C'è un'aria di sincero trasporto, mentre intervistiamo Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo e Nick Russo. Sarà che La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avati spinge a numerose riflessioni, sarà che il film stesso è pervaso da una certa dolcezza. Tant'è, nei minuti che abbiamo a disposizione viene fuori una bella chiacchierata, che parte da uno spunto: oggi il cinema si sta rifugiando nei ricordi. Spielberg, Moretti e, adesso, Pupi Avati, che prende spunto dalla sua storia personale per quello che può essere il suo film più intimo.
Una riflessione spiegata così da Lodo Guenzi: "Sono quello che ha visto meno film, ma è vero che oggi c'è una sensazione di bilancio finale. E questo coincide con la fine del cinema o la fine del Capitalismo? Viviamo in un sistema economica che sta agli sgoccioli. Non possiamo più stare sotto queste regole, e quindi diventiamo nostalgici. Pare, che il cinema stia vivendo una lunga fase di crisi ma anche di rinnovamento. Questo è tempo di bilanci...".
La quattordicesima domenica del tempo ordinario: intervista a Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo e Nick Russo
Gli stessi bilanci che affronteranno i protagonisti del film: Marzio e Samuele, migliori amici, sognando di partecipare a Sanremo con il loro gruppo musicale, I Leggenda. Ma, si sa, la vita sembra riservare l'inaspettato: Marzio sposerà Sandra, la più bella ragazza di Bologna, però insofferente verso il tradizionalismo del marito. Sandra vorrebbe fare l'indossatrice, rompere le regole dell'epoca, affermarsi ed emanciparsi. Andando avanti e indietro, La quattordicesima domenica del tempo ordinario ci mostrerà le loro vite, e cosa sarà dei loro sogni.
"Il cinema rispecchia la società. Bisogna aggrapparsi a ciò che c'era, perché il futuro è incerto", spiega Camilla Ciraolo: "Sandra ha uno spirito ribelle, tipico degli Anni Sessanta". "Sì, Sandra ha dentro di sé un elemento vitale. Mette in campo una dialettica, basata su azione e non solo sulla rappresentazione. Oggi viviamo in un'epoca invece concentrata solo sulla rappresentazione. O meglio, la non rappresentazione schiava del politicamente corretto. Gli anni Sessanta hanno cambiato la storia delle donne perché sono state compiute delle azioni, ecco", prosegue Lodo Guenzi.
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I luoghi del cuore
Nel film di Pupi Avati torna la figura di un vecchio gelataio, al centro dei ricordi del regista e al centro della storia tra Marzio e Sandra. Uno di quei luoghi dove tutto è possibile, nonostante oggi potrebbero non esistere più. "La mia casa d'infanzia rappresenta tanto per me", prosegue Camilla Ciraolo: "Ora ci vive mia zia. Tornarci ti fa capire il percorso che hai compiuto, e quanto i sogni si possono realizzare".
Per Nick Russo, che interpreta Samuele, invece: "C'è un bar, a Sabaudia, che frequento fin da piccolo. Mi piace osservare come sono cambiate le persone che lo popolano. Ma il barista è sempre lo stesso". Per Lodo Guenzi, il posto del cuore è "L'osteria del Sole, in Vicolo Ranocchi, a Bologna. Portate da mangiare, loro vi danno da bere". L'ultima nota della nostra chiacchierata, è poi dedicata ai momenti canori del film. Com'è stato per Nick Russo cantare i brani originali? "Quando ti dicono che devi cantare una canzone scritta da Pupi Avati e Sergio Cammariere... beh, sei terrorizzato", dice l'attore. "Ho provato ad aiutarlo, ma ero afflitto dalla congiuntivite! Ero devastato... ma Nick era totalmente concentrato sul brano!", scherza Lodo Guenzi.