Abbiamo assistito su Prime Video all'ultimo spettacolo di Miriam 'Midge' Maisel, alias Rachel Brosnahan, alias l'ultima creatura seriale di Amy-Sherman Palladino e di suo marito Daniel Palladino, che già con le Gilmore Girls di Lauren Graham e Alexis Bledel avevano dato vita a due personaggi iconici entrati non solo nella storia della tv ma anche della cultura pop. Lo stesso è accaduto con Midge, una casalinga dell'Upper West Side che negli anni '60 si improvvisa stand-up comedian dopo essere stata tradita dal marito, e inizia una carriera in un mondo non solo maschilista ma anche poco avvezzo ad una donna che mette i propri panni sporchi al servizio del pubblico per riderne insieme. Proviamo a capire insieme perché La fantastica signora Maisel ci mancherà moltissimo e cosa ci lascerà ora che l'abbiamo salutata.
Amore a prima risata
È difficile non innamorarsi perdutamente di Midge Maisel al primo sguardo, o meglio alla prima risata che ci porta a fare, ancor prima di salire sul palco quella fatidica sera al Gaslight dove avrebbe dovuto esibirsi il marito Joel (Michael Zegen). Chiunque nella serie (e quindi anche noi oltre lo schermo) conosca Miriam, non può non rimanerne immediatamente affascinato e donarle il proprio cuore affinché lo custodisca, grazie al fascino e alla grazia donatigli da Brosnahan. Questo è anche merito dei dialoghi serratissimi e al fulmicotone a cui i Palladino ci avevano abituato già in Una mamma per amica e nel breve Bunheads.
Dialoghi che non possono non coinvolgerci e farci ridere a crepapelle, e magari un attimo dopo farci scendere una lacrimuccia per, come, tra una risata e l'altra riescono a infilare il colpo di grazia per lo spettatore. Rachel Brosnahan, già vista in House of Cards in un ruolo anche abbastanza determinante, sarà però per sempre indissolubilmente legata al personaggio di Miriam Maisel, creando una sorta di doppia personalità, proprio come Ted Lasso che sta anche lui per lasciarci.
Qui però abbiamo travalicato lo schermo, tanto che il personaggio (e non l'attrice, una delle poche volte nella storia) ha avuto l'onore di ricevere una stella sulla celeberrima Walk of Fame hollywoodiana. Questo perché non solo Midge è entrata di diritto nel parlato quotidiano e nella cultura contemporanea, ma perché nella finzione, come abbiamo visto dai flashforward di questa quinta ed ultima stagione, la sua carriera da stand-up comedian travalicherà qualsiasi confine e farà da apripista a molte donne, rompendo molti schemi. Una sorta di monito e augurio per chiunque voglia realizzare i propri sogni in un mondo che ti dice costantemente il contrario.
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Tette in su
Anche La fantastica signora Maisel, che già dal titolo celebra molto autoironicamente se stessa, come Ted Lasso, può essere definito un comfort show, poiché il brio che pervade ogni inquadratura, ogni sequenza, ogni costume della serie mette immediatamente il buonumore e ridà fiducia nella vita, e ti coccola durante e dopo la visione come una copertina in una serata invernale. Anche perché Midge di batoste ne prende tante, fino alla fine, e questo non può non farci immediatamente immedesimare in lei e nella difficoltà di affrontare ogni giorno ciò che la vita ci vuole sbattere in faccia. Eppure lei non rinuncia mai alla positività e al sorriso sulle labbra, al motto di "Tette in su" ("Tits Up")**, il tormentone nato quasi per caso con Susie e che sentiamo oramai di fare nostro quando ci vogliamo fare coraggio, prima di un colloquio, un test o una sfida importante. Per cinque stagioni abbiamo riso con lei, pianto con lei, urlato con lei, e con gli altri coloriti personaggi sopra le righe che popolano il suo mondo coloratissimo e vivace, a cui allo stesso modo non possiamo non affezionarci, anche quando non rendono la vita facile alla protagonista.
L'apparente superficialità e ritrosia di Rose, l'attaccamento alle regole di Abe, l'eterna indecisione di Joel, il talento per gli affari di Moishe, l'invasività permanente di Shirley, l'apparente cinismo di Susie (Alex Borstein), sono oramai parte del nostro quotidiano e della nostra famiglia e quindi è difficilissimo lasciarli andare, soprattutto in una stagione che ha deciso di togliere l'aspetto favolistico della storia per farci scontrare con la dura realtà non solo del periodo storico ma soprattutto di quello che verrà, e che la allontanerà dai genitori, da Susie e dai figli oramai cresciuti e che non la considerano la miglior madre del mondo. Anche gli abiti della signora Maisel sono già storia, della tv come dello storytelling, dato che attraverso di essi ancor prima che dai dialoghi o dagli atteggiamenti e azioni, ci viene detto molto dei personaggi e del loro mood momentaneo. Midge è una vera e propria fashion addicted e allo stesso tempo è diventata in breve tempo una possibile personal shopper per noi spettatori, dando consigli su outfit e abbinamenti.
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Eredità comica
C'è una grande eredità che La fantastica signora Maisel lascia alla serialità contemporanea, ovvero un mix raramente così riuscito di dramma, commedia, racconto sociale e soprattutto una narrazione che vuole celebrare e raccontare la storia della stand-up comedy, sicuramente sconosciuta ai più, per cui la tv sembra dimostrare sempre più interesse (o forse ossessione) come dimostrano I'm Dying Up Here e Hacks, prendendo quindi a sua volta l'insegnamento di Seinfeld e facendone qualcosa di completamente nuovo.
E c'è già una serie che potrebbe prenderne idealmente le redini, ovvero Étoile, il prossimo progetto già annunciato dei coniugi Palladino per Prime Video, sul mondo del balletto, a cui tornano dopo Bunheads, con alcuni elementi di casting in comune come Luke Kirby (Lenny Bruce). Proprio nel contesto comico, Midge ha sempre avuto il coraggio di dire ciò che pensava, senza filtri e senza peli sulla lingua, battendosi per ciò in cui credeva in un mondo di uomini e di determinate gerarchie anche sociali: questo le ha creato non pochi problemi, eppure non si è mai tirata indietro. Sia col microfono in mano, illuminata dalle luci del palcoscenico, sia nella penombra dietro le quinte. Una vera e propria ispirazione per il pubblico nelle piccole grandi ingiustizie che subisce nella vita quotidiana. Per fortuna di quanto la sua voce fosse speciale noi spettatori ci siamo accorti ben prima del padre Abe (Tony Shalhoub), in quello strano ma toccante monologo in cui riconosce il talento della figlia nel penultimo episodio dello show. Ci mancherai Midge, ma sarai con noi a guidarci in qualsiasi situazione di sconforto perché non potremo che chiederci: "Cosa avrebbe fatto la fantastica signora Maisel?". Magari saremo fortunati e diventeremo un po' fantastici anche noi.