Lo avevamo scritto nella nostra recensione: sangue a fiotti ed estetica analogica per il ritorno di una delle saghe horror più amate. La casa - Il risveglio del male diretto da Lee Cronin è il sequel diretto de La Casa di Fede Álvarez, reboot del 2013 tratto dal leggendario film di Sam Raimi. Un reboot, un remake, un sequel. Insomma, un mix di spunti per un horror che, però, può vivere anche di vita propria. Anzi, può essere considerato una sorta di nuova ripartenza del franchise, puntando però sugli elementi che ne hanno sancito il successo: svolte splatter, malefiche presenze, e il mitologico Libro dei Morti, qui "risvegliato" da un terremoto che spacca le fondamenta del condominio dove è ambientato il film.
A farne le spese la protagonista, Beth (Lily Sullivan, grande final girl), che quando fa visita alla sorella maggiore Ellie (Alyssa Sutherland), mamma single di tre figli, Danny (Morgan Davies), Bridget (Gabrielle Echols) e Kassie (Nell Fisher), si ritrova circondata da demoni capaci di impossessare le persone. Un ottimo spunto che ci porta a considerare La casa - Il risveglio del male, che potete vedere in streaming su Infinity+ come il vero erede del cult di Sam Raimi. Non ci credete? Ecco cinque motivi che lo dimostrano...
1. Il regista, Lee Cronin
Siamo d'accordo, potrebbe non essere Sam Raimi, eppure Lee Cronin ha dimostrato un certo piglio registico. Come? Mantenendo - per quanto possibile - l'approccio originale della saga, dandole però nuovi spunti e nuova linfa. Particolare il suo percorso registico che lo ha portato a dirigere il film: nato a Dublino, ha diretto una serie di cortometraggi, tra cui l'inquietante Ghost Train, datato 2014. Solo nel 2019 esordisce in un lungometraggio, ovvero Hole - L'abisso. Saranno però diversi episodi di 50 States of Fright (inedita in Italia, nonostante il grande cast: da Rachel Brosnahan a Asa Butterfield), diretti da Cronin e prodotti da Raimi, ad avvicinare i due. Sam Raimi ha proposto il progetto a Lee, che ha subito accettato. Non solo, a capo del progetto, ha scritto anche la sceneggiatura, scegliendo come prima cosa la location: una palazzina che nasconde, sotto le fondamenta, lo spettrale Necronomicon. Una scelta vincente.
2. Horror analogico
Così come i film precedenti, possiamo definire La casa - Il risveglio del male un horror analogico. Uno stile apprezzato dai fan, a cominciare dalla classica shaky camera - macchina ferma che suggerisce un forsennato movimento -, ricreata senza sfruttare la post-produzione. In generale, però, l'intero film ricorre poco al digitale, puntando invece sulla scenografia di Nick Bassett e Gareth Edwards. Gli effettivi speciali sono in parte sostituiti dagli effetti visivi, e il make-up che sfoggia Alyssa Sutherland è un altro grande punto di forza. Anche per questo l'horror di Lee Cronin non snatura il marchio originale, ma anzi lo rispetta sfruttando un'estetica ben precisa e riconoscibile.
3. Le citazioni
Sia ne La Casa (compreso il reboot di Fede Álvarez) sia ne L'armata delle tenebre, Sam Raimi giocava con gli omaggi e le citazioni. Stessa cosa avviene ne La casa - Il risveglio del male. Lee Cronin, oltre collegare il film con i precedenti titoli tramite piccoli rimandi (ma alleviando il senso del gore), scena dopo scena si diverte ad inserire diversi omaggi: palese la citazione a Shining di Stanley Kubrick, con l'ascensore pieno di sangue; ambientazione e protagonista citano Demoni 2 di Lamberto Bava, e non manca un omaggio a H.P. Lovecraft, in quanto il mostro finale si ispira a Il colore venuto dallo spazio.
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4. Lily Sullivan
In principio fu Bruce Campbell, poi il testimone è passato (velocemente) a Jane Levy nel reboot di Fede Alvarez e ora è arrivato il momento dell'australiana Lily Sullivan. Final girl perfetta per tono e umore, tosta e agguerrita, risoluta e spavalda. Certo, prima deve affrontare l'inferno sceso in terra, eppure la figura di Beth sembra essere stata scritta anche per un possibile ritorno, ereditando contestualmente la saga. Dal canto suo, Lily Sullivan ha la faccia giusta e il talento necessario per raccogliere la sanguinolenta sfida.
5. ... e Bruce Campbell
È stato lui stesso, in veste di produttore, a dirlo: "La casa tornerà in nuovi capitoli, cercheremo di produrre un film ogni due o tre anni, e non dopo dieci come avvenuto ora". Quindi i fan possono stare tranquilli, il Necromicon è ancora lì pronto per essere sfogliato. Del resto, lo abbiamo detto, Bruce Campbell è un elemento distintivo della saga, anche dietro le quinte. C'è sempre, anche quando non si vede. Ma si sente. Come nel caso de La Casa - Il Risveglio del Male: Campbell partecipa al film con un cameo vocale, prestando la sua voce a Padre Littleton, di cui ascoltiamo la voce registrata su alcuni vinili. La stessa voce che attiverà il temuto Libro dei Morti. Non solo: ad un certo punto, per creare un effetto "masticato" di un occhio che gira, sentiamo il tipico rumore di qualcuno che mangia una mela. Chi stava mangiando quella mela? Facile: Bruce Campbell!