La costa del crimine, la recensione: una gangster story troppo ruffiana e molto british

Nuova serie Sky Original direttamente dagli UK è La costa del crimine (A Town Called Malice), che arriva settimanalmente su Sky e NOW ma non colpisce nel segno.

La coppia protagonista de La costa del crimine.

È come se guardasse tutto il tempo in camera strizzando l'occhio allo spettatore e dicendogli "Hai visto che siamo negli anni '80?" Abbiamo avuto immediatamente quest'impressione guardando La costa del crimine, produzione Sky Studios insieme a Vertigo Films e Rogue State Productions che arriva dopo un anno anche in Italia, su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW dal 16 agosto. L'ennesima gangster story ambientata nel passato e che con questo pretesto rende tutto dannatamente ammiccante ed esagerato, ancor più di quanto lo fossero all'epoca le mode e gli stili. Sarà un bene o un male?

C'era una volta a Malaga

La Costa Del Crime Scena
I due protagonisti della serie

Creato da Nick Love (The Business, The Football Factory, Bulletproof) quest'action drama è ambientato in Costa del Sol agli inizi degli anni '80, concentrandosi sui Lord, una famiglia un tempo rispettata e potente nella malavita londinese ma che oramai ha perso smalto e controllo in città a causa di un violento scontro tra bande. Il minore della famiglia, Gene (Jack Rowan), conosce e si innamora ricambiato di Cindy Carter (Tahirah Sharif, già vista ne di The Haunting of Bly Manor), una ragazza nera che proprio per questo dà subito nell'occhio all'epoca. I due rimangono invischiati in uno scontro e legati a vita: la famiglia non è d'accordo, soprattutto la matriarca (Martha Plimpton, sempre un piacere ritrovarla) ma il padre li manda in Spagna, sulla Costa del Sol, dove lo zio Tony ha fatto i soldi ed è pronto ad accogliere e proteggere il nipote. Peccato che le cose non stiano esattamente così e a quel punto i due familiari penseranno di riprendersi il potere che hanno perso nella capitale del Regno Unito in territorio ispanico, dove c'è maggior libertà e non c'è estradizione. Tony però non è l'unico con dei segreti: anche Cindy ne ha in serbo qualcuno di scioccante per il ragazzo...

La costa del crimine: siamo proprio negli anni '80

La Costa Del Crimine Protagonisti
Tahirah Sharif e Jack Rowan in stile anni '80

Tutto nel serial, dalla fotografia violacea e al neon, dai capelli cotonati ai jeans a vita alta e ai leggins con calze a rete, fino agli orecchini grandi e alla colonna sonora pop, urla a gran voce il decennio che mette in scena. Questo vale anche per la canzone che compone il titolo originale della serie, A Town Called Malice dei The Jam - disponibile per l'occasione integralmente su Spotify. Da Video Killed The Radio Star dei The Buggles, Sweet Dreams degli Euryrthmics, Relax (Don't Do It) di Frankie Goes to Hollywood, da I Want to Know What Love Is di Foreigner a Daddy Cool di Boney M, da Just Can't Get Enough dei Depeche Mode a Back in Black degli AC/DC, la musica che accompagna - e a volte quasi invade le sequenze - è troppo ruffiana per ottenere l'effetto nostalgico sperato negli spettatori.

Una serie sulla famiglia e sui parenti serpenti

La Costa Del Crimine Serie Sky
Lo zio Tony e Gene in una scena

La famiglia può essere la più grande gioia e il più grande dolore. I suoi componenti sono quelli che ti salvano, ti aiutano e ti sono sempre accanto ma anche coloro che ti tradiscono nel peggior modo possibile, quasi come un dramma shakesperiano. È su questo concetto che si basa La costa del crimine, che vorrebbe sorprendere il pubblico con una serie di plot twist posizionati ad arte, ma che in realtà abbiamo già visto troppe volte in racconti simili, messi in scena davvero oramai con lo stampino della gangster period story a partire da Peaky Blinders.

Nutrito il cast soprattutto quello dei Lord, a rappresentare questo nucleo in espansione, che vede tra i membri anche il patriarca Albert, i fratelli maggiori di Gene, Leonard e Kelly e relative compagne. Parallelamente viene raccontato il duro lavoro della polizia per incastrare a tutti i costi i Lord e le loro malefatte, soprattutto per volontà di Lindsay, una poliziotta fin troppo zelante che vuole farsi rispettare a tutti i costi in un ambiente maschilista come quello della polizia dell'epoca. Indipendenza femminile e discriminazione razziale si intersecano quindi alla mafia story più pura per un racconto che però, fin dalla superficie iper-colorata, sa troppo di già visto.

Conclusioni

Riassumendo la nostra recensione possiamo affermare che La costa del crimine finisce per apparire solamente come l’ennesima gangster story. Prova ad essere diversa ma nel suo cuore è come tutte le altre. Non bastano i lustrini, la musica pop e tutta la messa in scena esagerata per farci dimenticare che quello che stiamo vedendo, in fondo, non è nulla di nuovo.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • La chimica della coppia protagonista.
  • Il tema del tradimento familiare.
  • Il cast scelto e la doppia location.
  • Fotografia e colonna sonora…

Cosa non va

  • …che però rischiano davvero di essere troppo ruffiane e ammiccanti.
  • Una mafia story come tutte le altre.