La gazza ladra, la recensione: Guédiguian e l’umanità tragicomica di un piccolo giallo

Robert Guédiguian abbandona anche se solo in apparenza il suo cinema di lotta. Un piccolo giallo che cede alla forza dei sentimenti.

Robert Guédiguian e Ariane Ascaride in una scena del film

"Il cinema è compassione". Ne è convinto e lo sa bene Robert Guédiguian, del resto lo dimostrano i suoi film sui più deboli, i poveri, gli oppressi, gli emarginati. E non si stanca di ribadirlo con ancora più forza e compiutezza in questo piccolo polar di appena un'ora e mezza presentato alla Festa del Cinema di Roma, La gazza ladra, un altro pezzo di quella tragicommedia umana che popola il suo universo cinematografico. Un'opera dove la classe operaia e la denuncia sociale cedono il passo ora al dramma familiare, ora alla commedia degli equivoci, e abdica alla tenerezza. Il film arriva in sala nel 2025 per Officine Ubu.

Guédiguian e la leggerezza della commedia

La Gazza Ladra Immagine
Ariane Ascaride iin una scena del film

Insieme alla penna di Serge Valletti il regista francese, nato e cresciuto a Marsiglia nel quartiere operaio dell'Estaque, che diventerà il punto di vista privilegiato per molti dei suoi film, mette in scena una storia di inganni familiari e rimpianti, una parabola sull'amore, le debolezze umane, il caos. I sentimenti e le piccole cose del quotidiano prendono il sopravvento, lo sguardo sui personaggi si fa più compassionevole rispetto al passato e il cinema di lotta solo apparentemente lascia spazio al disimpegno e alla leggerezza della commedia.

La protagonista infatti è Maria (Ariane Ascaride), la gazza ladra del titolo, un'amorevole badante che si occupa con grande dedizione delle persone più anziane: volerle bene non è affatto difficile, soprattutto per il forte legame di devozione e fiducia che instaura con ognuno di loro. Per i suoi vecchietti farebbe di tutto: correre a casa di Madame Kalbiak nel cuore della notte perché ha paura dei temporali o scegliere le spigole migliori per Monsieur Moreau, che ne va matto.

Robert Guediguian
Robert Guédiguian, il regista de La gazza ladra © Florence Behar Aboudaram

Ex operaia, da quando la fabbrica ha chiuso si è indebitata per comprare una casa con piscina, ormai semivuota, e per pagare i debiti del marito, che sperpera i pochi soldi della pensione giocando d'azzardo al baretto di quartiere. La sua condizione precaria la porta spesso a sottrare qua e là qualche euro agli anziani di cui occupa: poca roba, ma appena quello che le basta per togliersi alcuni sfizi come mangiare ostriche in terrazza al tramonto davanti al mare di Marsiglia, ascoltando Rubinstein che suona Liszt. Il suo sogno più grande però è vedere il nipotino, dallo spiccato talento musicale, entrare al conservatorio.

Per farlo servono un pianoforte e delle lezioni private, che né sua figlia Jennifer (una cassiera sposata con un camionista che passa il tempo più sul suo camion che in casa) né lei potrebbero permettersi di pagare, se non fosse per un assegno sottratto di nascosto al signor Moreau. Il gesto di Maria innesca una serie di conseguenze imprevedibili, che metteranno a dura prova gli equilibri famigliari e di coloro ai quali ha dedicato la vita.

La varietà umana de La gazza ladra

La gazza ladra si rivelerà con il tempo un quadro a tinte tragicomiche, un piccolo giallo dal sapore crepuscolare anticipato dal prologo in apertura su un furto in un negozio di strumenti musicali; la struttura e gli espedienti narrativi sono quelli tipici del noir con tanto di investigatori e depistaggi. E un finale, che ci teniamo ben lontani dallo svelare, capace di riportare in scena l'umanità solidale a cui Guédiguian ha dedicato gran parte delle sue storie.

La Gazza Ladra Scena
Robert Guédiguian e Ariane Ascaride in una scena del film La gazza ladra

Una varietà umana adagiata nella solare Marsiglia, tratteggiata con grazia e piglio malinconico a partire dagli anziani "beffati" dalla protagonista: Madame Kalbiak preoccupata di chi si prenderà cura del suo cagnolino Cornelius quando non ci sarà più, una vecchia coppia di marito e moglie prigioniera dell'amore passato di lei ormai in balia della demenza senile, e un professore solitario in sedia a rotelle a cui il figlio fa visita solo per convincerlo a vendere casa.

E poi c'è l'amore imprevedibile, irruento, carnale come quello che scoppia all'improvviso tra il figlio del signor Moreau, sulle tracce di quella che immaginerebbe essere un'amante del padre, e Jennifer, la figlia di Maria. Guédiguian si concede così una parentesi giocosa, pur rimanendo sempre ancorato alla sua Marsiglia e a uno specifico tessuto sociale, fatto di precarietà e disperati tentativi di rimanere a galla, come quelli messi in atto da Maria. Un divertissement che scalderà il cuore.

Conclusioni

Robert Guédiguian abdica, anche se solo all’apparenza, al cinema militante. Con La gazza ladra il regista francese declina la lotta di classe attraverso il linguaggio della commedia famigliare, e si abbandona al caos, alla leggerezza e all’imprevedibilità dei sentimenti. Marsiglia resta sorridente e solare sullo sfondo di una storia che racconta della tenerezza umana, della resistenza e di cosa si sia disposti a fare pur di sopravvivere alla precarietà. La protagonista Maria, una badante che sottrare qualche euro ai vecchietti di cui si occupa pur di consentire al nipotino di entrare in conservatorio, è quanto di più vicino si possa immaginare alla pietas.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Una piccola parentesi di leggerezza che Guédiguian si concede per raccontare la commedia umana.
  • Lo sguardo compassionevole sui protagonisti.
  • Un mix perfetto di noir, dramma famigliare e commedia.

Cosa non va

  • Difficile dire cosa non vada in un film che si fa amare dall’inizio alla fine.