Vi siete mai sentiti come se nessuno vi capisse, scollegati dal mondo che vi circonda e incapace di connettere con chiunque? No? Non ci crediamo, perché nella società contemporanea è una sensazione diffusa che a tutti, chi più chi meno, capita di provare. Lo sa bene Charlie Kaufman, che decide di rappresentare proprio questo sentimento nel suo ultimo lavoro, il primo animato, Anomalisa.
Diretto insieme allo specialista del settore Duke Johnson, nasce da uno spettacolo del 2005 firmato dall'autore di Se mi lasci ti cancello con lo pseudonimo di Francis Fregoli, un nome fittizio che già fa intuire la natura dell'opera e del suo intento, perché la sindrome di Fregoli è una malattia psichiatrica in cui il paziente riconosce persone non conosciute o ritiene che persone a lui note cambino il proprio aspetto per non essere riconosciute. Chi è affetto da tale sindrome ha la sensazione di essere perseguitato da un individuo che gli sta accanto sostituendosi ad altri.
Uomini e donne senza volto
Quanto descritto non è dissimile da quanto capita a Michael Stone, che si è fatto un nome con un libro di successo sul servizio clienti ed è a Cincinnati per una conferenza sull'argomento. Michael è in realtà proprio una star del campo, idolatrato da chi se ne occupa, ma vive di un senso di profonda solitudine che sfocia nella depressione. Dall'uomo che gli siede vicino in aereo al tassista e al receptionist, fino alla moglie e il figlio rimasti a casa a Los Angeles, tutti nella vita di Michael sembrano avere gli stessi lineamenti e la stessa voce.
L'anomalia
Tutti tranne uno. O meglio una, una voce femminile che si fa strada fino a lui tra i corridoi dell'hotel, che lo strappa alla disperazione di una notte da solo. Si chiama Lisa, questa anomalia, l'Anomalisa del titolo, che gli offre una via d'uscita dall'apatica solitudine; che illumina il suo soggiorno a Cincinnati con la sua voce letteralmente unica; che riscalda e dà colore alla sua grigia esistenza; che ha la voce di una fantastica Jennifer Jason Leigh, che illumina il film così come il suo personaggio fa con la vita di Michael.
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Meccanismo animato
Kaufman segue l'apatico arrivo di Michael a Cincinnati e poi in albergo (chiamato Fregoli, come la sindrome suddetta), ce ne mostra la quasi rassegnata depressione, gioca con noi con un paio di inserti onirici senza mai abusarne. Nè mette mai da parte l'umorismo che contraddistingue la messa in scena, in una messa in scena che sa alternare momenti drammatici ad altri poetici e toccanti, sfruttando alla perfezione la goffa tenerezza dei personaggi, accentuata dalla scelta di uno stile animato originale: la stop motion usata per Anomalisa ha il look giusto per rappresentare la storia dell'autore, con il suo incedere trascinato, i suoi colori spenti e dei pupazzi dal volto solcato dalle righe che separano i frammenti della marionetta lasciati in bella evidenza, quasi come delle cicatrici in bella mostra.
Uno per tutti
Abbiamo già accennato all'ottima prova di Jennifer Jason Leigh, ma vanno citati anche gli altri due (soltanto due) membri del cast vocale: David Thewlis, che propone la sua sofferta interpretazione del protagonista Michael, e Tom Noonan che dà voce a "tutti gli altri", come indicato anche nei titoli di coda. Quest'ultimo è il dettaglio più straniante del film, il sentire la stessa voce per ogni personaggio, maschile o femminile che sia, ma anche uno dei più riusciti e simbolici tra quelli scelti per la messa in scena di Anomalisa. Da non trascurare anche il lavoro di Carter Burwell alla colonna sonora, un accompagnamento perfetto per questa riflessione sulla solitudine che è l'ultimo lavoro di Charlie Kaufman.
Movieplayer.it
4.5/5