Dopo la presentazione al Sundance Film Festival 2020 e alla Festa del Cinema di Roma 2020, arriva nelle sale italiane il 17 giugno La vita che verrà (in originale Herself), film diretto da Phyllida Lloyd (già regista di Mamma mia! e The Iron Lady) con protagonista Clare Dunne, anche co-sceneggiatrice.
Clare Dunne interpreta Sandra, una madre che deve trovare una nuova casa per sé e per le sue due figlie, dopo aver lasciato il marito violento. Dopo diverse porte in faccia, la donna decide di costruirsela da sola. Quando tutto sembra finalmente avviarsi, l'ex marito le fa causa per l'affidamento delle bambine.
Abbiamo incontrato la regista Phyllida Lloyd e capito come sia riuscita a costruire un personaggio così sfaccettato soprattutto grazie alla collaborazione con l'attrice Clare Dunne, con cui lavora da diversi anni, dirigendola in teatro.
La video intervista a Phyllida Lloyd
La vita che verrà - Herself, la recensione: la forza di una donna, e di una comunità
La vita che verrà: essere dei buoni genitori
La tua protagonista cerca disperatamente di essere una buona madre. Secondo te come si fa a essere bravi genitori oggi?
Ascoltando e imparando dai nostri figli. Penso che la mia generazione discuta parecchio di come i ragazzi di oggi siano molto più consapevoli di quanto fossimo noi alla loro età. Ho grande speranza nella nuova generazione. Ovviamente ti preoccupi per loro e ti chiedi se siano dipendenti da Fortnite, o dai giochi online e se il mondo stia andando a rotoli. Dall'altro lato i ragazzi sono molto più consapevoli di ciò che succede nel mondo. Vogliono prendersi la responsabilità di costruire un mondo migliore. E questo è grazie al loro accesso alla conoscenza. Quindi dobbiamo ascoltarli.
La vita che verrà e l'importanza di avere una casa
Virgina Woolf diceva che per una donna è molto importante avere una stanza tutta per sé. La protagonista del film cerca di costruire la propria casa. Quanto è importante per una donna, e per una madre, avere la propria casa?
Penso che avere una casa debba essere un diritto umano. Durante questa pandemia abbiamo tutti potuto apprezzare cosa significa sentirsi sicuri nella propria abitazione. Cosa significa avere un giardino, o un piccolo spazio verde in cui giocare. Pensiamo a chi vive in un appartamento e non ha spazio esterno. Questo tema è diventato molto importante. Nei paesi del primo mondo non dovrebbero esserci persone che vivono in strada nel 2020. È una cosa che va oltre gli uomini e le donne. Riguarda tutti: uomini, donne e bambini. Tutti devono avere un tetto.
La vita che verrà e l'importanza di non essere vittime
La protagonista è una madre che lotta per le sue figlie: quanto era importante non mostrarla come una vittima?
Clare ha incontrato una donna che ha lavorato per l'associazione Woman's Aid in Irlanda. Hanno buttato giù qualche idea e questa donna le ha detto di non rendere la protagonista una vittima. Perché queste donne sono eroine: alcune di loro hanno un coraggio immenso. Hanno il coraggio di rimanere e il coraggio di andarsene. E sanno che, in caso di violenza domestica, andarsene spesso significa morire. È quello il momento in cui muoiono, quando attraversano la soglia. Quindi sì: era molto importante che Sandra non fosse una vittima, ma qualcuno che si crea il proprio destino per le sue figlie. Non se ne sta seduta lì in attesa di una fata madrina. È là fuori in cerca di una casa e di aiuto. Cerca di trovare una soluzione. È per questo che la sua fortuna migliora.
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Clare Dunne, interprete di Sandra, è così intensa: come avete trovato insieme quell'intensità?
Sono cinque anni che dirigo Clare in teatro e ho lavorato anche con Harriet, che interpreta Peggy, la donna che le dà una casa. C'è molta fiducia tra noi. So che Clare ha un grande coraggio: può interpretare uomini e donne. La nostra compagnia di teatro shakespeariano è composta tutta da donne: un giorno interpreta un guerriero, un altro un principe folle. Ha molto coraggio, verve e senso dell'umorismo. Ha un animo molto forte. Non voglio dire che la parte della recitazione sia stata la cosa più facile del film, ma certamente il nostro rapporto sul set è molto diretto. Ci conosciamo molto bene e ci fidiamo.
Parlavi di risolvere i problemi: sei una regista, questa madre ha un sacco di problemi ma li affronta e ricomincia da capo. Come possiamo trovare ogni giorno la forza di affrontare i problemi?
Dicono che il successo sta in come affronti i tuoi fallimenti. Sta tutto nel non essere mai soddisfatti. In questa storia l'ispirazione di Sandra viene dalle sue figlie. Lo fa per qualcun altro. Questo è motivo di stimolo per molti, che si tratti dei nostri figli, i nostri genitori, i colleghi, una comunità. Una comunità dà forza a un progetto e a una persona. Penso che dobbiamo essere dei buoni vicini. La pandemia ci ha mostrato quanto è importante essere dei buoni vicini. È qualcosa che, quando lavori sempre, ti dimentichi di essere. A me succede.