Alex (Lino Guanciale), Oreste (Stefano Fresi), Giacinto (Libero De Rienzo) e Fanny (Matilde Gioli) sono quattro fratelli, cresciuti nella splendida casa paterna immersa nel verde, diventati molto diversi l'uno dall'altro: ormai adulti, per aiutare il più scapestrato, decidono di vendere la villa del padre, Sergio (Luigi Diberti), ormai in coma da cinque anni. Proprio quando tutto sembra sistemato, il genitore si sveglia all'improvviso, costringendo i figli a mettere in scena un complicato stratagemma per non fargli sapere di aver venduto la sua amata dimora.
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Arriva nelle sale il 16 novembre La casa di famiglia, che segna l'esordio dietro la macchina da presa di Augusto Fornari: per il suo primo film da regista l'attore ha deciso di mettere in scena una divertente commedia degli equivoci, in cui i quattro fratelli ricorrono a stratagemmi, anche fisici, propri della comicità slapstick.
Alla presentazione della pellicola a Roma abbiamo incontrato tre dei protagonisti: Stefano Fresi, che interpreta un musicista con il sogno di scrivere un'opera, Matilde Gioli, nei panni di una donna che ha un negozio di moda e si dispera per il marito che l'ha lasciata per una ragazza più giovane, e Lino Guanciale, la pecora nera della famiglia, che non sa cosa voglia dire impegnarsi.
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Come sopravvivere alle domande di zie moleste
Visto che in La casa di famiglia il rapporto con i parenti è centrale, abbiamo chiesto ai tre attori come riuscire a smarcarsi con agilità da quelle zie che, puntuali, al cenone di Natale fanno domande criminali come: "Quando ti laurei? Quando ti sposi? Quando fai un figlio?". Le risposte non sono state così diplomatiche, per Fresi infatti: "Capocciata sul setto nasale alla zia: secondo voi è più violenta la mia protesta o le sue domande? Se dopo che si è ripresa continua allora bisogna infierire". Per Gioli invece: "Oppure si potrebbe risolvere cacciandole una fetta di pandoro dritta in bocca". Guanciale ha la soluzione più teatrale: "Io fingerei lo svenimento: funziona sempre. Attiri l'attenzione su di te e allo stesso tempo distrai. In ogni caso non c'è una via non traumatica e molto dipende anche da quanto è corpulenta la zia e da quanto picchia".