Il 1984 è un anno destinato a lasciare il segno nella storia dell'horror con l'uscita di Nightmare - dal profondo della notte, che quasi subito diede vita un vero e proprio fenomeno di costume con il villain protagonista, Freddy Krueger, destinato a diventare uno dei personaggi cinematografici più popolari e amati.
La storia, per la quale Wes Craven prese spunto sia da episodi della sua infanzia che da ritagli di cronaca (un articolo su un ragazzo che era terrorizzato dall'idea di morire nel sonno) si sviluppa attorno ad una ragazza, Nancy (Heather Langenkamp) e dai suoi amici, tra cui il suo ragazzo (un giovanissimo Johnny Depp) che si ritrovano ad affrontare le insidie di Freddy Krueger, un assassino di bambini che era stato ucciso e bruciato anni prima dagli abitanti del quartiere di Elm Street, tra cui proprio la mamma di Nancy. Freddie aspetta che le sue giovani vittime si addormentino per ucciderle nel mondo dei sogni, e sarà Nancy, più determinata e combattiva degli altri, a metterlo momentaneamente fuori gioco, durante una lunga notte da incubo.
Incubi d'oro
Costato meno di due milioni di dollari, il primo Nightmare ne incassò più di 25 solo negli States. Oltre a puntare sulle sequenze più spettacolari - tra cui quella in cui Tina viene trascinata sulle pareti della stanza da letto, e poi uccisa - il film di Craven riesce ad evocare un territorio affascinante e pauroso al tempo stesso, come il mondo dei sogni, ma soprattutto a dar vita all'uomo nero, quello di cui sentivamo chiaramente la presenza, non appena qualcuno spegneva la luce. Il mondo degli incubi Nightmare non è poi tanto diverso da quello reale, ma è proprio nel confine quasi invisibile tra le due dimensioni che si sviluppano le fantasie più inquietanti. Il corridoio della scuola sembra lo stesso di sempre, con le porte delle classi e le file di armadietti, fino a quando non senti una voce minacciosa che ti chiama e ti rendi conto di essere caduto in un sonno profondo. Resistere al sonno è impossibile, l'unica cosa da fare è affrontare Freddy nel suo mondo, costi quel che costi.
Con Nightmare II: la rivincita la regia passa a Jack Sholder, la trama si fa meno avvincente rispetto al primo capitolo ed è incentrata sull'esperienza vissuta dai nuovi inquilini della casa in cui abitava Nancy, in particolare il giovane Jesse Walsh (interpretato da Mark Patton). L'aspetto più curioso del secondo capitolo della saga è il sottotesto omoerotico (in seguito confermato dai realizzatori del film) che tra le altre cose vede Jesse fare un sogno in cui incontra il suo allenatore in un locale gay. Per ironia della sorte, lo stesso Patton, anni dopo farà coming out. Fortunatamente Nightmare 3 - I guerrieri del sogno si riallaccia alla storyline di Nancy ed è uno dei più belli e avvincenti della serie. La regia è affidata a Chuck Russell, che ne cura anche la sceneggiatura insieme a Craven e a Frank Darabont, che in seguito avrebbe realizzato Il miglio verde, Le ali della libertà e The Walking Dead. Ritroviamo Nancy ormai adulta e diventata psichiatra - con una specializzazione in disturbi del sonno - che aiuta i giovani ospiti del Westin Hills Mental Institution, in cura per tendenze suicide. Quando Freddy inizia a mietere nuove vittime tra i ragazzi - tentando di uccidere anche Kristen (Patricia Arquette) - Nancy dovrà affiancarli nella lotta contro il mostro, che avrà esiti drammatici. L'amicizia che unisce i ragazzi e le scene suggestive - tra cui quella che si accompagna ai titoli di testa, durante la quale la Arquette tenta di restare sveglia costruendo un modellino della casa di Elm Street con lo stereo a tutto volume - sono tra i punti di forza di questo terzo capitolo che vede nel cast anche John Saxon, già nel cast del primo film.
Nightmare 3 si chiude con la sepoltura dei resti di Freddy in un terreno consacrato, un espediente che tuttavia non riesce a fermarlo. Nel quarto capitolo infatti, Kristen (qui interpretata da Tuesday Knight, che prende il posto della Arquette) trasferisce i suoi poteri ad Alice, che inavvertitamente fa entrare altri ragazzi nei suoi sogni permettendo a Freddy di ucciderli. Vengono confermati alcuni interpreti del terzo capitolo - tra cui Ken Sagoes e Rodney Eastman - che tuttavia vengono uccisi da Krueger. Da Nightmare 4 - il non risveglio (diretto da Renny Harlin) la saga inizia a mostrare la corda, anche se la popolarità del personaggio di Englund è ormai alle stelle, tanto che in Italia si decide di intitolare il quinto film Nightmare 5: il mito. Il film, incentrato sulla gravidanza di Alice, e dei tentativi di Freddy di incarnarsi nel bambino che la ragazza porta in grembo, è diretto da Stephen Hopkins ha un plot poco convincente nel quale Krueger è ancora meno 'signore degli incubi' e più personaggio da cartoon, tanto che si trasforma in SuperFreddy e uccide un giovane appassionato di comics, ma si trasforma anche in un cuoco da incubo per uccidere Greta.
La paura non fa Novanta
La componente grottesca, ormai divenuta una caratteristica della saga, viene enfatizzata nel sesto capitolo, che esce nei primi anni Novanta, e si rivela deludente sotto ogni punto di vista, nonostante un folle cameo di Johnny Depp e l'optional del 3D, pubblicizzato a gran voce, ma applicato solo alle ultime sequenze della pellicola. Dopo Nightmare 6: la fine, diretto da Rachel Talalay, e il serial Freddy's Nightmares che vede Robert Englund introdurre le storie dei vari episodi che ne facevano parte e partecipare solo ad alcuni, bisognerà aspettare qualche anno per l'ultimo capitolo della saga di Nightmare, considerato dai più uno dei migliori. Wes Craven torna dietro la macchina da presa per dirigere Nightmare nuovo incubo, un settimo capitolo metacinematografico in cui ritroviamo oltre ad Englund anche Heather Langenkamp nei ruoli di sè stessi, che insieme a Craven si ritrovano ad affrontare il "vero" Freddy Krueger, un'entità malvagia generatasi all'interno della saga stessa. Da quando non sono stati girati altri capitoli di Nightmare tuttavia, il vero Freddy cerca di approdare nel mondo reale, con conseguenze immaginabili.Si ricomincia dagli anni Zero?
Con il settimo capitolo si chiude ufficialmente la saga di Nightmare. Ritroviamo Englund nei panni di Krueger per l'ultima volta nello spin-off Freddy Vs. Jason, un esperimento che mette insieme due icone horror come Krueger e Jason Voorhees, star del franchise di Venerdì 13. Ronny Yu, già autore de La sposa di Chucky, rende lo scontro tra i due epico e divertente - sicuramente più di quanto era stato fatto con Nightmare 6 - e regala ai fan anche qualche scena da brivido. Per i due franchise tuttavia, arriva il momento di chiudere i battenti e reinventare la propria mitologia da zero per adattarsi ad un pubblico più giovane.Il reboot del primo Venerdì 13 infatti arriverà nelle sale nel 2009, anticipando di pochi mesi l'uscita del reboot di Nightmare.
Mentre i fan della prima ora sperano di rivedere Englund nei panni di Krueger, gli studios decidono di affidare un ruolo così iconico a Jackie Earle Haley. Una scelta vincente - almeno sulla carta - ma nonostante il talento dell'attore premiato con l'oscar per Little Children, il pesante make up del personaggio, completamente rielaborato per l'occasione, toglierà espressività a Freddy Krueger, condannando il film ad un'accoglienza tiepida. Nonostante alcune sequenze suggestive infatti, al film manca l'essenza del primo Nightmare, che ne fece un cult tra i ragazzi degli anni Ottanta e quelli delle generazioni successive. Viene dato più spazio alla storia personale di Freddy, che nel film di Craven era appena accennata, e il tutto viene confezionato in una veste più cupa e patinata, rispetto all'originale, che era stato realizzato con un budget decisamente inferiore, ma riusciva (e riesce ancora) a coinvolgere il pubblico con il susseguirsi di sequenze terrificanti e lo scontro tra i giovani protagonisti e il villain dal cappellaccio e maglia a righe. Con il film di Samuel Bayer - che vede nel cast un manipolo di giovani star lanciatissime come Rooney Mara e Kellan Lutz - ci si risveglia (forse per sempre?) dall'incubo di Elm Street.