8]4. Picchio De Sisti
Giancarlo De Sisti, giocatore e allenatore famoso (allora era il coach della Fiorentina) è sempre stato per tutti "Picchio". E allora su questo nomignolo viene montata una lunga gag, in cui Canà prova a fare una combine, mentre De Sisti crede che si parli di un incontro di beneficenza. Risultato? Fiorentina - Longobarda 5-0. Un Canà furibondo, intervistato da Fabrizio Maffei, dichiara: "In conclusione, picchio De Sisti". "Picchio De Sisti si è espresso in modo molto favorevole alla sua squadra", ribatte il cronista. "No, stavolta è lei che non ha afferrato" precisa Canà. "Io picchio De Sisti e lo dichiaro a tutta Italia. Io picchio De Sisti e gli spezzo pure la noce del capocollo!"
[video id= yt=https://www.youtube.com/watch?v=iIJw6Kx8MTM]5. Cristantemi
La Longobarda ha una rosa che potremmo definire pittoresca. In cui spicca un panchinaro molto particolare. Che, a un certo punto, se ne esce con un "vedo male la Sampdoria" Tra tutti i possibili scongiuri, Canà gli fa: "Certo che tu metti molta allegria alla gente. Già hai questa faccia con questo pallore fisso, ti chiami Crisantemi, ti ho comparto i primi di novembre. Per cortesia, cerca di non gufare continuamente. Se no ti faccio rimanere nel loculo, ehm, nella panchina tutta la vita". Poi Oronzo Canà si gira e fa il gesto delle corna. E comincia a gettarsi del sale dietro le spalle. "Che è?" chiede Crisantemio. "Niente, piove" risponde Canà.
[video id= yt=https://www.youtube.com/watch?v=-RosG6sxk48]6. M'avete preso per un...
Per miracolo, alla fine, la Longobarda è salva. Si scatena la gioia dei tifosi ed ecco la più classica delle invasioni di campo. Secondo la sceneggiatura i due gemelli capi ultrà della Longobarda dovevano portare Oronzo Canà in trionfo sulle spalle. Andò così, ma durante la scena i due presero davvero Lino Banfi per i testicoli dando vita a una scena memorabile, la penultima del film. Non era prevista in sceneggiatura, ma non si poteva lasciarla fuori. Canà: "M'avete preso per un cog...ne". Tifosi: "Ma no, sei un eroe!". Canà: "Mi avete preso per un cog...ne". Tifosi: "Ma no, sei un eroe!" Canà: "Mi avete preso per un cog...ne, sotto la mèno, mi fa male!"
[video id= yt=https://www.youtube.com/watch?v=jIAs1I271QE]7. Lei è un cornuto, lo sa?
E quel presidente Borlotti, convinto di non farcela, aveva minacciato di licenziare Canà se avesse schierato Aristoteles nell'ultima partita. Ma alla fine l'allenatore lo fa entrare. E "la perla nera" segna una doppietta e ribalta il risultato, regalando alla Longobarda la salvezza. Canà si ritrova quindi disoccupato, ma viene portato in trionfo dai tifosi. Quando il presidente Borlotti, che la moglie tradiva abitualmente, gli dice "lei è un disoccupato, lo sa?" lui risponde "e lei è un cornuto, lo sa?", accompagnato dal relativo gesto. È l'ultima scena di un film dove tutte le scene sono gag esilaranti. Se siete ancora tristi perché l'Italia non è al mondiale, regalatevi qualche ora con Lino Banfi e il suo Oronzo Canà.
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