La bicicletta di Bartali, recensione: storia di un campione che era (anche) un eroe

Arriva in sala, dopo il passaggio a Giffoni, La bicicletta di Bartali, il film d'animazione diretto da Enrico Paolantonio che racconta del trasporto di documenti falsi per salvare centinaia di ebrei dalla barbarie nazifascista nel 1943/44. Il film si avvale della partecipazione nel cast vocale di Tullio Solenghi e di un brano originale di Noa e Gil Dor.

Un'immagine del film d'animazione La bicicletta di Bartali

"L'animazione è una tecnica, non un genere". Lo diciamo da sempre, lo confermava Guillermo del Toro ritirando un giusto premio, lo ricordiamo oggi nel commentare un film come La bicicletta di Bartali, che pur rivolgendosi a un pubblico giovane e quindi in linea con l'idea del mezzo animato che c'è in Occidente, fa un'operazione fuori dalle abitudini nostrane andando a raccontare una storia che parte dalla realtà... in animazione. L'attenzione al pubblico giovane c'è, in ogni caso, e non sorprende che il film diretto da Enrico Paolantonio sia di recente passato al Giffoni Film Festival prima di arrivare nelle sale dal 1 agosto grazie a Lynx Multimedia Factory, sfruttando la partecipazione di Tullio Solenghi nel cast vocale e una canzone inedita di Noa e Gil Dor per farsi notare dal pubblico distratto di questo periodo.

Una storia che si ispira alla realtà

La Bicicletta Di Bartali Un Frame Del Film
I due protagonisti del film

Protagonista di questa storia che viene dal passato, dagli anni 1943 e 1944, è... una bicicletta. Ce lo dice il titolo, d'altra parte, che il racconto si riferirà alla bicicletta con cui Gino Bartali trasportò documenti falsi per salvare centinaia di ebrei dal nazifascismo, che sessant'anni dopo a Gerusalemme diventa il simbolo dall'avventura di fantasia vissuta da David. Giovane ciclista ebreo israeliano, il ragazzo fa amicizia con un ragazzo arabo chiamato Ibrahim e instaura con lui una forte amicizia e complicità, sognando di vincere un campionato di ciclismo, violando regole ma arrivando a portare pace e tolleranza nelle rispettive comunità. Il percorso dei due ragazzi non sarà semplice, ma troveranno nello sport quella lezione importante che riguarda il rispetto reciproco, la collaborazione e il sacrificio, ma soprattutto un legame profondo che li porterà a riconoscersi l'uno nell'altro, imparando a superare i conflitti e le divisioni che la nostra società ci impone.

La bicicletta di Bartali come simbolo

La Bicicletta Di Bartali Una Scena Del Film
Bartali e la sua bicicletta

È intrigante lo spunto alla base de La bicicletta di Bartali, che viene da un'idea di Israel Cesare Moscati alla cui memoria il film è dedicato. Scomparso nel 2019, infatti, Moscati è stato autore di testi e documentari sulla Memoria e sulle persecuzioni nazifasciste nei confronti della comunità ebraica di Roma, che qui diventano punto di partenza di una storia che guarda avanti, proponendo una visione di speranza per le nuove generazioni. Quella forte idea è stato poi sviluppata con lo sceneggiatore Marco Beretta per Rai Kids, coinvolgendo diversi team dell'Europa e dell'Asia e un elaborato lavoro tecnico che si è basato su oltre 1000 fondali a far da background realizzati in 2D. Se il lavoro sugli sfondi è firmato dall'artista e designer Andrea Pucci, il character design è invece di Corrado Mastantuono. Il tutto è stato confezionato e diretto da Enrico Paolantonio, già regista di diverse produzioni come Dragonero, 44 gatti, Le straordinarie avventure di Jules Verne o Egyxos.

La tecnica al servizio del racconto

La Bicicletta Di Bartali Un Immagine
Una scena de La bicicletta di Bartali

A che è abituato a guardare tanta animazione è ovviamente chiaro il non trovarsi al cospetto di una grandissima produzione, almeno se la si confronta con i titoli dei grandi studi americani che catalizzano l'attenzione anche nelle sale italiane, ma sarebbe ingiusto pretenderlo. Quel che colpisce e che conta è come le risorse siano utilizzate, come La bicicletta di Bartali abbia un tasso tecnico adeguato al racconto che porta avanti e al target che cerca di raggiungere. Se possa bastare per attirare l'attenzione nel complesso panorama delle sale di oggi è difficile dirlo, anche se la doppia arma di Tullio Solenghi nel cast vocale e il brano inedito dell'artista israeliana Noa con la collaborazione del chitarrista Gil Dor possono contribuire ad accendere riflettori sul progetto. Quel che è certo è che un'opera come quella di Paolantonio, e la storia da cui parte e che racconta, merita di essere fruita dal giovane pubblico a cui vuole parlare. Se riuscirà a farlo ora, con l'uscita nelle sale, o quando sarà fruibile a casa sui canali tematici Rai o in piattaforma, difficile dirlo.

Conclusioni

Partendo da uno spunto reale, Enrico Paolantonio dirige una storia di fantasia che parla di speranza, di collaborazione e superare i conflitti e le divisioni. C'è varietà e ricchezza visiva nei fondali e nel character design, a dispetto di risorse di certo non all'altezza dei grandi studi internazionali, per un film che sa parlare al suo giovane pubblico. Tullio Solenghi nel cast vocale e il brano originale di Noa e Gil Dor assicurano quell'attenzione necessaria a far notare il progetto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • L'idea di partenza di Israel Cesare Moscati, che attinge alla realtà per raccontare una storia di fantasia.
  • La semplicità e immediatezza del racconto per parlare di speranza e di come superare le divisioni.
  • L'efficacia della messa in scena...

Cosa non va

  • ... pur con mezzi tecnici inferiori a quelli di altri film d'animazione che arrivano nelle nostre sale.
  • Il pubblico più maturo potrebbe trovare meno motivi di interesse.