Claudio Bisio presenta in anteprima assoluta il film L'ultima volta che siamo stati bambini sugli schermi della sala Truffaut del Giffoni Film Festival 2023. Prima che arrivi al cinema il 13 ottobre, gli abbiamo chiesto com'è stata la sua prima esperienza dietro la macchina da presa, soprattutto rapportandosi con dei bambini.
La preparazione degli attori è fondamentale per Bisio che, da regista, ha deciso di trattare i bambini come professionisti e allo stesso tempo di gestire l'intensità della loro interpretazione con una coach.
"Una cosa fondamentale, senza la quale non avrei potuto fare il film, è stata una decina di giorni di Boot Camp (così lo abbiamo chiamato) due mesi prima di iniziare a girare; in campagna, coi genitori che andavano a spasso, io col mio aiuto regista e con una ragazza che ha fatto da coach, - Tatiana Lepore, grandiosa - siamo stati con questi quattro bambini a giocare. È stato fondamentale: sapevano tutto, anzi ci sono un paio di monologhi almeno di Italo e Cosimo che i bambini sentivano dentro".
Intervista a Claudio Bisio
Claudio Bisio e i ragazzi del suo esordio da regista
Li definisce young adult, "bambini adulti", attori professionisti che non vedono l'ora di interpretare il monologo più impegnato o di girare la scena che li mette alla prova. E che quindi erano a conoscenza della portata emotiva del film, incentrato sulle dinamiche relative alla seconda guerra mondiale.
La sala ha reagito esplodendo in applausi durante il film, risate e interazioni. Il feedback dei giovani giurati ha colpito Bisio che commenta l'evento con gioia: "Partecipavano! Come poi deve essere: quando leggi un libro non puoi essere neutro, passivo, non spaventarti se c'è qualcosa che fa orrore, entusiasmarti o commuoverti. E loro ieri sono stati il massimo (in questo)!"
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Entusiasta e sorpreso, il regista si dichiara stupito anche delle reazioni dei giovani Generators per quanto riguarda il rapporto tra il personaggio del centurione e quello della suora (Federico Cesari e Marianna Fontana) e resta a parlare davanti alla telecamera anche del suo rapporto con la "divisa" e con i due personaggi che la indossano, seppur per fede e motivo differente: "Il nostro film è tratto da un libro bellissimo di Fabio Bartolomei - che ha lo stesso titolo - con delle modifiche: uno dei principali cambiamenti di cui io - assieme allo sceneggiatore Bonifacci- mi faccio carico e sono felice di aver fatto è che ad un certo punto dismettono quelle divise (...) ed è la parte del film che preferisco io: no divise, sì ragazzi!"
Un'intervista ricca di particolari e di emozioni: felice del risultato ottenuto con il film, Claudio Bisio si rivela un regista attento, un'anima sensibile, capace di cogliere dall'omonimo libro tutte le sfumature più intense della storia e i dettagli più interessanti del rapporto tra i ragazzi, rielaborandole e aggiungendo il suo tocco artistico, sorprendendoci con un finale inatteso e emozionante.