In seguito alla drammatica scomparsa del padre, morto in un incidente del quale si ritiene diretta responsabile, Tracy Wrey è rimasta talmente devastata che ha perso la ragione e viene ricoverata in un istituto psichiatrico. Sono ormai quindici anni che è chiusa lì dentro e un giorno Jennifer, la sua gemella identica come una goccia d'acqua, le fa visita. Lì Tracy la aggredisce e mentre questa è svenuta fa un rapido cambio d'abiti, svignandosela dalla struttura spacciandosi appunto per la sorella sana.
In La follia della mia gemella, il diabolico piano incredibilmente riesce alla perfezione e Tracy si ritrova a vivere la vita della consanguinea e a gestire non soltanto la relativa carriera professionale di scrittrice ma anche il rapporto turbolento con la figlia adolescente. Mentre intanto Jennifer cerca inutilmente di convincere medici e dottori di non essere pazza e della sua effettiva identità, Tracy comincia a soffrire nuovamente di attacchi psicotici che diventano sempre più forti per via di una serie di situazioni complicate e pericolose, nelle quali la gemella era suo malgrado coinvolta...
La follia della mia gemella e di tutti gli altri
Un film come questo anche a dispetto di valori produttivi non eccelsi ha bisogno di una sceneggiatura solida che spinga lo spettatore a non fermarsi dopo dieci minuti e a continuare nella visione, mosso dalla curiosità sul destino dei personaggi e su chi stia mentendo e nascondendo segreti di vario genere. La follia della mia gemella purtroppo frana fin dalla sua rocambolesca premessa, con il prologo che già mette in chiaro le falle di una narrazione inverosimile e macchinosa. Del tutto impensabile il fatto che dottori e infermieri non riescano ad accorgersi delle differenze che sussistono tra le due gemelle, che seppur identiche fisicamente - in quanto interpretate dalla stessa attrice - hanno un carattere diametralmente agli antipodi. Un errore ben più che grossolano che costerà la vita ad alcune figure secondarie per poi risolversi in un fastidioso epilogo "a tarallucci e vino", dove tutto il sangue versato sembra essere stato dimenticato non soltanto dalle protagoniste ma anche dalle forze dell'ordine o chi per loro.
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Un approccio risaputo
Lo stile è quello tipico delle produzioni Lifetime, e chi ha presente il marchio di fabbrica di questa rete televisiva d'Oltreoceano, specializzata in pellicole per il piccolo schermo, sa già bene a cosa andrà incontro. I primi secondi ci introducono con una certa irruenza al background che caratterizzerà il successivo minutaggio, incentrato per l'appunto sul dualismo tra queste due figure femminili che pur condividendo tutto non potrebbero essere più distanti l'una dall'altra. Ma anche nella gestione delle suddette l'intreccio narrativo forza eccessivamente la mano, con un colpo di scena che rasenta i limiti dell'assurdo e che prova a sorprendere uno spettatore che probabilmente a quel punto aveva già smarrito completamente la bussola, tra scambi di identità e segreti del passato che vengono progressivamente alla luce in flashback quanto meno improvvisati.
Dentro e fuori
Il problema principale de La follia della mia gemella è ad ogni modo il contorno. Tolta la già citata mancanza da parte del personale sanitario, i numerosi personaggi secondari che ruotano intorno alla doppia protagonista, tra amanti sposati e ricattatori dell'ultimo minuto, è anch'esso schiavo di logiche illogiche, giacché è impossibile che nessuno si accorga dello scambio che ha avuto luogo soltanto qualche giorno prima. Il racconto si trascina così per inerzia, con la messa in scena da parte del regista Dylan Vox che sfrutta per la pressoché totalità degli anonimi interni, pronta all'occasione a concentrarsi sui primi piani di Nicole Marie Johnson, che non ha il carisma e le capacità di differenziare a dovere i rispettivi ruoli. Ennesimo punto debole di un'operazione ben più che dozzinale.
Conclusioni
Due sorelle gemelle, identiche in tutto e per tutto, sono al centro di un thriller sullo scambio di identità: quando una di loro, ricoverata in un istituto psichiatrico, prende il posto dell'altra durante una visita, la situazione prende una piega imprevista. La follia della mia gemella parte da una premessa assurda, con nessuno - a cominciare dai medici - ad accorgersi della rocambolesca sostituzione, fino ad una serie di colpi di scena che nel finale rendono l'insieme ulteriormente, involontariamente(?), grottesco e ridicolo.
Perché ci piace
- Risate involontarie nella gestione del racconto.
Cosa non va
- Una sceneggiatura assurda.
- Messa in scena del tutto incolore.
- Una protagonista incapace di gestire la complessità del doppio ruolo.