Nel 1938, nella piccola comunità inglese di Morley Hall, il pastore protestante Linus Forster si trasferisce - dopo esserne stato eletto nuovo vicario - a Morley Hall con la moglie Marianne e la figlioletta Adelaide, nata al di fuori del matrimonio e che lui "spaccia" perciò per sua nipote. La relazione tra i coniugi è in crisi per via del dogmatismo di lui, ma ben presto la famiglia andrà incontro a problemi ben maggiori.
La dimora del male, come suggerisce già il titolo, è infatti per gran parte ambientato in una casa dove vige una maledizione risalente a fatti di sangue di molto tempo fa, tanto che già tre anni prima quelle quattro mura furono teatro di un tragico evento, tenuto saggiamente nascosto alla coppia del vescovo locale. Quest'ultimo cerca di celare la verità a tutti i costi e ben presto Marianne comincia a essere vittima di inquietanti visioni di morte, mentre il vicario viene avvicinato da un individuo misterioso che sostiene di sapere molto sulla magione ora di loro proprietà...
Le vie dell'orrore
Il regista inglese Christopher Smith ha all'attivo una carriera senza dubbio interessante, anche senza essere mai effettivamente esplosa come le premesse potevano suggerire. Dal piccolo cult d'esordio, ovvero Creep - Il chirurgo (2004) fino all'oscuro film in costume Black Death (2010), il cineasta si è districato con una certa varietà nei meandri del cinema orrorifico, recuperando suggestioni da vari sottofiloni con una verve sempre personale. Il suo approccio al cinema gotico avviene definitivamente con La dimora del male, titolo datato 2020 e disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video. Un film dove per l'appunto si riprende l'abusato topoi della casa infestata, con i malcapitati protagonisti prossimi loro malgrado ad affrontare una minaccia di origine sovrannaturale, derivante da situazioni più o meno traumatiche avvenute all'interno di siffatto luogo.
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La dimora del male e il contorno
Sulla carta la sceneggiatura era carica di potenzialità, anche se allo stesso tempo la sinossi non racchiudeva spunti effettivamente originali. E purtroppo infatti l'ora e mezzo di visione soffre di una risoluzione alquanto scontata e prevedibile, con gli stessi legami tra i personaggi e l'inserimento forzato del contesto storico - con la Seconda Guerra Mondiale alle porte e la minaccia nazista che incombe sull'Inghilterra - a risultare a tratti pacchiani e poco coesi con l'anima maggiormente di genere dell'operazione. Proprio dal punto di vista dell'estetica horror La dimora del male trova i suoi principali punti di forza, con la regia e lo stile di Smith che mostrano i muscoli quando c'è da inscenare quello sprint visionario che caratterizza alcune scene clou, tra doppelganger, visioni profetiche e specchi d'ordinanza a insinuare un senso di godibile inquietudine per tutti i fan del filone.
Indietro e avanti nel tempo
I vari flashback e lo spiegone dietro alla maledizione che aleggia su quella sinistra dimora risultano a dire il vero poco esaustivi e vanno di pari passo con le falle logiche di un racconto che per indirizzarsi sulle coordinate prefissate deve in diverse occasioni fare i salti mortali, depotenziando infine la verosimiglianza del contesto. Dal brevissimo prologo ambientato nel recente passato all'intera sottotrama che riguarda il vescovo e le sue "simpatie politiche", La dimora del male soffre di queste cadute che penalizzano il cuore centrale della vicenda invece di amplificarla armoniosamente. In un cast variegato al punto giusto e popolato da personaggi sui generis - come detto alcuni riusciti e altri meno - brilla Jessica Brown Findlay, capace di infondere il necessario tormento a una figura vittima non soltanto di una società patriarcale ma anche di quel marito pronto a far voto di assoluta castità quale giuramento a un Dio per lui vendicativo. Peccato che anche questi spunti potenzialmente intriganti non vengano approfonditi appieno, lasciano che La dimora del male risulti sì ambizioso e affascinante ma non sempre compiuto.
Conclusioni
Una giovane donna si trasferisce con la figlioletta e il marito, un pastore protestante chiamato quale nuovo vicario di una piccola comunità inglese, in una casa tra le cui fondamenta si annida un annoso segreto proveniente da un tragico passato, che la Chiesa locale ha sempre cercato di nascondere. Il titolo italiano La dimora del male suggerisce come questa magione sarà teatro di oscuri eventi che sconvolgeranno una famigliola già alle prese con problemi nella propria intimità e ora messa davanti a "fenomeni paranormali incontrollabili", spaventosi e inquietanti. Un horror gotico accattivante ma imperfetto, dove ad alcuni buoni spunti tra cast e messa in scena si accompagna una sceneggiatura non priva di pecche.
Perché ci piace
- La regia solida e tensiva di Cristopher Smith.
- La convincente interpretazione della protagonista Jessica Brown Findlay.
- Una manciata di scene inquietanti quanto basta.
Cosa non va
- Date le premesse e il lavoro in fase di messa in scena, spiace per una sceneggiatura che non fa sempre il suo dovere.
- Personaggi secondari, sottotrame e background forzati.