C'è un fenomeno letterario nel nostro paese che risponde al nome di Elena Ferrante. Un fenomeno in tutto e per tutto, che il mondo dell'intrattenimento visivo ha subito fatto suo: da L'amore molesto di Martone a La figlia oscura che proprio in questi giorni debutterà su Sky, passando per una serie tv che è stata un vero e proprio evento degli ultimi anni come L'amica geniale, di cui aspettiamo ansiosi la stagione finale. Un fenomeno a cui ha scelto di dedicare un angolo del proprio ricco catalogo anche Netflix, affidando l'adattamento de La vita bugiarda degli adulti, ultimo romanzo firmato dall'autrice nel 2019, a Edoardo De Angelis, che ha diretto tutti i sei episodi della nuova serie e co-sceneggiata insieme alla stessa Ferrante, Laura Paolucci e Francesco Piccolo. A produrre c'è la Fandango di Domenico Procacci, per un nuovo adattamento seriale che riesce nella difficile impresa di ri-portare il mondo dell'autrice su schermo.
Le bugie degli adulti, le bugie che fanno crescere
Protagonista della storia de La vita bugiarda degli adulti è Giovanna, ragazza nata e cresciuta nella Napoli bene del Vomero, protetta in una borghesia colta che si ritiene distante, e forse superiore, da quella più popolare di altre aree di una città complessa come poche. La Ferrante, e De Angelis, ce la raccontano nel momento del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, una transizione dolorosa che parte da un incontro e una scoperta: incuriosita e spaventata dall'affermazione del padre secondo cui "sta facendo la faccia di Vittoria", la ragazza sente la necessità di conoscere la zia con cui il padre ha interrotto i rapporti da tempo, per scoprire un parte di sé e del proprio passato a cui attingere per trovare la propria identità e la vera se stessa.
Una transizione dolorosa perché segnata da una diversa consapevolezza del mondo degli adulti, delle loro bugie sottolineate già nel titolo, dei sotterfugi, gli inganni e le omissioni. Giovanna inizia a guardare al mondo anche da un punto di vista diverso, quello della esplosiva zia Vittoria e del suo mondo, e ne viene contaminata e trasformata. Il suo è un cammino segnato da questo sguardo diverso e meno idealizzato del mondo che la circonda, da un'innocenza perduta in cui ritrovarsi dopo una fase di sofferta confusione.
La vita bugiarda degli adulti su Netflix, tutti i personaggi
I mille colori di Napoli
"Nessun luogo racconta le differenze sociali meglio di Napoli" hanno detto gli sceneggiatori nel corso della conferenza di presentazione de La vita bugiarda degli adulti di Netflix. Ed è vero, come è altrettanto vero che poche autrici riescono a portarla su carta come Elena Ferrante. Siamo negli anni '90 in una Napoli che non è quella di oggi, in un mondo che è più distante dalla nostra quotidianità di quanto lascino immaginare i quasi trent'anni intercorsi dal 1994 ad oggi. Uno sfondo ricco e complesso che Edoardo De Angelis riproduce con il calore di chi quel mondo l'ha vissuto e lo conosce, arrivando ad aggiungere sfumature e dettagli a quanto presente su carta, immergendoci in una realtà partenopea che dei contrasti vive e si alimenta, dal Vomero al Pascone, passando per Chiaia e Posillipo e i centri sociali dell'epoca.
Contrasti che si concretizzano anche nel comparto musicale della serie, nella selezione di canzoni che affonda a piene mani nella realtà di quegli anni, dai 99 Posse e Almamegretta a Peppino di Capri e i Massive Attack, che vanno ad arricchire il lavoro fatto sulla colonna sonora da Enzo Avitabile. Ne viene fuori uno spaccato autentico e vibrante della Napoli anni '90, delle sue problematiche ma anche del suo fascino e delle opportunità. Un ambiente dinamico, in divenire, che accoglie e si scontra con le vite dei protagonisti.
La vita bugiarda di Elena Ferrante
Abbiamo parlato in apertura di Elena Ferrante come di un fenomeno, perché il mistero che avvolge l'identità dell'autrice porta a tenere una certa astrazione nell'esaminare la sua opera, o meglio a valutare l'opera al di là di chi l'ha creata. In questa attenzione allo scritto più che alla penna che l'ha portato su carta, emergono i personaggi, quelle figure tormentate che solo l'autrice de L'amica geniale riesce a tratteggiare con tale autenticità, con particolare riferimento a figure femminili tridimensionali, profonde. Vere. Lo è la Giovanna della brava esordiente Giordana Marengo, lo è altrettanto la sfaccettata, vulcanica, imprevedibile Zia Vittoria di Valeria Golino. Accanto e attorno a loro non spariscono, ma bensì vivono con uguale tensione, i comprimari, a cominciare da Alessandro Preziosi e Pina Turco nei panni dei genitori di Giovanna.
Dalla Ferrante a De Angelis
Al netto di qualche passaggio meno fluido e in parte forzato, delle inevitabili difficoltà nel rendere la prosa peculiare della Ferrante, La vita bugiarda degli adulti colpisce per l'approccio all'adattamento e per il modo compiuto in cui riesce a restituire l'opera originale senza scivolare nella resa pedissequa di quanto scritto. Resta Elena Ferrante in quanto appare su schermo, emerge accanto a lei Edoardo De Angelis, in un'operazione di riscrittura dell'originale che è propria di un grande autore quale è il regista di Indivisibili: si nota la mano del regista, si scorgono i suoi temi e il suo modo di raccontare la realtà campana, non solo al servizio delle tematiche presenti nel romanzo ma capaci di proporre anche riflessioni proprie e personali. La vita bugiarda degli adulti di Netflix riesce così a diventare l'incontro di due grandi autori che in una storia di ritrovano per raggiungere insieme il pubblico.
Conclusioni
Quello che ci ha colpiti de La vita bugiarda degli adulti, la serie italiana Netflix tratta dal romanzo di Elena Ferrante, è come il regista Edoardo De Angelis sia riuscito a essere fedele al racconto e ai temi dell’originale pur mantenendo e portando in scena le proprie tematiche e il proprio modo di raccontare per immagini. Buono il cast, dall’esordiente Giordana Marengo nel ruolo della protagonista Giovanna fino a un’intensa ed esplosiva Valeria Golino, senza trascurare i comprimari capitanati da Alessandro Preziosi e Pina Turco, sullo sfondo di una Napoli degli anni ’90 raccontata con efficacia.
Perché ci piace
- Lo spaccato della Napoli anni ’90 proposto da De Angelis e gli altri sceneggiatori.
- Le due figure centrali della storia e relative interpreti: la Giovanna di Giordana Marengo e zia Vittoria di Valeria Golino.
- Tutto il cast, efficace nel tratteggiare i propri personaggi, anche laddove il tempo su schermo non è eccessivo.
- La cifra stilistica di Edoardo De Angelis, presente ed evidente accanto alle tematiche proprie di Elena Ferrante…
Cosa non va
- … che quindi rendono la serie meno adatta a chi non apprezza il regista.
- Alcuni passaggi meno fluidi, ma che non rovinano la visione.