Qualche tempo fa, in occasione della promozione del suo primo film da regista, Unfrosted: Storia di uno snack americano, Jerry Seinfeld, leggenda della stand-up comedy americana e co-creatore insieme a quell'altro genio di Larry David del capolavoro assoluto Seinfeld (la sitcom per eccellenza, per capirci: Friends ha copiato praticamente tutto da Seinfeld), ha detto che il cinema è morto. O almeno che i film non hanno più la rilevanza culturale che avevano un tempo. Avendo la possibilità di intervistare una leggenda di Hollywood, il produttore Jerry Bruckheimer, che ha fatto la storia dell'industria cinematografica americana, non potevamo non chiedere se fosse d'accordo con il comico e regista. L'occasione è stata l'arrivo di La ragazza del mare, film di Joachim Rønning con protagonista Daisy Ridley, su Disney+.
In streaming dal 19 luglio, La ragazza del mare racconta la storia vera di Trudy Ederle, una delle più grandi sportive mai esistite. Non soltanto ha vinto l'oro ai Giochi Olimpici di Parigi del 1924 (sì, cento anni dopo sono di nuovo nella capitale francese, ma nel 1926 ha compiuto un'impresa incredibile: è stata la prima donna ad attraversare a nuoto la Manica. Nonostante tutti pensassero che non ce l'avrebbe fatta. E che sarebbe potuta morire tentando la traversata.
Ma torniamo a Jerry Seinfeld e alla sua dichiarazione: per Jerry Bruckheimer queste sono solo chiacchiere: "È un uomo molto intelligente, ma le persone sono venute a vedere Oppenheimer, Barbie e Top Gun. A casa hai la cucina, ma ti piace comunque andare a mangiare fuori. Ma il ristorante deve essere buono: non vai dove si mangia male. Se facciamo dell'intrattenimento veramente buono, le persone andranno a vederlo. È quello che dobbiamo fare". Sì, ha tenuto questo tono titanico per tutta l'intervista. Nietzsche avrebbe apprezzato.
La ragazza del mare: intervista a Jerry Bruckheimer
Jerry Bruckheimer ha prodotto praticamente metà dei grandi successi di Hollywood da metà degli anni '70 a oggi: American Gigolò, Flashdance, Top Gun, Beverly Hills Cop, Bad Boys, Con Air, Armageddon, Pearl Harbor, Pirati dei Caraibi: sono tutti figli suoi.
Impossibile quindi non fargli la domanda che riprende uno sketch del Saturday Night Live, in cui si dice che i "ragazzi cool non guardano le esplosioni". Se i ragazzi cool non guardano le esplosioni, possiamo dire che le ragazze cool guardano il mare? Bruckheimer: "Non so cosa facciano le ragazze cool, ma non sono sicuro che guardino le esplosioni. Vogliamo solo fare grane intrattenimento: farvi fare un viaggio, trasportarvi da un luogo all'altro. Abbiamo pensato che questa fosse una grande storia d'ispirazione, su una ragazza che aveva tutto e tutti contro di sé e nonostante ciò aveva questa forza di volontà. Ha aperto la strada a tutte le grandi atlete di oggi grazie al suo trionfo e il suo viaggio. È il film che mi ha messo più alla prova e ne ho fatti di grandi! E a quanto pare piace al pubblico: gli piace la corsa che fa con Trudy".
La ragazza del mare, recensione del film con Daisy Ridley: l'incredibile storia vera di Trudy Ederle
Perché le storie vere piacciono così tanto al cinema?
Jerry Bruckheimer conosce il pubblico e sa che poche cose fanno presa sugli spettatori come i film tratti da storie vere. Quelle scelte dal produttore poi sono sempre grandiose. Perché le ama così tanto? "Mi piace raccontare storie di persone che sono state dimenticate. Come in Glory Road, Il sapore della vittoria o Veronica Guerin - Il prezzo del coraggio. O Pensieri pericolosi e Black Hawk Down. Sono tutte persone dimenticate. Trudy Ederle ha avuto in suo onore la parata sulla 5th Avenue più grande mai concessa a un atleta, eppure nessuno sa il suo nome o chi sia. Adesso sì: le persone guarderanno la sua storia sul grande schermo o a casa e si ricorderanno di Trudy e della sua impresa".
Perché ci piacciono tanto i film tratti da storie vere?
Chi è Trudy Ederle?
La nuotatrice Trudy Ederle è quindi il personaggio perfetto per Jerry Bruckheimer: ha tutto quello che piace al produttore. Che conferma: "Film come questo mi incoraggiano, perché mi permettono di intrattenere il pubblico. Questo è il film che mi ha messo più alla prova: è interessante considerando tutti i successi che ho avuto. Mi piace mettermi in fondo alla sala e guardare il pubblico che ama il nostro lavoro. Per fortuna siamo usciti in sala: cosa molto eccitante. Dimostra che Disney ha fiducia nella storia: pensa che renda più forte il brand. Non soltanto per quanto riguarda l'empowerment femminile: è una storia di trionfo individuale. È per questo che facciamo film, per intrattenere le persone. E questo film ci riesce".
Come si fa a trovare il coraggio di nuotare quelle ultime 5 miglia da soli e al buio come ha fatto Ederle? È questa la differenza tra un buon atleta e un grande atleta? Per Bruckheimer: "Grazie alla convinzione: dipende da come ti sei allenato, da come sei stato cresciuto. Dalle esperienze positive che hai fatto e come le hai affrontate. Dipende dalla forza di volontà. Lei dice: ce la farò, ci riuscirò. Ed è una storia vera. Ha detto: non tiratemi fuori dall'acqua!".
E lui come ci riesce? Ha davvero afferrato la mano di Dio, come dice un altro nuotatore a Trudy nel film? Il produttore: "Non lo so. Cerco semplicemente di svegliarmi la mattina e lavorare sodo, facendo film che il pubblico possa apprezzare. Voglio che per due ore si dimentichino delle loro vite e di quello che succede nel mondo. Spero facciano un viaggio con noi".
La ragazza del mare, intervista a Daisy Ridley: "Spero di aver reso fiera Trudy Ederle"
Jerry Bruckheimer e le storie che ispirano
In USA le chiamano "inspirational stories", ovvero storie in grado di ispirare. Quello di La ragazza del mare è sicuramente un racconto di questo tipo. E non soltanto per chi ama lo sport: nella pellicola vediamo che la protagonista deve faticare e lottare il doppio semplicemente perché è donna e nessuno pensa che sia in grado di compiere un'impresa del genere. Quanto è importante quindi raccontare una storia come questa soprattutto alle ragazze più giovani? Per Bruckheimer: "È enormemente importante. Una bambina di 8 anni ha visto il film e ha detto che l'ha ispirata. Ed è fantastico. Tante donne che l'hanno visto hanno detto di volerlo far vedere anche alle figlie e ai figli. È un film per tutta la famiglia: vogliamo intrattenere tutti, dagli 8 agli 80 anni. Questo è un viaggio emozionante. Ti trasportiamo da un luogo a un altro, in un'altra epoca, un altro tempo. Quando si vede la parata alla fine conferma ciò che abbiamo raccontato: è tutto vero. La più grande parata sulla 5th Avenue dedicata a un'atleta. Eppure nessuno se lo ricorda".