L'amosfera natalizia è palpabile alla presentazione ufficiale de La Befana vien di notte, tra gadget befaneschi donati ai giornalisti e battaglione di bellissimi prepubescenti: sono loro, i ragazzini, il motore e il cuore del film, precisano lo sceneggiatore Nicola Guaglianone, il regista Michele Soavi e la protagonista Paola Cortellesi, chiamata e vestire i panni insoliti (e le scarpe rotte) dell'eroina riluttante e un po' scorbutica dei bambini italiani. Con loro c'è anche Stefano Fresi, interprete del villain Mr. Johnny che ha un look più estroso della sua "avversaria".
"Con questo ruolo, hai trasformato un insulto sessista come 'sei una befana' in una rivoluzione natalizia.", dice la moderatrice Piera Detassis a Cortellesi, che replica prontamente "Era il mio obiettivo!". Da parte loro, Soavi e Guaglianone ci tengono a sottolineare le ambizioni del loro progetto, un fantasy avventuroso che si rifà a tanti film per ragazzi degli anni '80, soprattutto targati stelle e strisce, e che ha a cuore un messaggio di crescita, collaborazione e condivisione. Insomma, ragazzini, biciclette, paesaggi da sogno, un bel po' di magia e una missione da compiere: salvare la Befana.
Tra fantasy e tradizione popolare
Come è nata l'idea del "cinecarbone"?
Nicola Guaglianone: Se conoscete il mio lavoro sapete che mi piace contaminare fra di loro i generi, in questo caso mi piaceva coniugare la storia di una specie di supereroina con l'immaginario del cinema per ragazzi degli anni '70 e '80 e con la tradizione popolare italiana, e quindi con la favola della Befana che arriva scendendo per il camino la notte del 6 gennaio. Io sono calabrese per parte di madre, la famiglia di mio padre è napoletana, per me crescendo la Befana era più importante di Babbo Natale. Ma la cosa più importante era mettere i ragazzi al centro del racconto, farne un racconto di crescita focalizzato sul superamento delle paure di ognuno.
Michele Soavi: Io devo ammettere che l'idea non è partita da me, ma pare che qualcuno abbia detto al capo di Lucky Red, Andrea Occhipinti, qualcosa come "questo film lo può fare solo Michele Soavi". Qualcuno verso cui provo molta gratitudine. Io nasco con l'horror e il cinema di genere, ho diretto anche cose con un'impostazione diversa per raccontare storie importanti, ma questo è il mio elemento, una possibilità di fare un cinema per cui una volta eravamo celebri nel mondo ma che da qualche tempo sembra esclusivo appannaggio di Hollywood.
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Da una scopa volante derivano grandi responsabilità
Paola, Nicola diceva che la vostra Befana è una supereroina. Te le senti addosso le proverbiali responsabilità che derivano da un grande potere?
Paola Cortellesi: Sì, certo che le sento, ma in fondo tutte le donne sono un po' supereroine, viste le cose incredibili che riescono a fare. Quello di La Befana vien di notte è un doppio ruolo, è la strega che porta i regali ai bambini da cinquecento anni ma è anche quella che si occupa della loro educazione, nella veste "diurna" di maestra. Come Nicola credo che al centro della storia ci siano i bambini a cui lei cerca di trasmettere l'importanza di aiutarsi l'un l'altro: "Solo se restate uniti ce la farete", dice ai suoi alunni in una scena del film. E quello che succede diventa un'occasione di crescita, per scoprire quanto possono essere utili l'uni all'altro e scoprire che se fanno squadra vincono.
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Anche portare tutto quel trucco deve avere richiesto qualche superpotere...
Sì, le ore di trucco erano quasi cinque, ed era un bell'impegno, ma era fatto molto bene, assecondava tutte le mie espressioni in maniera che fossi riconoscibile anche sotto tutta quella roba. La cosa più bella di tutto il progetto è stata la possibilità di alimentare i sogni dei bambini. Mi piacerebbe se questo diventasse un nuovo classico per l'infanzia. Dopotutto il Natale è dei bambini, e tra gli adulti chi ha dei bambini ritorna un po' a giocare, e soprattutto ricorda chi è stato, e che cosa ha perso.
Dato che sei anche un'autrice, hai dato qualcosa di tuo a questo film?
Con uno sceneggiatore bravo come Nicola Guaglianone non mi permetterei mai di mettere bocca, ma ho suggerito la "rivalità" tra la Befana e Babbo Natale e l'idea è stata accolta bene da tutti. Perché è un'animosità giustificata. Hanno la stessa anzianità, ma lui viaggia comodo, non porta carbone, è testimonial della bibita più famosa al mondo... che può pubblicizzare la Befana? Una crema antirughe? Non credo. Non ha alcuna possibilità, e resta sempre un passo indietro rispetto al collega maschio. Perché?
Stefano Fresi: Io la Befana l'ho incontrata, e come potete vedere dal mio fisico è stata sempre molto generosa con me. È la prima volta che interpreto un villain, un cattivo da fumetto, ed è stato bellissimo, anche se è davvero difficile volere male a Paola Cortellesi. I bambini (Odette Adado, Jasper Gonzales Cabal, Diego Delpiano, Robert Ganea, Francesco Mura e Cloe Romagnoli, ndR) sono stati meravigliosi, e menavano sul serio quando c'era da menare.
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