C'è un angolo di Italia alla Pixar e dopo Guido Quaroni, che abbiamo avuto modo di intervistare lo scorso anno, abbiamo incontrato anche Enrico Casarosa in occasione della sua partecipazione al View Fest di Torino. Il pretesto per la visita e per la nostra intervista è il suo esordio alla regia per il corto La luna, dopo il contributo a due gioielli come Ratatouille ed Up, un lavoro che vedremo in sala il prossimo anno abbinato al prossimo lungometraggio degli studi guidati da John Lasseter, l'attesissimo Brave.
Le note autobiografiche de La luna e le scelte visive, il processo produttivo degli studi di Toy Story e i progetti per il futuro sono stati al centro della nostra conversazione, ma quella che ancora una volta è venuta fuori è l'incredibile passione degli artisti di casa Pixar.
Ci racconta qualcosa del corto La luna? Qual è stata l'ispirazione per questa storia?
Con un sapore un po' italiano è la storia di un bambino in una barca chiamata La luna, mentre sta andando con suo nonno e suo padre al largo, visto che è la prima volta che lo portano al lavoro con loro. Quando arrivano al largo e si fermano, una bellissima Luna viene fuori dal mare e noi come pubblico siamo un po' come il bambino e cerchiamo di scoprire cosa fanno i due uomini, in cosa consista questo lavoro, che è connesso alla Luna: un lavoro fantastico e strano che la sua famiglia fa da generazioni. Il padre e il nonno hanno continui battibecchi e non fanno che dargli ordini e indicazioni su cosa fare ed è un po' anche la storia di un bambino che deve trovare la sua strada. E' ispirata alla mia infanzia, perchè ho vissuto con mio nonno in casa e non andava d'accordo con mio padre, quindi ho pensato di attingere alla mia esperienza, di usare un po' di ricordi personali, per dare un cuore alla storia, abbinandola al fantastico, con tante ispirazioni da Saint-Exupéry e Il piccolo principe a Calvino con la sua Distanza dalla Luna che mi sono sempre sembrate belle storie. Il tutto cercando però di inventare un mio mito.
Dato questo sapore fiabesco, ho pensato fin dall'inizio che uno stile più stilizzato, più da libro per bambini, sarebbe stato indicato. Io di solito disegno con acquerelli e matite ed ho portato un po' di queste tecniche nelle texture che abbiamo usato nell'immagine al computer, ho cercato di portare un sapore imperfetto, perchè quello che facciamo a mano ha sempre un po' di imperfezioni, sia ai personaggi che alle superfici, per ottenere un look un po' diverso che secondo me sarebbe stato adeguato al tono poetico e di fiaba che stavo cercando. Abbiamo anche inserito direttamente dipinti fatti a mano, scannerizzandoli, con uno stile un po' teatrale.
La luna arriverà in sala associato a Brave, un film molto atteso e da cui ci si aspetta molto. Ci può anticipare qualcosa su questo progetto?
A Brave non ho lavorato, ma è una storia bellissima, scozzese, entusiasmante. Un film molto europeo e nordico, e stanno lavorando tutti molto sodo per cercare di completarlo proprio in questo periodo.
Considerando che quello che facciamo è qualcosa a metà tra commercio ed arte, la cosa bella dei corti è ci danno la possibilità di andare un pochino più verso l'arte, perchè i cortometraggi hanno meno esigenze commerciali. Per questo ho constatato personalmente che sono stati tutti di supporto in una storia personale e più poetica, con ritmi diversi da quanto fatto prima. E' stato bello vedere John Lasseter, una persona ancora estremamente creativa che per i corti fa da executive producer, impegnarsi per guidarci, perchè per lui è una passione ed è felice di lavorare fianco a fianco con i nuovi talenti. Dal punto di vista del processo, il primo passo è che proponiamo tre idee a John e nel mio caso si è subito appassionato a La luna. Scelta l'idea, si comincia subito a produrre ed inizialmente si tratta ancora di una proposta, quindi ho fatto una trentina di disegni usandoli per raccontare la storia. Poi pian piano si inizia a disegnare gli storyboard, a scolpire poco per volta il corto, a trovare i momenti che lo compongono. E' un processo stupendo. Inoltre ti danno una squadra per realizzare il tuo progetto ed essendo nei corti un team composto di pochi elementi, ci si sente quasi un piccolo studio indipendente all'interno di quello più grande e si crea una bella complicità, un'atmosfera cameratesca. Si lavora fianco a fianco con le persone che passo dopo passo fanno sì che la tua visione finisca sullo schermo, pezzo dopo pezzo. E' una bella esperienza che finisce per insegnare un po' a tutti.
Ogni volta che parliamo con qualcuno della scuderia Pixar, l'impressione è sempre di un gran lavoro, molto impegnativo, ma che viene fatto con estrema passione e piacere.
Sì, la passione è sempre la questione di base. C'è alla base una filosofia di qualità, del voler raccontare storie emozionanti ed entusiasmanti, che è la cosa più importante, ma anche il modo in cui sono tutti lì pronti ad aiutarti è importantissimo e bellissimo. Per esempio durante la produzione de La luna abbiamo mostrato il lavoro per avere feedback ad artisti come Pete Docter e Brad Bird, tutti questi bravissimi registi hanno la loro diversa sensibilità dai quali ottieni suggerimenti un po' diversi, ma che ti consentono di apportare tanti piccoli aggiustamenti alla storia. E' come realizzare pian piano una scultura da un pezzo di marmo.
Quindi attualmente è già al lavoro su un altro progetto?
Sì, è quello del 2013. Dopo Brave ci sarà Monsters University e poi quello dei dinosauri a cui sto lavorando. Non ha ancora un titolo e non posso anticipare niente se non che ci sono dei dinosauri [ride]. Purtroppo è top secret e non ha ancora un titolo. Quello che posso dire è che l'autore è Bob Peterson e lui fa morire dal ridere. E' quello che ha dato le voci a Dug di Up e a Rose di Monsters & Co., uno scrittore che ha il suo forte nella commedia e nello humour, per cui ci stiamo facendo delle gran risate. Lui è molto bravo, e il regista è Peter Sohn, che ha diretto Partly Cloudy qualche anno fa. Grandi persone con cui stiamo lavorando molto, ma dai quali stiamo imparando tantissimo.
Dei progetti a cui ha preso parte il suo preferito è Up. Invece a quale degli altri avrebbe voluto partecipare?
WALL·E. Mi sarebbe piaciuto fare un po' di storyboard di WALL·E perchè è un altro film che si è preso i suoi rischi ed è veramente molto, molto bello.