Il nuovo fenomeno cinematografico del Far East è la Tailandia. Questo paese in pochi anni è riuscito a passare da un'industria decisamente artigianale e arretrata a una produzione commerciale di tutto rispetto che grazie ad alcuni fenomeni, come il nuovo re del cinema d'azione Tony Jaa, è riuscito a fare breccia anche nei mercati internazionali. Oggi la Tailandia raccoglie l'eredità di Hong Kong per quello che concerne la produzione di genere, in particolare d'azione. Ed è proprio a questa nuova e stimolante action reinassance che il Far East Film Festival 2009 decide di dedicare un focus d'approfondimento, proponendo alcuni titoli di spicco come Ong Bak 2 e Chocolate. Il Festival ci offre anche l'opportunità di interrogare direttamente i principali artefici di questa nuova tendenza: il regista e produttore Prachya Pinkaew e il regista e coreografo d'arti marziali Panna Rittikrai.
Signor Pinkaew, qual è secondo lei l'aspetto più importante in un film d'azione?
Prachya Pinkaew: Bisogna capire che il principio cardine è fondare il film sulla base dell'arte marziale. Il mio obiettivo fin dall'inizio è stato di portare al cinema il Muay Thai, una disciplina che era stata trascurata dal grande schermo. Per me è fondamentale sondare le reazioni degli spettatori quando guardano i film. Ho notato che il pubblico era stufo degli effetti speciali in computer graphic ed era desideroso di tornare ad assistere all'azione vera.
Come si sviluppa la collaborazione tra lei e il coreografo Panna Rittikrai?
Prachya Pinkaew: È fondamentale riuscire a combinare insieme le idee del regista e del coreografo per sviluppare una visione coerente e omogenea. Io e Panna Rittikrai abbiamo discusso a lungo, anche prima di girare, sul modo migliore di caratterizzare l'eroina di Chocolate interpretata da Jeejia Yanin e abbiamo riflettuto a lungo sugli ambienti e sulle situazioni di combattimento.
Signor Rittikrai, quali sono i suoi modelli di riferimento nell'ambito delle arti marziali?
Panna Rittikrai: Da giovane ancora non conoscevo le arti marziali, ma già allora i miei eroi erano le star del cinema di kung-fu, da Bruce Lee a Jackie Chan a Jet Li. Poi ho iniziato a imparare e a praticare io stesso le arti marziali, cominciando da quelle tradizionali asiatiche come muay thai, kung-fu, karate, taekwondo, fino a quelle internazionali che oggi riscuotono molto successo, come la capoeira.
E quali sono, più specificamente, le sue fonti di ispirazione nel campo delle coreografie d'arti marziali?
Panna Rittikrai: Il primo è stato e rimarrà sempre Bruce Lee: è lui che ha rivoluzionato il cinema d'azione conferendogli un'impronta realistica. Un altro a cui mi ispiro è Jackie Chan, che è riuscito a far credere al pubblico anche le cose più impossibili. L'ultimo in ordine di tempo è Yuen Woo-Ping, che ha portato al cinema la disciplina del wushu.
Signor Pinkaew, in qualità di produttore, in che direzione guarda oggi l'emergente industria cinematografica tailandese? A quali modelli fa riferimento?
Prachya Pinkaew : Il cinema tailandese guarda con interesse a tutti gli stimoli che possono provenire dall'estero, per poi rielaborarli in chiave nazionale. Il cinema di Hong Kong ha costituito per lungo tempo una fonte di ispirazione fondamentale per tutta l'Asia, non solo per quello che riguarda le arti marziali. Naturalmente anche i modelli occidentali, in particolare le nuove tendenze provenienti da Hollywood, sono seguiti con interesse. Ma penso che la cosa più importante sia sempre quella di sviluppare idee proprie e di guardare in primo luogo con un occhio di riguardo al pubblico locale.
E che registi occidentali apprezza di più?
Prachya Pinkaew : Amo in genere il cinema fantastico, quello in grado di ricreare mondi fondati sulla pura immaginazione. Amo gli autori che riescono a creare qualcosa di insolito e di innovativo, come Peter Jackson, uno dei miei modelli di riferimento. Del cinema italiano conosco poco, ma ho apprezzato particolarmente Nuovo Cinema Paradiso.
Dopo Chocolate desiderate ancora portare sullo schermo altre eroine delle arti marziali?
Prachya Pinkaew: Il mio prossimo progetto, che comincerò a girare a luglio, è proprio incentrato su sette lottatrici femminili. Sarà una sorta di remake de I sette samurai, ma lo stile delle combattenti si riferirà alla tradizione tailandese. Tra di esse la leader sarà naturalmente di nuovo Jeejia Yanin, ma stiamo reclutando anche altre ragazze in grado di rivaleggiare con lei.
Panna Rittikrai: Se troverò altre attrici brave come Jeejia Yanin ben volentieri! Ma per il momento sono concentrato nel portare avanti un progetto su cui medito da diversi anni. Si tratta di un film che ha per protagonista uno stuntman tailandese e che mostra in maniera realistica l'apprendistato e l'addestramento delle controfigure nel cinema d'azione. Naturalmente ci saranno anche riferimenti autobiografici...