Tutti conoscono Linda Lovelace, la sua apparizione quasi mistica nel mondo della cinematografia pornografica, il modo in cui ha rivoluzionato l'industria dell'intrattenimento per adulti. Ma Linda era molto più di una virtuosa del sesso orale: era una donna abusata, plagiata e che, prima di tante, ha trovato il coraggio di ribellarsi alla schiavitù imposta dal marito Chuck. I registi Rob Epstein e Jeffrey Friedman ne tracciano un ritratto intenso e dal forte impatto emozionale, certo anche aiutati dalle ottime interpretazioni di Amanda Seyfried, che incarna perfettamente l'ingenua, fragile sensualità di Linda, e di Peter Sarsgaard, impegnato ancora una volta nel ruolo non facile del cattivo. Insieme ai registi e ai due protagonisti, in conferenza stampa è intervenuto anche James Franco, che qui interpreta un giovane Hugh M. Hefner.
James, hai partecipato a diversi film indipendenti nell'ultimo periodo. Cosa ti motiva in questo genere di lavori?
James Franco: I progetti più piccoli mi danno la possibilità di approcciarmi ad argomenti diversi da quelli affrontati di solito dal cinema hollywoodiano, di approfondire tematiche che non hanno nulla a che fare con quelle che interessano agli studios. Sono esperimenti, esplorazioni, ed è un processo veramente esaltante potersi immergere in qualcosa di nuovo.
James Franco: In effetti io ho conosciuto Hugh, ho lavorato con lui per alcuni articoli per Playboy, ma non so quanto abbiamo in comune.
Amanda, questo è un momento cruciale per la tua carriera. Come lo stai vivendo?
Amanda Seyfried: Sì, è vero, è un momento molto importante, specialmente perchè ho potuto interpretare un personaggio realmente esistito, con una storia talmente affascinante, e averle potuto dare voce è stato fantastico.
James, per la seconda volta ti ritrovi impegnato in film che attraversano gli anni Settanta, come mai questa scelta?
James Franco: Sono completamente conquistato da quegli anni: dalla loro musica, dalla loro arte, dai loro scrittori, ecco il perchè.
Come è stata la direzione a due di questo film?
Rob Epstein: Noi abbiamo lavorato insieme per circa 25 anni, e siamo molto simili nel nostro modo di lavorare, non ci sono ruoli prestabiliti nel nostro team. Ci facciamo ridere a vicenda, abbiamo lo stesso senso dell'umorismo, e credo che sia anche per questo che funzioniamo così bene.
Amanda Seyfried: Sicuramente questo è stato un film molto duro, perchè il mio personaggio ha dovuto imparare a prendersi cura di se stessa, a far sentire la propria voce. Mi sono sentita fragile, non si è trattato di un'esperienza facile.
Considerate questo un film femminista, anche se non avete indagato le dinamiche del movimento?
Rob Epstein: Decisamente sì, certo. Non credo che questo aspetto sia stato lasciato in disparte, anzi è proprio alla fine del film che lei trova il modo di esprimersi, di iniziare un nuovo capitolo della propria vita. Linda ha trovato una nuova forza in se stessa, ed è grazie a quella forza che diventerà una figura di spicco del movimento.
Jeffrey Friedman: Abbiamo voluto focalizzarci principalmente sulla relazione tra Linda e Chuck, era lì il fulcro della vicenda drammatica.
Amanda, sei presente qui con due film, come ti senti a proposito?
Amanda Seyfried: Sì, sono molto fiera e piena di entusiasmo per la mia esperienza qui, soprattutto perché per Lovelace si tratta della prima presentazione alla stampa.
E' una coincidenza che per il ruolo della madre di Linda abbiate scelto Sharon Stone, che è un'icona della sensualità?
Jeffrey Friedman: Forse si è trattato di un'associazione inconscia: noi l'abbiamo scelta perché è una grande attrice, ed è stata in grado di aggiungere qualcosa di molto importante a questo ruolo. Sicuramente la sensualità ha avuto il suo peso, ma non è stata la motivazione principale.
Amanda Seyfried: Ho consultato una vastissima collezione di documenti, filmati, fotografie, e in più internet è piena di documentazioni su Linda. Ma per avere accesso veramente alla sua vita, ho anche parlato con i suoi figli, visto che purtroppo non ho avuto la possibilità di conoscerla di persona.
Peter Sarsgaard: Io non ho avuto la possibilità di studiare la figura di Chuck, su di lui non c'è abbondanza di materiale. Devo confessare di aver fatto una certa resistenza prima di accettare di interpretare questo ruolo: per una volta, volevo impersonare qualcuno di positivo, qualcuno che ti portasse dei fiori, con cui prendere un tè. E' sempre difficile descrivere il proprio lavoro di attori, ma in tutti noi cí sono zone d'ombra e di luce, in me c'è molto di entrambe, e si è trattato di scoprire cosa veniva fuori attingendo a esse.
Rob Epstein: Un punto focale è stato tutto il tempo passato insieme, a conoscerci e a conoscere i nostri personaggi, le loro personalità e le loro motivazioni: nel caso di Chuck, la sua insicurezza, la sua necessità di avere conferme.
Cosa pensate, in generale, del Porno Chic?
Jeffrey Friedman: Ci siamo documentati tantissimo sulla cultura di quel periodo, sull'apertura alla sensualità avvenuta in quegli anni, sulla rivoluzione sessuale. Questi cambiamenti hanno avuto, a volte, conseguenze non previste, come la seconda ondata di femminismo impersonata dalla stessa Linda, che ha liberato se stessa scoprendo la propria voce più vera.
Rob Epstein: La pornografia occupava un posto diversissimo nella società rispetto a quello attuale, ed è stato molto interessante ripercorrere quel momento storico, in cui la pornografia è diventata mainstream. Così come è stato interessante esplorare il ruolo di Linda sulla cultura del porno, e su come lei sia riuscita a emanciparvisi.
Amanda Seyfried: Non mi sono nemmeno posta il problema. Era necessario girare il film in quel modo, non ho mai avuto timori in proposito. Mi sono fidata fin dal primo momento dei registi e del resto del cast, ed è per questo che sono sempre stata tranquilla a riguardo.
Rob Epstein: Inoltre, è bellissimo testimoniare il momento in cui Linda riesce a vivere liberamente la propria sensualità, comprende il suo corpo e capisce di poterne trarre anche piacere.
L'industria del porno oggi è tra le più fiorenti. Pensate che dovrebbe riguardare agli anni Settanta?
Rob Epstein: Abbiamo fatto diverse ricerche sul mondo della cinematografia porno contemporanea. Siamo stati anche su diversi set, per capire quale fosse l'atmosfera che dovevamo ricreare, su quale genere di atteggiamento dovevamo modellare quello di Linda, e abbiamo visto che molto spesso il regista, o i membri del cast tecnico, erano delle donne!
Jeffrey Friedman: Quello che è successo con Gola Profonda è stata la creazione di qualcosa di speciale nel mondo del porno. Noi abbiamo voluto sottolineare questo momento unico, in cui la pornografia è diventata un'esperienza pubblica, così diversa da quella attuale.
Qual è stata la reazione di Sharon Stone quando le avete proposto il ruolo?
Rob Epstein: Siamo andati a cena insieme e lei ha capito subito molto bene i punti che dovevamo sottolineare, soprattutto dal punto di vista del background familiare. Si è mostrata subito entusiasta, e infatti ha fatto un lavoro splendido.
Amanda, pensi che situazioni come quelle capitate a Linda succedano tuttora?
Amanda Seyfried: Le violenze familiari accadono ogni giorno: persone che non realizzano di essere abusate se non dopo molto tempo, che non hanno il coraggio di opporsi. E' incredibile pensare quante siano le vittime di violenze domestiche ancora oggi, ma il ruolo di Linda ha dato un'incredibile svolta alla consapevolezza del problema.