C'era una volta, o forse due, anche tre. Dai libri ai cartoon, dall'animazione ai film contemporanei. La celebre formula magica all'inizio di ogni fiaba, l'incipit di ogni narrazione sognante, è stata ormai profanata dalla fame del cinema, non contento dei cartoni animati del passato, desideroso di trasformare streghe, principesse ed eroi in beniamini in carne e ossa. In principio fu Alice in Wonderland, capostipite alla base di una moda ricorrente degna dei cinecomic, e da lì un proliferare incessante di fiabe girate in live action dal valore artistico altalenante. Se le riproposizioni più fedeli sono sembrate anche le più sterili, i film migliori sono stati quelli capaci di proporre un nuovo punto di vista su personaggi poco esplorati nei mitici cartoon, con una particolare attenzione per i personaggi malvagi, da sempre catalizzanti e più affascinanti per la curiosità di ogni bambino. Perché la Regina di Biancaneve è così cattiva? Cosa motiva Malefica? Domande che hanno trovato risposta grazie al riuscito Maleficent e, due anni prima, in Biancaneve e il cacciatore, riscrittura in chiave dark fantasy della nota fiaba ottocentesca dei fratelli Grimm.
Il film di Rupert Sanders, nonostante qualche difetto nella delineazione del suo immaginario, trovava nella regina Ravenna il motore dell'azione e il suo personaggio più interessante, in quanto donna ferita dagli uomini e disincantata sin da bambina. In un mondo popolato da re indomiti ma indeboliti dalla bellezza femminile, Ravenna trasformava uno stereotipo (la bella fanciulla) in un'arma letale, salvo poi cadere in un baratro di ingordigia che l'ha portata alla follia. In quel film Biancaneve risultava il personaggio più debole e, infatti, il contraltare non era tanto la purezza della candida principessa spodestata, ma il coraggio ferito del Cacciatore, un sopravvissuto che, nonostante la perdita della moglie, riusciva a trovare la forza per lottare contro il male. Quattro anni dopo Biancaneve e il Cacciatore, La storia prima di Biancaneve - Il cacciatore e la regina di ghiaccio dimentica la dimenticabile principessa di Kristen Stewart per soffermarsi sulle origini di Ravenna e del prode Eric, inserendo al loro fianco due figure femminili fondamentali come la sorella della prima (Freya) e la compagna del secondo (Sara). Il quadro è completo, ma la tela del nuovo racconto assume tinte fredde, algide, persino incolori.
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Prima, dopo, senza
Alla base di questa avventura in bilico tra il fiabesco e il fantasy c'è un grande equivoco. Se la tag-line del film parla di "storia prima di Biancaneve", facendo pensare ad un dichiarato antefatto, l'opera di Cedric Nicolas-Troyan si configura più come un ibrido tra il prequel e il sequel. La prima parte del film è completamente dedicata alle origini dei nuovi personaggi, tutti duramente provati da traumi (quasi) impossibili da superare, mentre la seconda è un seguito vero e proprio che fa maldestramente a meno di Biancaneve (ripresa di spalle per camuffare l'assenza di Kristen Stewart). Non tanto prima, quanto senza questo personaggio, Il cacciatore e la regina di ghiaccio si sofferma su sentimenti diversi dall'invidia e dalla paura, cristallizzandosi (letteralmente) sulla reazione al dolore. Una condizione esistenziale che si insinua dentro tutti i personaggi del film, rivelando sostanziali differenze tra il bene e il male, come se l'elaborazione del lutto fosse il metro di giudizio della loro moralità. Da una parte c'è la gelida apatia di Freya, sorella tradita da Ravenna subito dopo essere diventata madre, trasformatasi in una glaciale regnante che veste i bambini da soldati ed educa i giovani alla debolezza dell'amore.
Dall'altra c'è la caparbietà del Cacciatore che fa del suo sentimento passato un bagaglio da non dimenticare mai, un valore per cui lottare sempre e comunque. Il suo percorso eroico che, stando al titolo originale (The Huntsman: Winter's War), dovrebbe essere il fulcro narrativo di un percorso cinematografico, si risolve invece in qualche sporadico battibecco e un paio d'asce scagliato contro i nemici. In mezzo a loro aleggia l'ombra dorata di Charlize Theron, qui molto più marginale rispetto al passato, che apre il film con una partita a scacchi; il che conferma il carattere manipolatore di una donna da sempre abituata a vedere negli altri pedine utili al suo scopo. Una condizione però assai contradditoria, perché la rende di fatto troppo dipendente dalla volontà altrui per ritenerla davvero libera.
Un mondo più piccolo
Se i presupposti sono ricchi di potenzialità introspettive e di un conflitto sociale ben predisposto verso un'azione spettacolare, Il cacciatore e la regina di ghiaccio, anche senza Biancaneve, vaga per quasi due ore alla ricerca di un cuore: il suo. Al film manca un'anima che ne nobiliti gli intenti, risolvendosi in una panoramica superficiale sul mondo delle relazioni fraterne, amorose e amicali. Se Biancaneve e il cacciatore era per lo meno coerente nel mantenere una tonalità visiva e narrativa tesa verso il racconto adulto, questo film abita indecise terre di mezzo, perché tradisce il suo potenziale drammatico con un tono comico fiabesco affidato ai personaggi migliori del film (i nani). Nicolas-Troyan mostra il fianco di una produzione in tono minore rispetto all'opera precedente (persino i nani non sono più sette ma due), confermato da effetti speciali molto più rozzi, da una scenografia meno curata e una regia incapace di dare al racconto ampio respiro.
Le inquadrature refrattarie ai campi lunghi ci restituiscono un mondo più piccolo, soffocato dall'impossibilità di mettere in scena un mondo altro dal forte potere immaginifico. Difficile poi non pensare ad un cast sprecato (Emily Blunt e Jessica Chastain su tutte) e non trovare nell'impietoso ma inevitabile paragone con Frozen - Il regno di ghiaccio un colpo di grazia definitivo, confermato anche dalle motivazioni assenti nei personaggi e, di conseguenza, difficili da risvegliare nel pubblico. Questa volta la formula c'erano due volte non produce magia ma un incantesimo spezzato sul nascere, con la splendida Regina Ravenna che, forse, avrebbe paura di chiedere al celebre specchio in quale tra queste nuove fiabe abiti la più bella delle trame.
Movieplayer.it
2.0/5