Un autore coraggioso
Non era il prototipo dell'autore di bestseller internazionali, lo svedese Stieg Larsson. Giornalista investigativo, attivista politico, femminista e vittima di minacce di morte per le sue indagini sulle attività illegali di varie associazioni di estrema destra; un grande fan dei libri di Pippi Calzelunghe, e un uomo schivo e coraggioso certamente agli antipodi di franchise umani alla John Grisham o entertainer alla Stephen King. Eppure, alla sua penna si deve uno dei maggiori successi letterari di di genere crime/ detection degli ultimi anni, la Trilogia di Millennium, che include tre romanzi: Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, pubblicati rispettivamente nel 2005, nel 2006 e nel 2007. Tutti postumi, perché Larsson è stato stroncato da un attacco cardiaco nel 2004, poco dopo aver consegnato i suoi tre romanzi alla casa editrice Norstedts.
Long Live Lisbeth
Uno degli orrori segreti della ricca, algida e civilissima Svezia sono i numerosi crimini violenti commessi ai danni delle donne: Stieg Larsson ne fece la sua crociata. La sua paladina? Lisbeth Salander, la misteriosa, geniale e appassionata hacker ventitreenne che è al centro di tutti e tre i volumi della trilogia, e che porta un nome che per Larsson aveva un significato molto particolare: a quindici anni assistette impotente, infatti, allo strupro di gruppo di una coetanea, e non riuscì mai a perdonarsi il fatto di non essere riuscito ad aiutarla. Il nome della giovane vittima era appunto Lisbeth. Ed è vittima sì, di infiniti soprusi, di violenze indicibili, e di una vera e propria cospirazione governativa, la sua Lisbeth Salander, frutto di un'operazione creativa personale e catartica, ma è anche una fiera, spesso brutale vendicatrice che cerca e ottiene giustizia con l'aiuto del giornalista Mikael Blomkvist, personaggio in cui Larsson profonde più di un elemento autobiografico.La saga approda al cinema
La trilogia, che ha al suo attivo oltre 65 milioni di copie vendute in tutto il mondo, non ha tardato a risvegliare l'interesse delle compagnie cinematografiche: i diritti per la riduzione filmica sono stati acquisiti nel 2008 dalla svedese Yellow Bird, che ha avviato la produzione di tre pellicole girate back to back e destinate a conservare i titoli dei romanzi di Larsson. A coprire i ruoli di Lisbeth e di Mikael sono stati chiamati il bravo Michael Nyqvist e la carismatica Noomi Rapace, e i film, diretti da Niels Arden Oplev (il primo, Uomini che odiano le donne) e da Daniel Alfredson (i successivi La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta), sono usciti nel giro di pochi mesi nel 2009 e sono stati distribuiti in tutto il mondo, ottenendo - soprattutto il primo - anche un buon riscontro di critica. A colpire nel segno è soprattutto l'interpretazione energica e magnetica di Noomi Rapace, che regala alla storia del cinema la prima incarnazione di grande impatto dell'eroina larssoniana.Millennium TV
Sfrutta l'abbondante girato dei tre film di Oplev e Alfredson la miniserie televisiva Millennium, prodotta dalla Yellow Bird in collaborazione con il network STV: si tratta un adattamento televisivo in sei parti di circa 90 minuti ciascuna, quindi molto più lungo e dettagliato rispetto ai film. Le prime due parti, che portano la firma di Oplev, sono ottenute aggiungendo scene tagliate al primo film, mentre le altre quattro sono addirittura pensate e girate da Alfredson per la TV, e poi adattate alla distribuzione cinamatografica. La miniserie, trasmessa nel 2010, ha ottenuto diversi premi tra cui un Emmy Award nel 2011.
Solo Noomi per Lisbeth?
Quando, all'inizio del 2010, la Sony/ Columbia realizza il potenziale economico per una versione stelle e strisce della trilogia filmica e mette Scott Rudin a capo del team di produzione della prima pellicola, insieme alle prevedibili voci di protesta per un "inutile remake di un film recentissimo", arrivano anche quelle degli addetti ai lavori (tra cui il nume della critica USA Roger Ebert) che chiedono di ingaggiare la Rapace anche per questo nuovo adattamento. Sembra che, tuttavia, sia stata proprio l'attrice svedese la prima a declinare, stanca di un ruolo già interpretato in tre film, e destinato a definire probabilmente la sua intera carriera. Inizia così la caccia alla Lisbeth hollywoodiana, ma prima di esplorare le opzioni per il cast, Rudin e soci intendono reclutare un regista di alto profilo e di grande personalità: nell'aprile del 2010 David Fincher accetta il timone dell progetto, e durante l'estate si occupa di scovare il suo Mikael e la sua Lisbeth. Il britannico Daniel Craig, l'ultima incarnazione di James Bond, firma in luglio un contratto che contiene l'opzione per altri due film oltre a Millennium - Uomini che odiano le donne, le cui riprese si svolgeranno tra l'autunno e l'inverno successivo tra le nevi della Svezia, mentre serve qualche settimana in più per dare un volto a Miss Salander.La scommessa Rooney Mara
"Rooney è stata l'unica attrice americana a fare il provino ed è stata obiettivamente la migliore di tutte. In The Social Network interpretava un personaggio che era l'esatto contrario di Lisbeth, ad un certo punto le ho chiesto: riesci a fare l'opposto di quello che hai fatto finora?, la sua risposta è stata sempre affermativa, ha superato le tantissime prove che le abbiamo posto di fronte, non ha mai mollato e dopo alcune settimane abbiamo capito che era veramente disposta a fare di tutto per avere la parte. Non abbiamo saputo né voluto più resisterle". Questa l'eloquente dichiarazione di Fincher riguardo alla scelta della sua protagonista, che inizialmente aveva suscitato molte perplessità, considerato lo stuolo di attrici più quotate della giovane Mara che si erano dette interessate al ruolo.Le perplessità iniziano a scogliersi già al circolare delle prime immagini promozionali per il film di Fincher, che testimoniano l'impressionante metamorfosi della dolce Rooney Mara. Millennium - Uomini che odiano le donne esce nel dicembre del 2011: il debutto è in sordina, ma nelle settimane successive il film si trasforma in un discreto successo, fermandosi poco sotto il traguardo dei cento milioni complessivi ai botteghini domestici.
La nomination agli Oscar
A fine gennaio 2012, l'Academy of Motion Picture Arts and Science annuncia le nomination agli 84esimi Oscar, e per il film di Fincher ci sono cinque menzioni. La più importante è quella nella categoria Migliore attrice protagonista, che mette meritatamente Rooney Mara in corsa contro Meryl Streep, Glenn Close, Viola Davis e Michelle Williams.Nel frattempo, la Sony Columbia ha dato il via al lavoro di Steven Zaillian sullo script del secondo episodio della triologia americana, The Girl Who Played with Fire, in cui i due protagonisti avranno ancora il volto di Craig e Mara. L'ok di Fincher, che ha in ballo diversi importanti progetti per i prossimi due anni, si fa invece attendere.
Il Quarto Capitolo
Sembrano essersi invece spente le speranze di vedere pubblicato un quarto volume della serie letteraria, quello a cui Larsson stava lavorando al momento della sua scomparsa improvvisa, e che sembra fosse già completo per tre quarti. Molti fan auspicavano che Eva Gabrielsson, compagna del compianto scrittore, potesse finirlo al posto suo, ma la donna, autrice del recentissimo volume biografico Stieg e io, ha recentemente dichiarato che una pubblicazione del romanzo (che aveva il titolo temporaneo di Guds hämd, ovvero La vendetta di Dio) è impossibile a causa delle controversie tra lei e la famiglia di Larsson.