Il suo è stato il forfait più cocente per questa edizione della giovane kermesse romana, ma Keira Knightley è comunque presente "in spirito" grazie alla sua toccante performance in La duchessa, sontuoso period drama firmato da Saul Dibb. Ed è proprio il regista londinese ad incontrare la stampa accreditata dopo la presentazione della pellicola, co-prodotta dalla BIM, in compagnia della produttrice e deegli interpreti Dominic Cooper e Hayley Atwell.
Qual è l'elemento più attuale della storia di Georgiana Spencer che volevate raccontare?
Saul Dibb: Sono molte le cose della storia di Georgiana che ci hanno colpito e ci sono sembrate avere risonanza anche nel mondo di oggi. Sopra ogni cose però c'è la scelta che fa per il bene dei suoi figli: l'amore
per loro la porta ad accettare una matrimonio e un'esistenza molto difficile e infelice. Nonostante le costrizioni che le erano imposte, è stata evidentemente una donna avanti rispetto ai suoi tempi, che non si conformava facilmente alle convenzioni. Inoltre era attivamente coinvolta in politica ed era una celebrity ante litteram.Che rapporto c'è tra la storia della Duchessa e quella della sua discendente Lady Diana Spencer?
Saul Dibb: Le analogie tra questa storia e quella di Lady D sono state rimarcate e discusse già quando uscì la biografia di Amanda Foreman, dieci anni fa. Indubbiamente si possono individuare dei parallelismi legittimi, ma il rapporto direi che finisce lì.
Mr. Dibb, come ha affrontato un peersonaggio complesso e ambiguo come quello del duca del Devonshire?
Saul Dibb: Il duca è quello di un
aristocratico inglese abbastanza tipico. Era difficile ritrarlo perché, con gli occhi delle persone che vivono i nostri tempi, è davvero difficile non giudicarlo per le azioni che compie in base a parametri che non gli appartengono. Se si analizza il contesto e le sue condizioni di vita si capisce che non è un villain tutto di un pezzo, si capisce anche la sua tragedia.Hayley Atwell, cosa può dirci del suo personaggio anche in rapporto a quello della duchessa?
Hayley Atwell: Bess arriva nella vita di Georgiana quando la sua popolarità è esplosa, l'opinione pubblica l'ha messa su un piedistallo ma lei si sente disperatamente sola. Bess aveva già sofferto molto ed è grazie a questo che si crea quella connessione che sarebbe durata per tutta la loro vita, e che è anche la cosa che permette loro di sopravvivere. Per una donna nelle sue condizioni non c'era nessuna opzione, non aveva alcun diritto e non aveva possibilità di ottenere la custodia dei figli, che il marito, un violento, le impediva di vedere. I figli sono la chiave di volta di tutto, tutte le scelte che fa Bess dipendono da loro.
L'autrice del libro, Amanda Foreman, ha parlato di Georgiane come di una via di mezzo tra Lady D e Marilyn Monroe.
Saul Dibb: Sì, come detto ci sono i parallelismi con la vita di Diana Spencer ma anche molto aspetti della vità delle moderne celebrità, che sono fotografate dovunque vadano e fanno vendere i giornlai. Come per Marilyn, nella discrepanza tra la popolarità della figura pubblica e la tristezza della sua vita privata. E' come una dobbia vita, in una ci si sente amati, nell'altra si prova solitudine che può indurre a tendenza autodistruttive.
Dominic Cooper, le è piaciuto più interpretare questo film in costume o pellicola
contemporanee come Mamma mia!?Dominic Cooper: Non ho una vera preferenza, ma è bello avere la scelta. Mi è piaciuto moltissimo girare La duchessa e tutto quello che ho imparato su questo periodo e su un personaggio con una tale risonanza. Ma è sempre bello fare cose così diverse.
Mr. Gibb, come mai ha scelto Dominic e Hayley?
Saul Dibb: Con Hayley è stato molto semplice, avevamo già lavorato insieme. La trovo straordinaria ed era la persona giusta per catturare questo personaggio e la sua capacità di essere amica della protagonista in circostanze tanto difficili. Dominic è invece praticamente l'opposto del personaggio del duca, con questa sua grande passione, apertura e intelligenza; l'avevo visto e apprezzato in The History Boys. Credevo che valesse la pena di affidare questi ruoli ad attori non notissimi ma di grande talento.