Se vi siete emozionati guardando gli occhi dell'Uomo Anfibio de La forma dell'acqua di Guillermo Del Toro sappiate che c'è un po' di Italia in quei bulbi giganti: a disegnarlo è stato Luca Nemolato, concept artist e art director di Napoli, da anni a Los Angeles.
Lo abbiamo incontrato al Lido di Venezia dove, in occasione della 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, è stato ospite di Campari per una serie di incontri organizzati per omaggiare i nuovi talenti del cinema italiano. A fargli da testimone il concittadino Marco D'Amore.
Nemmeno trent'anni e un curriculum vastissimo: tra i film a cui ha lavorato ci sono Maleficent, Guardiani della Galassia Vol. 2, Aquaman, Godzilla II - King of the Monsters, mentre sta lavorando a Space Jam: A New Legacy, Black Adam e Dungeons & Dragons. Com'è nata in lui la passione per i mostri, tra cui quello de La forma dell'acqua? "È nata da quella per l'arte e il cinema. Grazie a film come Il signore degli anelli: avevo letto i libri e ricordo ancora di aver visto il film da piccolo e di aver detto come posso fare quello? Anche se non sapevo ancora quello cos'era."
La video intervista a Luca Nemolato
Luca Nemolato: come dare un'anima ai mostri
Dare una personalità a un mostro non è facile: come si fa a realizzare una creatura originale e con un'anima? Per Luca Nemolato: "L'umanità in un mostro del genere si trova con le proporzioni, con le espressioni: gli occhi sono fondamentali. Qualsiasi cosa assomigli un po' ad un essere umano ci permette di provare empatia e quindi di coinvolgerci e di innamorarci, anche di un mostro. La metafora del mostro ci insegna anche a non aver paura a qualcosa di diverso, infatti vediamo tanti film in cui ci si innamora di un mostro, di un amore impossibile. E ci permette di portare le nostre paure davanti agli occhi e affrontarle."
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Lavorare con Guillermo Del Toro
Per un amante dei mostri lavorare con Guillermo Del Toro per La forma dell'acqua è un sogno che si realizza, ce lo ha confermato Luca Nemolato: "Ho avuto non solo la fortuna di lavorare con Del Toro, sono anche potuto andare a casa sua, alla famosa Bleak House, che è un museo di film e arte. La collaborazione è stata bellissima. Ero nervosissimo: immaginate questo ragazzo di Scampia che si ritrova davanti a Guillermo Del Toro e fa cadere tutti i disegni dalla paura! È stato sempre gentilissimo: è uno di quei registi che sa cosa vuole e in fatto di creature è il numero uno. Andare alla Bleak House è stata una delle esperienze più surreali della mia vita: sono appassionatissimo dei suoi film, da Il labirinto del fauno, che per me è uno dei film migliori al mondo. Quando me lo sono ritrovato davanti e mi ha dato la mano non ero nella mia pelle: ero nervosissimo. Casa sua è come un museo e infatti ha anche creato una mostra, in Messico, che si chiama At home with Monsters, in cui c'è una parte della sua collezione, ma a casa c'è il triplo."