Come dice sul suo profilo Instagram, Mahmood sognava questo ruolo fin da bambino: il cantante di Brividi, con cui ha vinto Sanremo 2022 insieme a Blanco, ama La Sirenetta e in particolare Sebastian.
Il suo desiderio si è realizzato: Mahmood è la voce italiana del granchio incaricato da re Tritone di sorvegliare la più piccola e ribelle delle sue figlie: Ariel. Nel live action diretto da Rob Marshall, al cinema dal 24 maggio, a interpretare la sirena è Halle Bailey. Una delle qualità più evidenti della protagonista è la sua curiosità, che la porta a guardare con fascinazione il mondo degli umani, anche se il suo popolo ne ha paura e li considera dei mostri.
Lo stesso Sebastian all'inizio si trova in difficoltà di fronte a questa voglia della sirena di conoscere il mondo in superficie: "È spaventato: sa che la curiosità a volte può portare anche a cose non positive. Per uscire dalla confort zone a volte si deve rischiare. E la cosa che mi piace di questa storia è proprio che la protagonista rischia: perdendo la voce, uscendo dallo schema base della sua vita".
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Mahmood è sempre stato un fan di La Sirenetta e Sebastian, lo conferma anche nella nostra intervista: "Sebastian cerca di proteggere Ariel più che non capirla. Anche una volta fatto il danno, lui cerca sempre di aiutarla. È una cosa che mi piace: c'è tanto cuore. Per Sebastian è il personaggio chiave della storia: senza di lui non succederebbe nulla. È il collante: è quello che all'inizio cerca di tenerla giù, poi dopo lei sale su e lui la segue e la difende. È il mio personaggio preferito".
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In questa versione di La Sirenetta è importante non soltanto ritrovare la propria voce, ma anche farla ascoltare. Non è una cosa facile: "Sicuramente bisogna darsi tempo. Dipende anche di che settore stiamo parlando: se vediamo al film, a volte per far sentire la propria voce bisogna prima perderla. Nel caso di Ariel il padre all'inizio non la capisce, non capisce il suo desiderio di andare in superficie. E lei ha dovuto perdere la voce, quindi imporre la propria volontà in modo drastico. Nella vita spesso bisogna brancolare nel buio prima di raggiungere il proprio obbiettivo".
Mahmood ha un'altra cosa in comune con Ariel oltre a cantare: la passione per il collezionismo. Anche il cantante, da piccolo, aveva una sorta di "grotta": "A casa di mia madre c'era uno sgabuzzino: era un quadrato, verticale, piccolissimo. Un po' come la sua grotta. Mi ricordo che mi rinchiudevo lì a chiave e creavo i villaggi con i giochi, li mettevo sugli scaffali. Mia madre metteva lì il pomodoro, il mocho e le bottiglie, io toglievo tutto e mettevo i miei giochi. E li mettevo tutti verticali: quindi mi sentivo anche io un po' così, un po' collezionista nella grotta. Avevo anche la musicassetta e le sorprese del McDonald's: avevo proprio Sebastian e l'ho messo nella gabbia del criceto per tenergli compagnia".