Era stato presentato al Torino Film Festival nel dicembre 2021, adesso La abuela - Legami di sangue è arrivato in homevideo grazie all'uscita Midnight Classic di Plaion Pictures. L'occasione giusta per riscoprire un suggestivo horror di atmosfera, di quelli che colpiscono i sensi, che rinuncia quasi interamente ai facili e tradizionali jump scare, per percorrere piuttosto strade più sottili e insidiose, quelle che portano direttamente all'anima.
Tutto merito del regista Paco Plaza, proprio quello di Rec (film poi diventato una saga), capace di creare quel tipo di paura sottile che ti penetra nelle ossa, dietro la pelle, quella tutta inquietudini e turbamenti. E se la storia funziona lo si deve anche alle due bravissime protagoniste, la giovane e bella Almudena Amor e l'anziana Vera Valdez, capace di trasmettere sensazioni destabilizzanti senza dire una parola, grazie alle mille sfaccettature di uno sguardo o di una smorfia.
L'amore per la cara nonna diventa un incubo
In La abuela - Legami di sangue, Susana (interpretata da Almudena Amor) è una giovane modella spagnola che vive a Parigi: proprio quando sta per fare il salto di qualità in ambito lavorativo, viene a sapere da Madrid che la nonna Pilar (Vera Valdez) è stata ricoverata d'urgenza per un'emorragia cerebrale. Una nonna a cui Susana è legatissima, essendo in pratica cresciuta con lei dopo aver perso da piccola i genitori in un incidente. Fra l'altro le due festeggiano il compleanno nello stesso giorno, altro dato fondamentale nel prosieguo della storia. La ragazza dunque vola a Madrid per accudire la nonna inferma e non più autosufficiente (nessuna parola, apparente confusione mentale, tanto che non sembra di essere in grado di riconoscere la nipote), in attesa di trovare qualcuno che se ne occupi in pianta stabile.
Via via però l'anziana, seppur incapace di intendere e volere, è protagonista di alcuni fatti a dir poco inquietanti: ride senza motivo, borbotta cose incomprensibili, sembra nascondere anche dei segreti, e forse soprattutto dei poteri come una vera strega. Ben presto Susana, pur animata da buone intenzioni, si trova invece a vivere un incubo tra visioni, allucinazioni audiovisive ed episodi inspiegabili. Subentra anche un'altra presenza bizzarra, una bionda ragazza di nome Eva (Karina Kolokolchykova), che Susana non ricorda ma che fin da piccola ha un grande legame con lei e la nonna. Una nonna che sembra poter causare fatti inspiegabili, tutto purché la nipote rimanga con lei il giorno del loro compleanno.
Una tensione creata con sguardi intensi, giochi di ombre e piccoli particolari
Il più grande pregio di La abuela - Legami di sangue è il fatto di essere spiazzante, cambia continuamente focus pur girando sempre attorno alle due protagoniste, la bella modella e l'inquietante nonna del titolo. Nelle scelte non si rivela mai banale, perfino audace, come nell'osceno incipit o quando ostenta la caducità della carne, senza timore di mostrare grinze e gonfiori di un'ultraottantenne. E riesce a rendere credibile il trauma della protagonista, in preda a un precario equilibrio impossibile da mantenere tra la componente soprannaturale e la dura realtà, dimensioni oniriche e traumi rimossi di antichi riti d'infanzia.
Il tutto senza ricorrere, se non in minima parte, agli escamotage tipici degli horror infarciti di sorprese e effetti sonori. La grande arma del film è piuttosto quella di riuscire a introdurre una costante sensazione di tensione, ambiguità e disagio attraverso altri sistemi ben più profondi ed efficaci, come possono essere una serie di piccoli gesti, di sguardi ora vuoti ora fin troppo intensi, di giochi di luci e ombre particolarmente suggestivi nell'appartamento. O ancora evidenziando specchi, fotografie, quadri, tutti elementi che richiamano quasi una fusione fra le due protagoniste, una compenetrazione di destini e di corpi.
Il male immortale che attraversa le generazioni
Insomma la strada scelta per fare paura o mantenere quantomeno un elevato livello di suspance, non è banale ma ricca di spunti e piccoli particolari che ne valorizzano il percorso e amplificano l'incubo della protagonista. Resta un pizzico di prevedibilità e qualche breve momento di stanca, ma per il resto il lavoro di Paco Plaza resta valido. Il tema chiave è quello del passare del tempo, delle forze oscure che combattono la natura delle cose e lo stesso invecchiamento, del male che vuole restare giovane ed essere immortale. E a questo proposito la scena degli orologi che si bloccano tutti insieme è molto suggestiva, come del resto la matrioska sembra spiegare molte cose. Perché il male è qui personificato nella figura di nonna Pilar, ma in realtà non si racchiude in un corpo, bensì abita in una dimensione spirituale, capace di attraversare le generazioni.
Il blu-ray: video di qualità, audio da tensione e un booklet
Come detto, ora La abuela - Legami di sangue è disponibile in homevideo con il blu-ray della collana Midnight Classic curata da Plaion Pictures (qui il prodotto su Amazon). Nella consueta bella confezione slipcase, è presente anche un booklet di approfondimento. Il video è di buona qualità, risente talvolta nelle scene più scure di un leggero rumore e di una resa più morbida del quadro, ma riesce a mantenere sempre una sua compattezza anche nei giochi di ombre e il dettaglio è comunque eccellente, a parte quache flessione dovuta soprattutto alla fotografia. Anche il croma è aderente al look e si mantiene sobrio e naturale. Ancora più convincente l'audio, un DTS HD 5.1 che riesce a essere coinvolgente anche nei rumori più furtivi e sottili, grazie a un'ottima spazialità e a una perfetta dislocazione degli effetti fra i diffusori. I momenti di maggior tensione sono sottolineati anche da una buona dose di bassi, mentre i dialoghi hanno sempre un buon timbro. Negli extra solo il trailer, ma non dimentichiamo il booklet.
Conclusioni
A conclusione della recensione di La abuela - Legami di sangue, non possiamo che elogiare l’horror di Paco Plaza, che riesce abilmente a costruire un meccanismo di costante tensione senza ricorrere a strade facili, ma giocando su piccoli particolari, giochi di ombre e soprattutto sulla superba interpretazione delle due protagoniste. Alla fine il tutto resta un po’ prevedibile, ma il percorso è ricco di spunti interessanti.
Perché ci piace
- L’interpretazione delle due protagoniste, soprattutto quella di Vera Valdez.
- Una regia curata, abile a giocare su piccoli particolari, sguardi e giochi di ombre.
- La costante tensione e alcune scene coraggiose.
Cosa non va
- Resta la sensazione di una certa prevedibilità.