Senza Agatha Christie e la sua Miss Marple, probabilmente non sarebbe mai esistita neppure La signora in giallo; eppure, proprio a causa di Miss Marple abbiamo corso il rischio di non conoscere affatto Jessica Fletcher, vale a dire (ma c'è davvero bisogno di dirlo?) la detective più famosa e più amata nella storia della TV, protagonista di una serie altrettanto popolare che oggi festeggia i trentacinque anni dal debutto. Facciamo un passo indietro: alla fine degli anni Settanta, sull'onda dei fortunatissimi adattamenti di due romanzi della Christie incentrati sull'investigatore Hercule Poirot, ovvero Assassinio sull'Orient Express (1974) e Assassinio sul Nilo (1978), appare naturale riportare al cinema anche l'altro, celeberrimo personaggio creato dalla scrittrice inglese, Miss Jane Marple, già interpretata da Margaret Rutherford in quattro film degli anni Settanta.
Nella stagione natalizia del 1980 approda quindi nelle sale Assassinio allo specchio, la prima parte di un progetto di tre pellicole basate sulle avventure di Miss Marple, con Angela Lansbury nel ruolo principale e, nel ricco cast, perfino l'inaspettato ritorno di Elizabeth Taylor. Il film tuttavia ottiene risultati abbastanza modesti al boxoffice, e di conseguenza il proposito di mettere in cantiere altri capitoli verrà accantonato. Poco male... per Angela Lansbury, la mancata permanenza nei panni di Miss Marple le permetterà, da lì a qualche anno, di dar vita al personaggio simbolo della sua sterminata carriera: Jessica Beatrice Fletcher, la signora in giallo per antonomasia, destinata a diventare una delle massime icone del piccolo schermo.
Incurante delle pressioni dei suoi agenti, la Lansbury rifiuta la parte da protagonista in una sitcom per girare invece La signora in giallo, tornando a confrontarsi, benché in maniera indiretta, con la figura di Miss Marple. È innegabile, del resto, che Jessica Fletcher abbia ereditato un bel po' del codice genetico della creatura della Christie, ma la caratterizzazione operata da Angela Lansbury è talmente spontanea e precisa da rendere la signora Fletcher molto più di una mera epigona di Miss Marple: questa vedova sempre gentile e sorridente, dotata di un formidabile intuito nonché di una vena creativa in grado di trasformarla in un'autentica "macchina da best seller", riuscirà a conquistare fin da subito milioni di fan in tutto il mondo, dando vita a uno dei maggiori successi negli annali della TV.
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Murder, She Wrote: quando il mondo conobbe Jessica Fletcher
È il 30 settembre 1984 quando sulla CBS va in onda Chi ha ucciso Sherlock Holmes?, un pilot di novanta minuti (il doppio della durata di un episodio ordinario) in cui ci viene presentata per la prima volta Jessica Fletcher: un'ex insegnante di letteratura che alla soglia dei sessant'anni, con la pubblicazione del suo primo romanzo, si ritrova ad essere un astro nascente della narrativa poliziesca... ma contemporaneamente, avrà l'opportunità di mettere a frutto il proprio fiuto investigativo anche nella realtà, dando la caccia a veri assassini. Murder, She Wrote è il titolo originale della serie: una sintesi esplicativa della sua natura di murder mystery e del richiamo a Murder, She Said, titolo inglese del noto film con Miss Marple Assassinio sul treno, modificato per fare riferimento alla professione di scrittrice della signora Fletcher.
Da allora appuntamento fisso della domenica sera negli Stati Uniti (ma in Italia avrebbe esordito soltanto nel 1988, su Rai 1), con ascolti record e medie di circa venti milioni di spettatori a puntata sul territorio americano, La signora in giallo si rivelerà un fenomeno transgenerazionale in virtù di una quantità infinita di repliche, oltre che di una longevità impressionante: dodici stagioni complessive, per un totale di duecentosessantaquattro episodi, a cui faranno seguito quattro TV movie trasmessi fra il 1997 e il 2003. Le due stagioni iniziali de La signora in giallo vengono ricompensate entrambe con il Golden Globe come miglior serie dell'anno, mentre Angela Lansbury riceverà ben quattro Golden Globe (un record) e dodici nomination all'Emmy Award come miglior attrice, una per ogni stagione della serie (altro record imbattuto).
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Il giallo è un colore caldo
E per dodici anni (diciannove, se consideriamo pure i film), da una puntata all'altra, Jessica Fletcher si adopera a raccogliere indizi aggirandosi fra personaggi sempre nuovi, determinata a far luce sull'omicidio di turno. Perché l'idea alla base de La signora in giallo, nella sua infallibile semplicità, è appunto questa: applicare la formula del whodunit, il giallo deduttivo tanto caro ad Agatha Christie, a puntate di quaranta minuti che di volta in volta permettono di cambiare ambientazioni e comprimari. Insomma, quanto di più classico si possa immaginare in termini di genere poliziesco, in grado di offrire un'alternativa diametralmente opposta ai numerosi crime drama in voga negli anni Ottanta, come Hill Street - Giorno e notte, Cagney & Lacey (trasmesso in Italia come New York New York), Miami Vice e Magnum, P.I. (in quest'ultimo caso, però, con un episodio crossover che vedrà Thomas Magnum e Jessica Fletcher fianco a fianco).
Un'alternativa opposta soprattutto in quanto così 'rassicurante': dal sorriso benevolo di Angela Lansbury alla deliziosa sigla d'apertura di Dave Grusin, tutto ne La signora in giallo trasmette un'atmosfera dolcemente familiare, ravvivata da quel pizzico di suspense (ma senza eccessi di violenza) costituita dalla componente mistery. A partire dal microcosmo messo in piedi attorno alla signora Fletcher: Cabot Cove, fittizia cittadina costiera del Maine, è un idilliaco spaccato di provincia americana, ma con un tasso di delitti da far invidia a Twin Peaks. Perché attorno alla nostra Jessica - e la sospensione dell'incredulità in merito è un prerequisito indispensabile - i cadaveri fioccano con puntualità implacabile: che si trovi fra le ridenti villette della sua Cabot Cove, in metropoli quali New York e Los Angeles o in qualunque altro angolo del pianeta.
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Jessica Fletcher: signora in giallo e maestra di vita
Preziosa alleata o ingombrante spina nel fianco di detective, poliziotti e sceriffi che non hanno la minima chance di tenerle testa, accolta gioiosamente da legioni di parenti, amici, nipoti e fervidi ammiratori sparsi fra i vari continenti, Jessica Fletcher non rinuncia in alcun caso alla compostezza, alla genuina cordialità e al savoir-faire che la contraddistinguono: che indossi abiti da sera con paillettes o i golf di lana delle nostre nonne, che abbia a che fare con i suoi compaesani, con membri del jet set internazionale, con famigerati boss del crimine o con agenti segreti alle prese con l'ultimo atto della Guerra Fredda. Fra i volti noti della serie, il più ricorrente è quello di Seth Hazlitt (William Windom), il medico di Cabot Cove, amico fraterno di Jessica (e prima ancora del compianto marito Frank), suo braccio destro in una cinquantina di indagini e potenziale love interest, almeno nell'immaginazione degli spettatori.
Ma la signora Fletcher, per volontà della stessa Angela Lansbury, sceglierà di non concedersi storie d'amore: per quanto circondata da corteggiatori di ogni età, all'eroina de La signora in giallo non serve un partner romantico. È forse l'unico aspetto davvero innovativo della serie: una protagonista giunta all'età della pensione che sa dimostrarsi coraggiosa e indipendente e che non esita a viaggiare ovunque la portino la promozione dei suoi libri o le disgrazie dei suoi nipoti, tuffandosi in avventure che può, deve e vuole affrontare da sola, senza il desiderio o la preoccupazione di avere un uomo accanto. E non per una rivendicazione femminista, o perché non le si presentino occasioni di 'conquista' (ne avrebbe più lei dell'intero quartetto di Sex and the City), ma perché le sta benissimo così; e in fondo, anche per questo è una role model inossidabile da ben trentacinque anni... sul serio, chi si gode la vita più di Jessica Fletcher?
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