Nel nuovissimo sito internet di Dario Argento è possibile leggere una trama abbastanza dettagliata del film che concluderà la trilogia iniziata nel lontano 1977 con Suspiria: La terza madre. Dopo numerosi spostamenti di data (inizialmente il film era previsto per maggio) l'uscita nelle sale è ora fissata per il prossimo 31 ottobre, il giorno di Halloween. La strategia di marketing non è nemmeno troppo nascosta, ma c'è da chiedersi come mai un film bello e pronto per l'uscita venga posticipato di quasi cinque mesi; certo è una cosa che succede spesso, ma in questo caso la Medusa ha giocato un po' troppo con i fan del regista romano, anche se probabilmente la già grande attesa per il film crescerà ancora avvicinandosi ad Halloween. Comunque, è anche vero che gli ultimi ritocchi alle musiche di Claudio Simonetti hanno occupato più tempo del previsto, ma rimane il fatto che già da qualche settimana in rete sono disponibili numerose foto dal film, e nuove immagini sono disponibili quasi di giorno in giorno.
Il teaser trailer distribuito nel film Grindhouse - A prova di morte è piuttosto corto ma lascia una piacevole sensazione di attesa, di piacere. I colori ricordano molto i due predecessori e l'atmosfera appare cupa come negli anni (lontani) del miglior Argento. Il regista potrebbe risollevarsi con un film legato al suo passato o crollare con l'ennesimo film indegno delle sue capacità, dopo Il cartaio (2004), Ti piace Hitchcock? (2005) e Pelts (2006). Argento stesso non manca di fare pubblicità a La terza madre, sostenendo di aver giato la scena più paurosa della sua carriera (un lungo piano sequenza in cui Asia compie delle ricerche in una villa abbandonata) ed è comunque bello sperare che sia vero: Argento è uno dei pochi superstiti del cinema di genere italiano, o almeno l'unico a poter lavorare ai suoi progetti con budget buoni.
Aspettiamo con ansia, e intanto dalle immagini disponibili emerge un uso molto anni settanta dei colori, la passione per gli omicidi violenti (in una foto di scena è lo stesso Argento a pugnalare una vittima, come sempre le mani che compiono gli omicidi sono le sue) e scene di tortura con sangue a volontà in una sorta di sabba sotterraneo.
Le prospettive sembrano essere buone, ma scene violente c'erano anche in Suspiria (il primo omicidio con la ragazza che rimane appesa per il collo lasciando sul pavimento del palazzo una macchia di sangue a forma di strega sulla scopa) e Inferno (la morte di Kazanian), supportate però, in particolare nel primo film, da storie ben scritte e dirette con estro e meticolosità.
Suspiria rimane infatti uno dei film migliori del regista (al pari di Quattro mosche di velluto grigio - 1971 e Profondo rosso - 1975), splendida ricostruzione in chiave moderna di fiabe macabre e paurose, con congreghe di streghe e l'introduzione di Mater Suspiriorum, la più anziana delle Tre Madri. L'ambientazione nella scuola di danza di Friburgo è perfetta, e la voce fuori campo che introduce il film smaschera un'attenzione maniacale per le fiabe e le storie d'infanzia; Argento voleva infatti usare attrici bambine, ma alla fine si limitò ad alzare le maniglie delle porte per dare un senso di maestosità all'ambientazione nei confronti delle ballerine. La tensione è sempre alta, così come il senso di qualcosa di inumano e spettrale (i sospiri della strega che si sentono nella scuola la notte sono terrorizzanti), e la sceneggiatura colpisce nel segno con trovate interessanti e un finale adeguato (il fiore che porta al covo segreto, la purificazione finale che lascia comunque un punto interrogativo).
Era il 1977, Suspiria non trova un grandissimo riscontro in Italia, ma all'estero gli incassi sono da record (in Giappone verrà editato il precedente Profondo rosso con il titolo Suspiria 2, sulla scia dell'enorme successo del film). Nel 1980 ecco il secondo capitolo: Inferno, un passo indietro rispetto ai precedenti film. Mater Tenebrarum risulta decisamente meno interessante della madre dei sospiri e il film fallisce proprio in quella ricerca di unione tra folcrorico e moderno che innalzava Suspiria a liveli altissimi. Se nella scuola di Friburgo trovavano contatto (pur in chiave moderna) il folclore europeo, l'idea antica di strega con un sapore da caccia al diavolo quattrocentesca e un ritorno al narrare semplice e basato su segni e simboli, in Inferno l'ambientazione americana non è sfruttata appieno; New York utilizzata per una storia del genere è senza dubbio visivamente meno affascinante, ma anche la storia perde colpi, disegnando personaggi stanchi e regalando solo qualche scena degna di nota (la voce dell'architetto che narra la storia delle tre madri che apre il film, la discesa nelle acque gelide del palazzo e la morte di Kazanian). Proprio il personaggio interpretato da Sacha Pitoeff rappresenta l'anello di congiunzione con l'antico, con il macabro, ma il suo negozio di antiquariato non basta a trasmettere la giusta atmosfera.
Nonostante tutto però, tralasciando il paragone con il predecessore, Inferno rimane un buon film, è ancora un Argento che si diverte a raccontare e che colora i suoi film con una fotografia splendida e un utilizzo visivamente affascinante del sangue.
Ed eccoci ad aspettare il capitolo conclusivo della trilogia, a trent'anni di distanza da
Suspiria. Il progetto de La terza madre è rimasto nel cassetto per anni, ora Mater Lachrimarum si prepara all'arrivo nei cinema proprio la notte delle streghe, con un cast che vede Asia Argento (Il fantasma dell'Opera), Udo Kier (Suspiria) e Daria Nicolodi (Profondo rosso) di nuovo agli ordini di Argento. Intanto gustiamoci le numerose foto dal set, sperando
che La terza madre concluda in modo degno una trilogia che sulla carta è storia dell'horror.