Tre anni dopo il francese Il cecchino, Michele Placido torna alla regia prendendo, ancora una volta dopo Ovunque sei, in prestito l'ispirazione e la modernità che fu di Luigi Pirandello. Il suo La scelta, infatti, prende spunto proprio dall'opera L'innesto, testo teatrale poco conosciuto e altrettanto raramente rappresentato che, proprio come il film, s'interroga sulla capacità di un grande amore ha di sopravvivere ad un dolore capace di scuoterlo e metterlo alla prova nel profondo.
Partendo da queste basi, Placido costruisce un percorso sentimentale con al centro Laura e Giorgio, una coppia interpretata da Raoul Bova e Ambra Angiolini, tanto stabile quanto soddisfatta della propria vita a due, anche se il desiderio di un figlio troppo atteso non li abbandona mai. Tutto questo fino a quando l'imprevisto di una maternità, frutto di una violenza, non causa un terremoto sentimentale ed emotivo tra loro. In questo modo il regista e i suoi interpreti mettono in scena l'irruzione drammatica di un evento, per definizione considerato come portatore di vita e speranza, mentre l'uomo, da parte sua, si trova inaspettatamente a combattere tra l'onore e l'amore.
"Il film è liberamente ispirato ad un testo di Luigi Pirandello del 1919, fece molto scalpore e fu giudicato scandaloso dalla borghesia dell'epoca - ha spiegato Placido - si tratta di un atto unico rappresentato pochissimo, ma che aveva attratto anche l'attenzione di Ronconi. Quando l'ho letto sono rimasto meravigliato dalla sua modernità e ho cercato di essere quanto più possibile fedele alla matrice pirandelliana, ma adeguandola all'oggi. La vicenda mi sembrava ancora più significativa se trasportata nell'attualità, dove la maternità viene nella maggior parte dei casi programmata. La mia intenzione è stata di mettere in luce la straordinarietà della funzione della donna, soprattutto rispetto a quella dell'uomo. E il futuro ci darà ragione di questa lettura. Pirandello, autore dalla grande modernità, aveva già compreso questa qualità, rimanendo sbalordito di fronte alla capacità delle figure femminili di prendere in mano le situazioni in un modo in cui quelle maschili non sono in grado di fare in nessun modo." Il film uscirà in sala il 2 aprile distribuito da Lucky Red in 230 copie e verrà presentato in concorso al prossimo Festival di Pechino(15/21 aprile).
Il mondo delle donne...
Nonostante sia stato accusato di avere un rapporto conflittuale o non completamente risolto con le donne, Pirandello si è sempre dimostrato curioso nei confronti della figura femminile e dei misteri che la caratterizzano. A provarlo sono i molti ritratti che popolano i suoi romanzi e le opere teatrali. Tutti hanno in comune una complessità attraverso la quale ricreare quella infinita possibilità di soluzioni e di punti di vista, tanto cara all'autore. Non è una sorpresa, quindi, che oggi La scelta, porti alla ribalta un argomento purtroppo ancora molto sensibile come la violenza sessuale, l'elaborazione del trauma e le successive conseguenze. Ma, andando oltre questi tre elementi da non sottovalutare, il testo pone l'accento sulla natura del personaggio di Laura che, ignorando qualsiasi giudizio esterno, dimostra il coraggio vitale di una scelta personale. "Di Laura mi ha colpito soprattutto una cosa, ossia il suo rifiuto di essere una vittima - dichiara Ambra - È questo è un messaggio importantissimo per le donne. Anzi, decide coscientemente di non subire e di non far subire agli altri, nel momento in cui la storia di allarga al marito, ai parenti e alla società che deve giudicare. Il suo è un personaggio coraggioso, nuovo, libero capace di cogliere l'occasione di non subire un incidente inatteso, che spezza una musica bellissima. Piuttosto preferisce farsi altre domande senza lasciarsi condizionare dal pregiudizi degli altri."
Il cuore di tutta la vicenda è rappresentato proprio da questo cammino controcorrente e dall'accoglienza di una maternità considerata da molti inaccettabile. Così, non solamente Laura non accetta che il suo futuro venga condizionato, ma si ostina nel tentativo di voler dimenticare ciò che è accaduto per fuggire al rischio dell'identificazione costante di vittima. "Lavorando sul personaggio ho cercato uno spunto diverso ragionando su quella percentuale di donne di cui si parla meno - continua Angiolini - In modo particolare, leggendo un libro di Dacia Maraini, ho scoperto che ci sono vari modi per "reagire" e vivere una violenza. C'è quello di reazione in cui si cerca di lottare, e poi c'è quello passivo in cui non si pone resistenza nella speranza che finisca presto. Trovarmi faccia a faccia con questa alternativa mi ha fatto malissimo ma è stata anche illuminante per accedere a Laura e al suo desiderio di non essere identificata con quel momento. Così, cerca di non farsi mangiare la vita e il futuro. E questo implica una scelta forte e non sempre giusta."
...E il cuore degli uomini
Nel film, però, l'elemento maschile non è solo violenza che, tra l'altro, il regista ha deciso di non mostrare, ma è l'altra parte di un amore chiamato in causa per sostenere una scelta tanto eroica quanto incomprensibile, almeno per un mondo e una natura costruita sull'orgoglio. E con questo uomo profondamente legato alla sua compagna, eppure impossibilitato a comprendere le ragioni che la muovono, si è confrontato Raoul Bova, per una volta fuori dalle ambientazioni più rassicuranti della commedia. "Sono grato a Michele per avermi dato questa possibilità. Giorgio è un personaggio molto raro che offre la possibilità di crescere e misurarsi con alcune difficoltà. Sentire addosso l'adrenalina e dover controllare la paura reverenziale nei confronti di una figura così complessa, ti da la voglia di metterti alla prova e di lottare per ottenere il meglio. Con Michele abbiamo lavorato in grande libertà. Abbiamo iniziato con delle letture per cercare il personaggio e comprendere le sue intenzioni. Poi, una volta conosciuta la materia, è arrivato il momento di utilizzare l'istinto e di esprimere quello che sentivamo. Dal punto di vista maschile non credo ci sia nulla di più difficile del confrontarsi con la violazione della propria donna. Da una parte c'è la rabbia e il desiderio di vendicarsi contro qualcuno di indefinito, dall'altra, però, si deve anche affrontare la difficoltà di guardarla con gli stessi occhi e le medesime sensibilità. Per tutti questi motivi ho trovato interessante vedere le difficoltà di un personaggio maschile che, passando attraverso tutti gli stereotipi della sofferenza, ad un certo punto si ritrova nell'amore."