"A voi non importa nemmeno della scuola!" "No, a noi non importa soltanto della scuola."
È un'epifania drammatica quella che si abbatte all'improvviso, proprio l'ultimo giorno di scuola, sulla studentessa più brillante della Crockett High School, Molly Davidson: il successo accademico non è inconciliabile con le esperienze più ludiche e frivole dell'adolescenza. Si tratta del motore che dà avvio alla folle notte raccontata nell'opera d'esordio da regista dell'attrice Olivia Wilde, di cui ci accingiamo a parlare nella nostra recensione de La rivincita delle sfigate, bislacca e fuorviante rititolazione di Booksmart: una delle sorprese della stagione negli Stati Uniti, con un entusiasmo che ha coinvolto più la critica del grande pubblico, ma con tutte le caratteristiche per diventare uno dei futuri cult del filone dei teen movie.
Tutto in una notte: alla ricerca del tempo perduto
Al centro della trama de La rivincita delle sfigate, una sorta di Fuori orario declinato secondo i canoni del coming of age, troviamo una coppia di amiche per la pelle in procinto di abbandonare la scuola superiore. Molly Davidson, interpretata con piglio autoritario dalla Beanie Feldstein di Lady Bird, è la presidentessa del comitato studentesco, tratta con superiorità un po' snob i propri coetanei, ha un poster di Ruth Bader Ginsburg appeso in camera e ambisce ad accedere a tempi record al ruolo di giudice della Corte Suprema. Amy Antsler, che ha il volto della Kaitlyn Dever di Short Term 12 e Beautiful Boy, ha in programma attività di volontariato in Botswana, coltiva fantasie romantiche verso un'alunna del suo stesso liceo e condivide con Molly la dedizione per lo studio. Ma cosa accade quando le due ragazze si rendono conto di aver 'sprecato' la propria adolescenza?
È il dilemma che colpisce Molly con l'effetto umiliante di un gavettone (la regia di Olivia Wilde gioca con intelligenza su tali accostamenti), e che spingerà lei ed Amy a tentare di recuperare in una singola notte tutto il tempo negato al divertimento e alle trasgressioni pur di rimanere delle studentesse-modello. Attraverso gli ingredienti tipici della commedia di ambientazione liceale, La rivincita delle sfigate riflette innanzitutto su questo: esiste un modo giusto o un modo sbagliato di vivere i propri anni da teenager? Nel microcosmo scolastico, rigorosamente codificato in ruoli e gerarchie pressoché inscalfibili, riusciranno le nostre giovani eroine a dimostrare di non essere solo delle "secchione" ma di sapersi destreggiare pure con la vita notturna dei party?
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L'insostenibile leggerezza dell'essere adolescenti
L'ultima, estrema sfida prima di ricevere il diploma darà dunque inizio a un'avventura via via più sfrenata per le protagoniste: dalla strenua ricerca della villa in cui si sta celebrando la festa più affollata della serata, fra depistaggi e incontri inaspettati, incluso quello con il preside-tassista Jordan Brown (Jason Sudeikis, marito della Wilde), al confronto tutt'altro che semplice con il timore e l'insicurezza di flirtare con il ragazzo o la ragazza dei propri sogni, di deporre la maschera di serietà davanti ai compagni di scuola o di lanciarsi in un intrepido karaoke sulle note di You Oughta Know di Alanis Morissette. Booksmart racconta tutto questo: con leggerezza, senza paura di sconfinare talvolta nel campo della farsa, ma al tempo stesso evitando la superficialità o le soluzioni più scontate.
Tenendo lo sguardo sul cinema di John Hughes, ma anche su altri film sull'adolescenza più recenti e 'smaliziati' quali Ragazze a Beverly Hills e Mean Girls e su alcuni esempi di teen comedy televisiva, Olivia Wilde riesce comunque a infondere in Booksmart uno spirito decisamente contemporaneo: dalla naturalezza nel descrivere l'omosessualità di Amy senza dover sottolineare distinzioni rispetto al modello eteronormativo alla scelta di non imperniare la vicenda sui patemi amorosi delle due protagoniste, quanto sul loro rapporto d'amicizia. Un rapporto che procede in parallelo con il percorso di scoperta individuale che ciascuna di loro dovrà inevitabilmente affrontare; sapendo sempre, tuttavia, di avere al fianco una persona su cui poter contare in maniera incondizionata, al di là di ogni possibile conflitto.
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Conclusioni
Come abbiamo illustrato nella nostra recensione de La rivincita delle sfigate, il debutto alla regia di Olivia Wilde ci consegna uno dei migliori teen movie degli ultimi anni: arguto, vivacissimo, scandito da un formidabile fuoco di fila di battute e da una messa in scena di notevole inventiva (si veda la sequenza in cui Molly ed Amy, in preda a droghe allucinogene, si tramutano in Barbie), Booksmart ci rappresenta le difficoltà e i disagi dell’ultima fase dell’adolescenza, esaltando però il coraggio, l’autoironia e lo spirito di solidarietà che permettono di fronteggiare e vincere tali sfide. Beanie Feldstein e Kaitlyn Dever si rivelano due interpreti perfette, ben spalleggiate da una galleria di ottimi comprimari.
Perché ci piace
- L’ironia, l’acutezza e la profondità con cui Olivia Wilde racconta i riti di passaggio dell’adolescenza.
- Una sceneggiatura irresistibile, caratterizzata da un ritmo spedito e da una serie di battute memorabili.
- Una coppia di protagoniste strepitose, al centro di un ventaglio di personaggi davvero ben delineati.
Cosa non va
- Un paio di forzature narrative verso l’epilogo e qualche concessione a una comicità più farsesca.