Atlanta, Georgia: cinque uomini mascherati e con le armi spianate fanno il loro ingresso in una banca, penetrano all'interno del deposito di sicurezza e prelevano ciò che stanno cercando. Pochi istanti più tardi, alla loro uscita dall'edificio, ha inizio un forsennato inseguimento con alcune auto della polizia: un inseguimento che si concluderà nel bel mezzo di una strada pubblica, con un potente fumogeno rosso a riempire di color sangue lo scenario di quella furiosa guerriglia urbana.
Dei cinque uomini mascherati autori della rapina, tre sono i criminali Michael Atwood (Chiwetel Ejiofor) e i fratelli Russell (Norman Reedus) e Gabe Welch (Aaron Paul), mentre gli altri due, Marcus Belmont (Anthony Mackie) e Franco Rodriguez (Clifton Collins Jr.), sono in realtà membri del corpo di polizia, con interessi privati ben lontani dall'etica del loro lavoro. L'oggetto della refurtiva viene consegnato da Michael nelle mani di Irina Vlaslov (Kate Winslet), spietata First Lady della Mafia russa, nonché sorella di Elena (Gal Gadot), madre del figlio di Michael, che l'uomo vorrebbe invano riabbracciare...
Violenza sulle strade di Atlanta
Quelli appena citati sono solo alcuni dei nomi all'interno del ricco cast di Codice 999, terzo lungometraggio hollywoodiano diretto dal regista australiano John Hillcoat, e probabilmente quello dalla gestazione più complessa. Messo in cantiere nel 2010, dopo aver acquistato il copione scritto dall'esordiente Matt Cook e con Shia LaBeouf ingaggiato nel ruolo principale, Codice 999 sarebbe poi stato messo in stand by per difficoltà produttive. Hillcoat avrebbe ripreso in mano il progetto due anni più tardi, fra continui rinvii e cambiamenti nel cast (inizialmente fra gli interpreti figuravano Charlie Hunnam, Cate Blanchett e Christoph Waltz), per poi avviare finalmente le riprese nella primavera del 2014. Come gà nel precedente Lawless, pure in questo caso Hillcoat si trova a gestire una notevole quantità di personaggi, benché la figura primaria e il focalizzatore privilegiato sul racconto sia Chris Allen, che ha il volto di Casey Affleck: un poliziotto coraggioso e integerrimo, catapultato - senza esserne pienamente cosciente - in un mondo senza legge e in cui sembrerebbe rischioso perfino fidarsi dei propri colleghi.
Il contrasto fra integrità e corruzione, fra il rispetto per la propria vocazione di "difensori della legge" e un'insidiosa ambiguità morale, è la dicotomia al cuore del racconto elaborato da John Hillcoat in Codice 999, titolo che fa riferimento all'emergenza relativa all'attacco contro un poliziotto. Provocare un codice 999, in modo da distrarre gli agenti di polizia e avere il campo libero, è infatti il piano elaborato dalla gang di Irina; se non fosse che, nel corso degli avvenimenti, qualcosa andrà storto, e il precario equilibrio delle rispettive alleanze cederà il posto a un "tutti contro tutti" dagli esiti imprevedibili. Su un canovaccio poliziesco sostanzialmente tradizionale, il regista di The Road imbastisce dunque uno spettacolo iperrealista e iperviolento, in cui l'azione, anche per merito del montaggio di Dylan Tichenor, mantiene un ritmo teso e incalzante per tutte le due ore di durata del film, concedendo allo spettatore pochissimi momenti per riprendere fiato.
True detective e falsi poliziotti
I costanti livelli di tensione, la fotografia plumbea e 'sporca' di Nicolas Karakatsanis, l'apporto di Atticus Ross alla colonna sonora e l'efficace regia di Hillcoat, che aveva dato prova del suo dinamismo fin dai tempi di The Proposition, costituiscono dunque i maggiori punti di forza di questo crime thriller che, fin dalle prime sequenze, sembra rifarsi al modello del noir metropolitano alla Michael Mann (e ovviamente, Heat - La sfida rimane l'inarrivabile termine di paragone). Woody Harrelson, che negli scorsi anni aveva già impersonato poliziotti sopra le righe nel film Rampart e nella serie cult True Detective, si cala nei panni del cinico detective Jeffrey Allen con un istrionismo che a tratti sfocia quasi nella maniera; Casey Affleck, che sulla scena ha più spazio dei suoi comprimari, si conferma un interprete valido e misurato (nonché un attore superiore al ben più noto fratello Ben); mentre un'inedita Kate Winslet sfoggia una mise kitsch dal gusto anni Ottanta e un marcato accento russo nel ruolo della villainess di turno.
Tanti personaggi, forse troppi (la trama è piena zeppa di trame e sottotrame), al punto che la sceneggiatura talvolta mostra qualche fatica a destinare adeguato spazio a tutti gli attanti in gioco, laddove al contrario avrebbe potuto scavare più in profondità (ad esempio, nel contrastato legame fra Michael, Irina ed Elena). Per il resto, Codice 999 si attesta come un solido prodotto di cinema di genere, tecnicamente lodevole e con una notevole capacità di intrattenimento, pur limitandosi a riproporre stilemi ben noti del filone di appartenenza (ma del resto, un discorso analogo si poteva applicare a Lawless per il western). Non abbastanza, comunque, per conquistarsi l'attenzione del pubblico, perlomeno negli USA, dove la pellicola di Hillcoat ha riportato un sonoro - e in parte immeritato - flop al botteghino.
Movieplayer.it
3.0/5