Ridere di mafia si può. A poche settimane dall'uscita in sala di In guerra per amore, seconda regia di Pif sul tema, lo scanzonato Quel bravo ragazzo di Enrico Lando ci regala l'ennesima variazione sul tema. Nel film Herbert Ballerina, spalla comica di Maccio Capatonda, diventa protagonista assoluto nei panni di un giovane e ingenuo orfano che improvvisamente scopre di essere il figlio di un boss. Prima di morire, l'uomo affida al figlio, totalmente inadatto al compito, il comando della cosca. Una commedia leggera e irriverente che si fa beffe di Cosa Nostra ridicolizzandone i meccanismi interni e la gerarchia. Prendere di mira l'onorata famiglia sul grande schermo, però, non è sempre stato facile.
Mentre i gangster movie si sono spesso ispirati a figure reali dando vita, a partire dagli anni '30, a spettacolari affreschi criminali veicolanti la grandezza del male, tra i primi ad accostarsi alla mafia per farsene beffe vi sono, nel 1966, Franco e Ciccio con Due mafiosi contro Al Capone. Sette anni prima Billy Wilder aveva scelto come sfondo del suo cult A qualcuno piace caldo la Strage di San Valentino del 1929 in cui gli uomini di Al Capone sterminarono una banda rivale. Testimoni loro malgrado due musicisti spiantati interpretati da Jack Lemmon e Tony Curtis, costretti a travestirsi da donna e mimetizzarsi in un'orchestra femminile.
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Tra i primi film di Robert De Niro, che ci regalerà un indimenticabile Al Capone ne Gli intoccabili, c'è l'esilarante La gang che non sapeva sparare di James Goldstone. Nel 1998 Jim Abrahams realizzerà la spoof comedy definitiva sul tema criminale, Mafia, che parodizza classici come Il padrino e Casinò; solo pochi mesi prima Roberta Torre aveva esordito alla regia col coloratissimo e grottesco Tano da morire, musical sulla mafia palermitana dove si ride e si piange a ritmo di rap e dance.
Dagli anni '90 a oggi le commedie sulla mafia si sono moltiplicate regalandoci qualche caposaldo del genere e tante opere di intrattenimento più o meno memorabili. Visto che le risate - anche quelle sulla mafia - sono contagiose, ben presto a ironizzare su boss, cecchini e capiclan non è stato solo il cinema, ma anche la televisione ha ospitato qualche notevole variazione sul tema.
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La famiglia prima di tutto
Anni di frequentazioni mafiose sul grande schermo ci hanno insegnato che nella "famiglia" è più facile entrare che uscire. Ne sa qualcosa la sensuale Angela De Marco (Michelle Pfeiffer), protagonista di Una vedova allegra... ma non troppo. Moglie di un criminale di mezza tacca che la tradisce e da cui vorrebbe divorziare, Angela si ritrova vedova quando un boss uccide suo marito per questioni di corna. Alla corte spietata del boss lei preferisce, però, il fascino dell'agente dell'FBI Mike, interpretato da Matthew Modine. Ne Il boss e la matricola un Marlon Brando che fa il verso a Don Vito Corleone risucchia nella famiglia il provincialotto Matthew Broderick, appena approdato a New York per studiare cinema. Stavolta, però, il boss è di buon cuore e dopo aver colto i turbamenti del giovane onesto tormentato da dilemmi morali gli offrirà in sposa la bella figlia Tina.
A legarsi, suo malgrado, al crimine organizzato è anche il commediografo interpretato da John Cusack nello scoppiettante Pallottole su Broadway di Woody Allen. Quando a finanziare uno spettacolo è un boss mafioso, è ovvio che in cambio gli dovrà essere concesso qualcosa.... ed è qui che per il povero scrittore inizieranno i guai. Anche un gentleman inglese può incappare nella famiglia per amore. Hugh Grant fa il banditore di aste nella Grande Mela, ma quando chiede alla fidanzata di sposarlo lei fugge in lacrime. Il motivo? Il padre di lei è un inquietante James Caan, gangster affiliato alla famiglia dei Graziosi, e solo un membro della famiglia potrà avere la mano di sua figlia. L'amore convincerà Hugh Grant a diventare, così, Mickey occhi blu, anche se l'FBI non benedirà l'unione malavitosa. In Pericolosamente Johnny Michael Keaton è un uomo onesto costretto a darsi alla malavita per pagare le cure della madre malata di mente. Nel confuso Oscar - un fidanzato per due figlie Sylvester Stallone compirà il percorso contrario. Nei panni del gangster Angelo Snaps Provolone, sarà costretto a cessare l'attività criminale per rispettare la promessa fatta al padre morente. La strada per l'onestà sarà, però, costellata di esilaranti imprevisti.
Lui è peggio di me
Sosia, scambi di persona, equivoci a volontà. Johnny Stecchino di Roberto Benigni è una delle gangster comedy più folli e divertenti di sempre. Il personaggio di Johnny Stecchino è ispirato a Charlie Stecchino, mafioso ucciso all'inizio di A qualcuno piace caldo. A somigliare come una goccia al boss siciliano, pentito di mafia per motivi di opportunità, è l'ingenuo Dante, autista di scuolabus dal cuore tenero che nutre una passione per le banane. Dante viene invitato in Sicilia da Maria, la moglie del boss che pensa di sacrificare il sosia per salvare il marito. La bontà d'animo di Dante la convincerà, però, a risparmiarlo liberandosi del vero consorte. Faccia da schiaffi, in FBI: Protezione testimoni Bruce Willis è il nuovo vicino del dentista canadese Matthew Perry, vittima di moglie insopportabile (Rosanna Arquette) che medita di farlo fuori. Il dentista si troverà coinvolto in un piano criminoso e tra continui colpi di scena e cambiamenti di fronte alla fine scoprirà di chi si può davvero fidare.
L'anno prima dell'immenso Gli intoccabili, Brian De Palma ride della mafia nel vivace Cadaveri e compari, che vede due mafiosi di mezza tacca, uno italoamericano (Danny DeVito), l'altro ebreo (Joe Piscopo), costretti a svolgere i lavori più umili ad soldo del boss Costello per racimolare il denaro necessario a realizzare il loro sogno, aprire un ristorante italo-ebraico. Ad aiutarli a salvare la pelle e ad aprire il ristorante sarà il proprietario di un hotel di Atlantic City che ha le fattezze ruvide di Harvey Keitel. Anche Aldo, Giovanni e Giacomo si confrontano col tema della gangster comedy nel vivace La leggenda di Al, John e Jack in cui interpretano tre improbabili gangster, pasticcioni e inaffidabili che ne combinano di tutti i colori. E arriviamo a La mafia uccide solo d'estate. Per il suo esordio alla regia, il siciliano Pif sceglie di filtrare attraverso lo sguardo candido di un bambino l'escalation di fatti criminosi che hanno scosso la Sicilia tra gli anni '70 e '90, dall'uccisione di Boris Giuliano alle stragi di Capaci e Via d'Amelio.
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Esaurito come un boss
A far ridere, nella rappresentazione ironica della mafia, è la scelta di mostrare boss e criminali incalliti alle prese con i problemi del quotidiano. La percezioni dei mafiosi visti come uomini privi di scrupoli, senza cuore e misteriosi crolla miseramente quando perfino loro si trovano a dover affrontare i mali del mondo moderno. Il primo a sdraiarsi sul lettino dello psicanalista è Tony Soprano (lo straordinario James Gandolfini) in una delle serie più innovative della tv americana. Ideato da David Chase, I Soprano racconta le vicissitudini del boss della mafia italoamericana del New Jersey, costretto a convivere con frequenti attacchi di panico, e della sua nutrita famiglia, dalla terribile madre ai figli adolescenti. Nello show compare, nel ruolo di Silvio Dante, amico del boss, Steve Van Zandt, storico chitarrista di Bruce Springsteen. Little Steven mutuerà il personaggio con qualche ritocco nella serie Lilyhammer, che vede un boss della mafia costretto a entrare nel programma protezione testimoni trapiantato nella gelida Lillehammer, città norvegese celebre per le olimpiadi invernali.
Dalla tv al cinema il passo è breve. Robert De Niro è la star di Terapia e pallottole, commedia di Harold Ramis incentrata sul boss delle mala Paul Vitti che all'improvviso comincia a soffrire di attacchi di panico. Per superare la sua patologia, il boss si affida nelle mani di un esperto psicanalista che ha il volto di Billy Crystal, il tutto nella massima segretezza visto che si prepara l'incontro tra due cupole mafiose e la notizia di un boss malato indebolirebbe alquanto la posizione di Vitti. Il successo del film ha dato vita a un sequel, che vede Vitti, detenuto a Sing Sing, determinato a richiedere nuovamente i servigi del suo psicanalista di fiducia per scoprire chi lo vuole morto. Problemi di adattamento ha anche la famiglia criminale composta da De Niro (ancora lui!), Michelle Pfeiffer, Dianna Agron e John D'Leo in Cose nostre - Malavita di Luc Besson. Il programma protezione testimoni conduce la famiglia Manzoni in un paesino della Normandia. Le usanze locali, però, metteranno a dura prova i metodi spicci del boss e dei suoi cari, con risultati tutti da ridere.