L'unico rivale del popolarissimo La marcia dei pinguini per la conquista dell'Oscar per il miglior documentario è L'incubo di Darwin, opera del regista di origine tirolese Hubert Sauper; il cineasta ebbe l'idea per Darwin mentre si trovava in Africa, impegnato in ricerche per un altro documentario, Kisangany Diary, dedicato a storie di rifugiati durante la guerra civile in Congo: "Nel 1997 avevo assistito alla bizzarra contrapposizione di due giganteschi velivoli cargo, entrambi carichi di cibo. Il primo aereo stava atterrando portando dall'America un carico di 45 tonnellate di piselli destinati a nutrire i rifugiati dei vicini campi delle Nazioni Unite. Il secondo stava decollando verso l'Europa, carico di 50 tonnellate di pesce fresco. Incontrai i piloti russi e diventai un loro 'kamarad'. Così scoprii ben presto che i cargo carichi di aiuti umanitari in realtà trasportavano armi destinate alla stessa regione: il risultato è che i rifugiati sfamati di giorno con i piselli, di notte venivano massacrati con le armi trasportate sullo stesso aereo. Al mattino, con la mia piccola videocamera, scoprivo con orrore nella giungla cadaveri e campi devastati."
Sauper decise di raccontare questa crudele e befferda reltà ne L'incubo di Darwin, documentario costruito su una incisiva allegoria. Si parte in fatti dall'aneddoto sulla 'Tilapia del Nilo', un pesce introdotto artificialmente nel grande lago Vitoria, in Africa negli anni 60. La voracità della creatura condusse presto all'estinzione di quasi tutte le specie ittiche della zona, e la Tilapia si diffuse tanto che il suo filetto potè essere esportato in tutto il mondo. E usato come merce di scambio per ottenere cosegne di armi e munizioni per le tante guerre oscure che si combattono nel continente africano.
Ancora nelle parole del regista: "Le guerre civili che devastano questa regione - di gran lunga i conflitti più sanguinosi dai tempi della Seconda Guerra Mondiale - si svolgono in una sorta di 'limbo morale'. Nel solo Congo le vittime di queste guerre sono pari a quelle dell'11 settembre a New York: solo che qui muoiono ogni giorno dell'anno. Quando non vengono completamente ignorate, queste guerre senza fine vengono al massimo definite 'conflitti tribali', come quelli di Ruanda e Burundi. Le cause segrete di questi scontri sono - nella maggior parte dei casi - interessi imperialistici nel campo delle risorse naturali."
Le riprese del documentario sono state oltremodo difficoltose. In Tanzania, Sauper e i suoi collaboratori non poterono presentarsi come troupe cinematografica, ma dovettero munirsi di documenti falsi e fingersi piloti, facchini, manager stranieri e perfino missionari. Il risultato è l'affresco di una realtà sconvolgente che genera riflessioni profondamente inquietanti: "Il vecchio interrogativo - su quale sia per il nostro mondo il miglior sistema politico e sociale - sembra avere trovato una risposta. Il capitalismo ha vinto. La forma definitiva delle società del futuro sembra essere quella della 'democrazia dei consumatori', che viene considerata come 'buona e civilizzata'. Dal punto di vista Darwiniano ha trionfato il 'sistema buono', che ha vinto grazie alla capacità di convincere i suoi nemici oppure di eliminarli. Ne L'incubo di Darwin ho cercato di trasformare la bizzarra storia del trionfo di una specie ittica e dell'effimero boom generato da questo pesce 'adatto' in una allegoria ironica e terrificante di quello che viene chiamato il Nuovo Ordine Mondiale. Dopo centinaia di anni di schiavitù e di colonizzazione europea dell'Africa, gli effetti della globalizzazione dei mercati sono l'ultima e più micidiale umiliazione inflitta alla popolazione di questo continente. L'atteggiamento arrogante dei paesi ricchi verso il Terzo Mondo (che comprende i tre quarti dell'umanità) sta creando pericoli incalcolabili per tutti i popoli."