Kit Harington torna in Italia, nello specifico sempre in Campania, al Giffoni Film Festival, dopo aver girato lo spot di Dolce e Gabbana a Napoli lo scorso marzo: "Ho un ottimo ricordo dei babà", ha detto sorridente, camicia bianca e riccioli neri come quando interpreta Jon Snow, il bastardo di casa Stark che ha un ruolo sempre più predominante in Game of Thrones, dal 17 luglio di nuovo sugli schermi Italiani grazie a Sky AtlanticHD.
Accolto con entusiasmo dai ragazzi che si sono accampati ai piedi del blue carpet del festival pur di salutare il re del Nord, Harington ha concesso foto e autografi a profusione, dimostrandosi molto più ironico e sorridente della sua controparte televisiva. Il rapporto con Jon Snow va ormai avanti da nove anni, una vita fa: "È stato tanto tempo fa: mi sono preparato per il provino nove anni fa! Ho i libri, allora erano quattro, e ho studiato a fondo tutte le parti dedicate a Jon Snow, cercando di capire tutto di quel personaggio. Il processo dei provini è importante ma anche strano: devi prendere delle decisioni rapide che alla fine sono anche istintive. Oggi non faccio più provini, non tanti almeno, e a volte è strano arrivare sul set senza avere bene idea di che cosa farai".
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Kit Harington e Mr. Snow
Visto che il ruolo in Il trono di spade è quello che lo ha portato al successo, ha paura di venir etichettato in futuro sempre come Jon Snow? "Credo che sia il rischio di diventare famoso grazie a un personaggio: può diventare un tuo alter ego. Negli anni a seguire scoprirò se Jon Snow ha aiutato la mia carriera o se in realtà resterò bloccato con lui. So sicuramente che non tornerei indietro dicendo no al ruolo di Jon Snow. Cerco di separare il più possibile la mia vita e i miei ruoli: diversi miei amici seguono il metodo e si dedicano completamente alla parte, ma io non la penso così. A me è capitato il contrario: quando ho vissuto momenti difficili magari ho messo quell'esperienza nel mio personaggio. Jon Snow è un caso particolare: siccome lo interpreto da otto anni ormai è parte di me".
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Il Jon Snow della serie HBO non è l'unico nella vita dell'attore inglese: "Ammiro un sacco di persone ma un fatto incredibile è che da piccolo volevo diventare giornalista e ammiravo tanto un presentatore che si chiama Jon Snow e alla fine ho interpretato un personaggio che si chiama proprio Jon Snow. E poi è successo: Jon Snow ha intervistato Jon Snow. Ammiro molto anche Leonardo DiCaprio, Edward Norton, Ben Whishaw, che ho visto recitare l'Amleto a teatro, e mia madre".
La passione per la recitazione ha sempre fatto parte di lui: "Credo di essere sempre stato un attore, davvero, in un certo senso ci si nasce: si ha questo desiderio di mostrarsi alla gente ed esibirsi, di provare l'adrenalina di stare su un palco. Credo che a cambiarmi sia stato il fatto di diventare un attore professionista: ho studiato per diventarlo e alimentare il mio desiderio. Credo di aver guadagnato in sicurezza: ora sono molto più sicuro di me". Una carriera perseguita nonostante le difficoltà economiche: "Ho un albero genealogico davvero affascinante: ma molto di quello che dice Wikipedia non è vero! Non so se sono davvero imparentato con un re purtroppo. Una cosa triste di questo lavoro è che se sei ricco di famiglia è molto più facile farlo, non devi fare lavori secondari per mantenerti, puoi stare più tranquillo e concentrarti solo sulla tua passione. Purtroppo non è stato il mio caso: la mia famiglia non è così ricca da avermi potuto sostenere economicamente, anche se quando hanno potuto l'hanno fatto. L'importante è che ti sostengano in altri modi: è fondamentale sentirsi appoggiati".
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La grandezza di Game of Thrones
Essere il protagonista di una serie popolare come Game of Thrones è qualcosa di incredibile, ma Harington rimane con i piedi per terra: "La fama non è necessariamente quello che ti aspetti quando vuoi diventare un attore: se vuoi recitare non è la cosa a cui pensi per prima. A volte viene insieme al lavoro: mentirei se dicessi che non la volevo, è qualcosa che accetti anche con felicità. L'importante è non montarsi la testa: io lo faccio ricordandomi sempre che è lo show a essere famoso, io ne faccio semplicemente parte. È grazie allo show che sono famoso, devo ancora guadagnarmi la mia fama".
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Secondo uno dei suoi protagonisti, qual è il segreto del successo della serie? Forse perché anche se è una storia fantasy ha diversi punti in comune con la società contemporanea? "Non credo che Game of Thrones abbia predetto nulla, semplicemente è diventato uno specchio della realtà: trovo interessante il fatto che la società alterni ciclicamente momenti di calma ad altri più agitati. Abbiamo cominciato la serie in un momento di grande inquietudine e la finiremo in una situazione simile. Game of Thrones è scritto da tre incredibili autori, George R.R. Martin, David Benioff e D.B. Weiss, che hanno trasformato in dramma la realtà e ci hanno dato delle lezioni importanti. Chiamarlo semplicemente fantasy è riduttivo: è molto di più ed è questo che lo rende speciale".
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Il nuovo film di Xavier Dolan: The Death and Life of John F. Donovan e il sogno David Lynch
Oltre alle ultime stagioni di Game of Thrones nel futuro di Kit Harington c'è anche il nuovo film di Xavier Dolan, The Death and Life of John F. Donovan: "The Death and Life of John F. Donovan è difficile da spiegare, posso dire che è tante cose: è parte della mente di Xavier e la mente di Xavier è un'esplosione di idee. C'è della magia in questo film. Il protagonista mi somiglia molto: è una star della tv che viene coinvolta in uno scandalo per il fatto che è gay, e inoltre viene affrontata anche la sua vita privata, che riguarda, come in tutti i film di Dolan, il rapporto con sua madre".
Grazie a questo set ha potuto lavorare con un cast di premi Oscar: "Quando lavori con attrici come Jessica Chastain, Natalie Portman, Susan Sarandon e Kathy Bates, che lavorano in modo così serio e sono totalmente devote alla loro arte, e passi da una scena con una di loro a un'altra con un altro mostro sacro, è un'esperienza unica, che non so in quanti abbiano avuto. Non mi è mai capitato di lavorare con così tanti premi Oscar: per me è stato un privilegio. Un'esperienza del genere ti spinge a migliorarti: ammiro Susan Sarandon da tutta la vita e soltanto sedermi in una green room con lei a chiacchierare mentre prendevamo il caffè è stato incredibile. Xavier ti chiede molto: è un ruolo difficile, è stata una delle esperienze più impegnative che abbia mai fatto. Esplora aspetti difficili dell'industria cinematografica". Il sogno nel cassetto però è David Lynch: "Mulholland Drive è uno dei miei film preferiti in assoluto: se potessi vorrei essere in quel film. Ancora non ho cominciato a vedere il nuovo I segreti di Twin Peaks, devo assolutamente farlo. Mi piacerebbe moltissimo lavorare con Lynch".
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