"Volete che vi menta? Oh, sembrate un angelo caduto dal cielo, Vostra Maestà! No, a volte sembrate un tasso. E potete contare su di me per dirvelo." "Perché?" "Perché io non vi mentirò: questo è l'amore."
Si può rintracciare una miracolosa combinazione al cuore di un film come La favorita: la capacità di raccontare l'ipocrisia, la ferocia e la sofferenza dell'animo umano ma, al tempo stesso, di cavalcare un'ironia tanto sferzante quanto irresistibile. Il dramma più cupo, come da tradizione nel cinema di Yorgos Lanthimos, servito con lo spirito e le cadenze di una commedia che, attraverso folgoranti scambi di battute, mette in scena contraddizioni e miserie della corte britannica agli albori del Settecento, cornice della spietata rivalità fra Lady Sarah Churchill, Duchessa di Marlborough, e la sua giovane cugina impoverita, Abigail Hill. Oggetto della contesa fra le due donne: il cuore e i favori della Regina Anne, sovrana dal carattere fragile e volubile.
Frutto del magnifico script di Deborah Davis e Tony McNamara, l'opera di Yorgos Lanthimos si è rivelata un piccolo trionfo fin dalla sua presentazione alla Mostra di Venezia 2018, come abbiamo sottolineato anche nella nostra recensione de La favorita, ed è uno dei titoli di punta della awards season: dopo il Gran Premio della Giuria a Venezia, la pellicola ha appena raccolto un lauto totale di dieci nomination agli Oscar 2019, tra cui miglior film, miglior regia, una doppia candidatura come miglior attrice supporter per le cortigiane Emma Stone e Rachel Weisz e quella come miglior attrice protagonista per Olivia Colman, sontuosa interprete della Regina Anna, già premiata per questo ruolo con la Coppa Volpi e il Golden Globe.
Il successo crescente de La favorita, che finora ha incassato oltre quaranta milioni di dollari in tutto il mondo, a partire da questa settimana si prepara ad estendersi finalmente anche alle sale italiane. E in preparazione per la visione, o per offrire ulteriori spunti dopo un film già di per sé molto ricco e complesso, abbiamo pensato di suggerirvi altri cinque film simili a La favorita: cinque opere di varie epoche e nazionalità, alcune delle quali hanno costituito dei modelli dichiarati per Lanthimos, mentre altre presentano temi, elementi ed atmosfere assimilabili a questa graffiante e originalissima black comedy in costume...
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1. Eva contro Eva
È il capolavoro per antonomasia in termini di rivalità tutte al femminile, tanto che il suo azzeccatissimo titolo italiano (l'originale è All About Eve) ha assunto un valore ormai proverbiale: stiamo parlando naturalmente di Eva contro Eva, firmato dalla penna infallibile del regista Joseph L. Mankiewicz nel 1950 e ricompensato con sei premi Oscar, tra cui miglior film, regia e sceneggiatura. In Eva contro Eva assistiamo a una dinamica analoga a quella fra la Regina Anne e l'ambiziosa Abigail Hill: una celebre diva del palcoscenico, Margo Channing, interpretata da una straordinaria Bette Davis nel ruolo-simbolo della propria carriera, viene avvicinata da una giovane ammiratrice, Eve Harrington (Anne Baxter), che dopo aver conquistato le simpatie e la fiducia di Margo comincerà a rivelare il suo vero volto. Le ambiguità dei personaggi, il dramma veicolato da un umorismo affilatissimo e strepitose prove d'attrice: se La favorita ha un 'progenitore', questo è senz'altro Eva contro Eva.
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2. Le lacrime amare di Petra von Kant
Le relazioni sentimentali, e in particolare quelle omosessuali, dipinte come relazioni di potere: è uno dei temi-cardine della filmografia di uno dei maestri del Nuovo Cinema Tedesco, il prolifico Rainer Werner Fassbinder, particolarmente evidente in uno dei primi classici della sua produzione, Le lacrime amare di Petra von Kant. Realizzato nel 1972 da una pièce teatrale scritta dallo stesso regista, questo formidabile esempio di Kammerspiel, tutto ambientato in interni, mette in scena il rapporto fra due donne: la stilista Petra von Kant (Margit Carstensen) e la sua nuova partner, la giovanissima Karin Thimm (Hanna Schygulla). Un rapporto che, passo dopo passo, porterà alla sudditanza psicologica di Petra nei confronti di Karin, sotto lo sguardo impassibile di un terzo personaggio, la sua assistente Marlene (Irm Hermann). Anche ne Le lacrime amare di Petra von Kant l'amore viene declinato dunque in chiave di conflitto, fra opportunismo e dolore, e la protagonista, donna affermata ma prigioniera della propria solitudine, non può non ricordare la Regina Anne di Olivia Colman.
3. I misteri del giardino di Compton House
In questo caso, il debito è manifesto: Yorgos Lanthimos ha citato tra i propri modelli di riferimento per La favorita proprio il cineasta gallese Peter Greenaway, con le sue ampie panoramiche e uno stile di regia che si smarca dalle convenzioni tradizionali, producendo effetti di straniamento. Il film di Lanthimos si svolge nell'Inghilterra dei primi del Settecento, vale a dire pochi anni dopo l'ambientazione del secondo lungometraggio di Greenaway, datato 1982: I misteri del giardino di Compton House, atipico e fascinosissimo murder mystery costruito attorno alla figura di Mr. Neville (Anthony Higgins), pittore ingaggiato dalla ricca Mrs. Herbert (Janet Suzman) per eseguire una serie di disegni dei giardini che circondano la sua maestosa residenza. Oltre al classismo insito nella cultura britannica e agli intrighi che animano il microcosmo di un'aristocrazia corrotta e decadente, La favorita riprende dal cult di Greenaway pure la sua spiccata tendenza al perturbante e al grottesco.
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4. Le relazioni pericolose
E giusto a proposito di aristocrazia decadente e di intrighi, ma anche di seduzioni incrociate e di protagoniste machiavelliche, un'ineludibile pietra miliare del filone rimane, a distanza di trent'anni, Le relazioni pericolose, trasposizione diretta nel 1988 da Stephen Frears dell'omonimo classico della letteratura francese, l'unico romanzo prodotto dal genio di Pierre Choderlos de Laclos. Dalla Gran Bretagna de La favorita ci spostiamo alla Francia del diciottesimo secolo, teatro delle imprese erotiche e degli spregiudicati complotti del libertino Visconte di Valmont (John Malkovich) e della Marchesa de Merteuil (Glenn Close), in un'imprevedibile triangolazione di passioni e di vendette in cui si ritroverà coinvolta, proprio malgrado, anche l'ingenua Madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer). Vincitore di tre premi Oscar, Le relazioni pericolose si attesta tra i più perfetti drammi in costume del cinema moderno e contemporaneo.
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5. Ridicule
La Francia aristocratica pochi anni prima della Rivoluzione è la "gabbia dorata" analizzata anche in un'altra splendida pellicola incentrata sui compromessi, le contraddizioni e le guerre 'interne' del ceto nobiliare: Ridicule, diretto nel 1996 da Patrice Leconte, vincitore di quattro premi César (tra cui miglior film) e candidato all'Oscar come miglior film straniero. Charles Berling presta il volto al Barone Grégoire Ponceludon de Malavoy, un nobile di provincia che, sotto la guida dell'esperto Marchese de Bellegarde (Jean Rochefort), riesce a conquistare un consenso sempre maggiore all'interno della corte di Versailles in virtù della propria ironia e dell'abilità nell'ideare battute e motti di spirito, attirando l'attenzione della subdola Madame de Blayac (Fanny Ardant). In Ridicule, come ne La favorita, la corte diventa dunque la cornice di implacabili giochi di potere basati sullo charme, sulle doti oratorie e soprattutto sulla capacità di adattarsi a ogni situazione ricavandone il massimo vantaggio: una lezione che la Abigail Hill di Emma Stone dimostrerà di aver appreso fin troppo brillantemente...