La storia del Frank e della Nina, intervista a Paola Randi: “Un viaggio che parte dalla memoria emotiva"

E poi Milano, i colori che cambiano e l'importanza della scrittura: la nostra intervista alla regista, tornata al cinema con un film da non perdere. In sala.

Paola Randi durante la nostra intervista

Lo dice la stessa Paola Randi, una che ha fatto dell'immaginazione un cinema tanto elegante quanto popolare. "Il film nasce della voglia di raccontare la mia città, Milano". Ma quella che scorre ne La storia del Frank e della Nina, al cinema dopo il passaggio a Venezia 81, è una Milano lontana da quella inflazionata a cui siamo - ahinoi - abituati. Una Milano che cambia colore, che vibra, che non sta mai ferma. Da qui, lo spunto per la trama che incrocia la storia di Gollum (che non parla, se non tramite graffiti sui muri), di Frank, giovanotto che sembra uscito da videoclip degli Smiths, e Nina, sedici anni, una figlia, e l'incubo di un marito imposto e non scelto. Ad interpretare il terzetto, rispettivamente Gabriele Monti, Samuele Teneggi, Ludovica Nasti.

La Storia Del Frank E Della Nina Gabriele Monti Samuele Teneggi Ludovica Nasti Immagine
I protagonisti: Gabriele Monti, Samuele Teneggi, Ludovica Nasti

E con Paola Randi, durante la nostra intervista, partiamo proprio dai colori del film. "Lavoro sulla memoria emotiva, che per me è molto interessante, perché la memoria emotiva è quella che tutti noi applichiamo alla realtà. Perché la nostra emozione, la nostra portata emotiva e la nostra memoria lavorano sugli spunti. Il film si muove sulla temperatura emotiva, come il personaggio, il narratore Gollum. Per questo la scena inizia in bianco e nero e poi finisce a colori. E per questo cambiano anche i formati. La storia del Frank e della Nina è un viaggio che si infila dentro i meandri della testa di qualcuno".

La storia del Frank e della Nina: intervista a Paola Randi

C'è una frase nel film che colpisce, ossia "La realtà è solo un punto di vista". Una frase su cui riflette Paola Randi, applicandola anche al cinema. "Il cinema è una forma di espressione nostalgica. La realtà è un punto di vista. Una traslazione che arriva da un film che amo, Oltre il giardino. Il cinema acchiappa un sentimento e prova a riprodurlo, al contrario del teatro. Tutto dipende da come intendi e interpreti la realtà. Possiamo riconoscerci in certi punti di vista. L'arte di conseguenza di accoglie, dandoti un senso di appartenenza".

Se il personaggio di Gollum si esprime solo attraverso la scrittura, la trovata narrativa funziona, dato che oggi abbiamo in un certo senso perso la capacità di scrivere. "Abbiamo cambiato solo un po' i connotati", spiega Paola Randi, "Credo sia necessario approfondire, e anzi le nuove generazioni sono attrezzate a farlo. Se cogliamo qualcosa dobbiamo contestualizzarlo. Facciamo un esempio. Frank dice a un certo punto: "La realtà è il posto dove ci piove dentro", che è una frase di Calvino che lui dice di aver preso da Dante. Che cosa vuol dire, però? Che lui, come noi, siamo in grado di immaginare cose che non abbiamo mai visto".

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Milano come protagonista

La Storia Del Frank E Della Nina Ludovica Nasti Samuele Teneggi Sequenza
Una scena del film, alla stazione di Milano

In chiusura di intervista, una riflessione della regista sulla (sua) cornice, Milano. "Milano è una città di frontiera, è all'incrocio del nord e del sud, ed è catalizzante di moltissime genti e culture. E quindi era interessante dal mio punto di vista, farla risuonare. Per cui c'è la cultura rom, che esce fuori in Nina, riflette invece questa rock star un po' manga, che è il mio Frank, che ha influenze un po' da tutte le parti. Io non potevo non riecheggiare i cartoni animati anime, o i cartoni animati in generale. Nel cast c'è anche Bruno Bozzetto! E poi dall'altro lato, invece, abbiamo questo personaggio un po' fuori dagli schemi che accentua il suo desiderio di essere qualcosa, un'identità, che è Gollum, una specie di post-punk. La miscellanea di tutti questi elementi fa sì che il loro scambio sia straordinario. La cosa bellissima è data dalla differenza. La città di Milano, per esempio, una città fatta a cerchi concentrici, ed è molto interessante questo punto di vista. Oltre la nebbia vedi questi palazzi meravigliosi, romantici, epici. Territori di conquista, come i castelli delle fiabe. Vista con gli occhi degli adolescenti, la vita è una vita di difficoltà e loro, i miei personaggi, cercano delle soluzioni sbagliando. Perché sbagliamo tutti. E va bene così".