La nostra avventura nel mondo creato dalla fantasia di Robert Jordan continua, e, come vedremo in questa recensione del quinto episodio de La Ruota del Tempo, questa settimana ci troviamo a dare una sbirciata ancor già da vicino al complesso mondo delle Aes Sedai, comprendendo meglio la loro organizzazione, le complesse relazioni che le legano le une alle altre (soprattutto in termini di rivalità tra un Ajah e l'altro) e ai loro Guardiani. Questo nuovo episodio della serie è infatti in parte incentrato proprio su quello che accade quando questo fortissimo legame viene spezzato: quali sono le conseguenze sulla psiche di un Guardiano che, come ci spiega un altro personaggio, "mai dovrebbe sopravvivere alla propria Aes Sedai"?
Le cose procedono anche per quelli che ci sono stati presentati come i protagonisti della storia, i cinque ragazzi che hanno lasciato casa per intraprendere un'avventura in un mondo vasto e sconosciuto, di cui non conoscono le regole e in cui fanno fatica a sopravvivere. Ma uno di loro è il Drago Rinato, e presto svolgerà un ruolo fondamentale nella ciclica lotta contro il Tenebroso.
Un salto temporale
Giunti a più di metà stagione (in totale gli episodi sono otto), La Ruota del Tempo fa il primo salto temporale in avanti, ad un mese da quanto accaduto ne Il Drago Rinato: tutti i personaggi stanno per arrivare alla Torre Bianca, alcuni in maniera più spedita, altri affrontando ulteriori difficoltà. L'episodio è per gran parte dedicato - come quello precedente - al gruppo composto da Moiraine (Rosamund Pike), Nynaeve (Zoe Robins), al'Lan Mandragoran (Daniel Henney), che insieme ad altre Aes Sedai (sia Rosse che Verdi) ed i loro guardiani hanno catturato e neutralizzato il falso Drago Rinato. Lo scontro ha fatto numerose vittime, tra queste la Aes Sedai Kerene, ma è anche servito per portare alla luce il potere di Nynaeve, che in un momento di disperazione ha inaspettatamente trovato la forza per salvare tutti gli altri. Dopo un mese dai fatti ci rendiamo conto dell'enormità delle conseguenze di quanto accaduto, sopratutto sulla psiche di Stepin, incapace di superare la morte di Kerene: arrivati alla Torre, non passerà molto prima che il dolore che lo divora si faccia per lui insostenibile.
Contemporaneamente anche Mat (Barney Harris) e Rand (Josha Stradowski) arrivano a Tar Valon (dove si trova la Torre), prima di cercare Moiraine però affittano una stanza per passare la notte. Il tracollo psicologico di Mat - che Rand crede dipendere dal fatto che abbia utilizzato l'Unico Potere e sia per questo sull'orlo della follia - si fa sempre più evidente, ed il ragazzo non sa come salvare il proprio amico. Sempre in arrivo in città troviamo poi Perrin (Marcus Rutherford) ed Egwene (Madeleine Madden), che stanno ancora viaggiando insieme ai Tuatha'an. Sulla loro strada però troveranno ad ostacolarli un manipolo di Figli della Luce, insieme al Lord Capitano che abbiamo visto torturare ed uccidere Aes Sedai negli episodi precedenti. Dopo aver riconosciuto Egwene e Perrin, li sottoporrà ad un crudele interrogatorio ma, involontariamente, risveglierà finalmente in loro la capacità di fare uso di poteri speciali (torna l'affinità tra Perrin ed i lupi).
La ruota del tempo, la recensione del quarto episodio: Il Drago Rinato è tornato?
Una mondo che si fa sempre più intrigante
Come avevamo notato per l'episodio precedente, anche in questo Sangue chiama sangue notiamo un certo sbilanciamento a livello di sceneggiatura per quanto riguarda lo spazio dedicato ad un gruppo di personaggi, quello composto da Moiraine ed i suoi, rispetto agli altri. Gran parte della trama si svolge nella Torre Bianca, e per quanto sia particolarmente utile quanto accade per comprendere ancora meglio l'organizzazione politica e sociale del mondo fantasy in cui ci troviamo, il ritmo con cui procede l'azione è piuttosto altalenante, e questo potrebbe mettere un po' alla prova lo spettatore (e la sua capacità di mantenere alta l'attenzione su ciò che sta accadendo sullo schermo).
Di Sangue chiama sangue, oltre alla prova estremamente intensa di Peter Franzén nel ruolo Stepin, ci ha particolarmente colpito la parte dedicata a Egwene e Perrin, il momento in cui lui confessa all'amica, dopo essere stato torturato, di aver ucciso la donna che amava è infatti tra i più toccanti visti fino ad ora.
Tra altri e bassi, quindi, La ruota del tempo continua a coinvolgere i propri spettatori, settimana dopo settimana, trascinandoli in maniera non affrettata, graduale, in un mondo fantasy che appare di volta in volta più complesso ed interessante. L'organizzazione politica interna alle Aes Sedai, ma anche più in generale il rapporto tra uomini e donne nella realtà creata da Jordan e trasposta da Rafe Judkins, si fa sempre più intrigante. Tre episodi, che sono quelli che mancano alla fine, ci sembrano un po' pochi per tirare le fila di quanto iniziato nei primi cinque, ma siamo comunque molto curiosi di scoprire come si evolveranno le cose.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione del quinto episodio de La ruota del tempo sottolineando come la storia si faccia man mano più coinvolgente, accompagnandoci alla scoperta del mondo fantasy creato da Jordan. Siamo curiosi di vedere come si evolveranno le cose negli episodi conclusivi.
Perché ci piace
- Si scopre ancora di più sul mondo delle Aes Sedai e più in generale sull'universo creato da Jordan.
- La trama si fa più coinvolgente ed interessante.
- Alcuni segmenti dell'episodio sono molto toccanti.
Cosa non va
- Il ritmo in certi momenti è un po' sbilanciato.