Kissing Gorbaciov, la recensione: Melpignano - URSS andata e ritorno, l'incredibile avventura rock dei CCCP

Da Melpignano all'Emilia fino all'Unione Sovietica pre-Crollo del Muro, il viaggio incredibile dei CCCP e di altre rock band italiane e russe raccontato nel travolgente documentario Kissing Gorbaciov.

Kissing Gorbaciov, la recensione: Melpignano - URSS andata e ritorno, l'incredibile avventura rock dei CCCP

La storia del gemellaggio musicale più improbabile di sempre inizia a Melpignano, località salentina nel cuore del tacco dello Stivale italico, a una trentina di chilometri da Lecce. In questa località di case e palazzi di pietra bianca arsi dal sole il 24 luglio del 1988 si è fatta la Storia. A raccontarlo, nel documentario musicale Kissing Gorbaciov, sono i registi Andrea Paco Mariani e Luigi D'Alife. Dopo essersi occupati di temi caldi come immigrazione, caporalato, Palestina e curdi, i due registi si sono imbattuti nell'incredibile vicenda proprio a Melpignano, dove si trovavano per presentare i loro lavori. Ma cosa è accaduto nel cuore della Puglia 35 anni fa?

Kissing Gorbaciov Set
Kissing Gorbaciov: il set di Melpignano

Kissing Gorbaciov ce lo racconta passo dopo passo, ricostruendo le tappe che hanno portato all'incredibile gemellaggio musicale tra Italia e Unione Sovietica all'insegna del rock. Il tutto grazie a una amministrazione comunale illuminata e sognatrice coadiuvata da Antonio Princigalli e Sergio Blasi, gli ideatori della Notte della Taranta. Per una rocambolesca serie di eventi, l'invito partito dal profondo Sud arrivò nelle mani dei vertici dell'ambasciata sovietica a Roma, che accettarono di finanziare il progetto inviando alcuni gruppi a esibirsi in Puglia insieme a Litfiba e CCCP - Fedeli alla linea. Le band di Piero Pelù e Giovanni Lindo Ferretti, accompagnate da Rats e Mista & Missies, restituiranno la visita l'anno successivo in un indimenticabile viaggio oltrecortina riproposto nel documentario di Mariani e D'Alife.

Fedeli alla linea oggi come ieri

Kissing Gorbaciov Mista Misses
Kissing Gorbaciov: la band dei Mista and Missies

Kissing Gorbaciov è il racconto di un'utopia, un sogno che si realizza, ma anche di un mondo che balla sull'orlo del precipizio prima di disgregarsi. Gli autori del film catturano alla perfezione questo mood accostando con maestria testimonianze e materiali di repertorio, passato e presente, in un racconto avvincente che parte dalle piazze assolate di Melpignano per approdare a Mosca e Leningrado.

Kissing Gorbaciov Annarella Giudici
Kissing Gorbaciov: Annarella Giudici dei CCCP sul palco di Melpignano

Leviamoci subito il dente. Protagonista di Kissing Gorbaciov è la musica rock, fil rouge che lega tutti i protagonisti dell'esperienza epocale de Le idi di marzo (così si chiamava il festival musicale salentino), gli organizzatori, i giornalisti Alba Solaro, Gino Castaldo e Francesco Costantini, ma anche il mitico autore del libro Compagno Rock, Artemij Troickij. Ma sono soprattutto i gruppi rock che hanno vissuto quell'esperienza unica a rievocarla con entusiasmo, anche se c'è un'assenza che non passa inosservata. Si tratta dei Litfiba, all'epoca la band più popolare, che hanno scelto di non partecipare al documentario. A rubare la scena sono allora i CCCP - Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni e i performer Annarella Giudici e Danilo Fatur - che ricostruiscono quel viaggio unico commentando le immagini che scorrono davanti ai loro occhi con divertimento e un pizzico di commozione. Di fatto, Kissing Gorbaciov si trasforma in un documentario sulla band emiliana la cui uscita coincide, tra l'altro, con le celebrazioni per il quarantennale del gruppo.

Anarchy in the URSS

Kissinggorbaciov Primociak
Kissing Gorbaciov: primo ciak del documentario

Lo spirito punk dei CCCP invade Kissing Gorbaciov nelle parole Giovanni Lindo Ferretti, che rievoca una performance di rottura sotto tutti i punti di vista. Fin dall'ingresso sul palco de Le idi di marzo a Melpignano, i CCCP sembrano "l'unico vero gruppo sovietico" della serata (a detta di Gino Castaldo), con Annarella in divisa militare che sventola la bandiera della DDR mentre Ferretti intona Live in Pankov. Ma le vere chicche provengono dai video girati dalla band durante il viaggio in Russia, con i performer impegnati in uno show sadomaso mentre sullo sfondo Zamboni e gli altri continuano a suonare impassibili, e Annarella che improvvisa uno spogliarello vestita da matrioska sulla scalinata della Cattedrale di San Basilio. Nelle foto fanno capolino perfino i grandi assenti, Piero Pelù con indosso un colbacco di pelo, e un sorridente Ghigo Renzulli.

Kissing Gorbaciov Tg Russo
Kissing Gorbaciov: il conduttori del telegiornale russo

Oltre a rappresentare una straordinaria testimonianza, Kissing Gorbaciov assume valenze che vanno perfino oltre l'intenzione degli stessi autori. Nel raccontare il viaggio a Est che precede il crollo del Muro di Berlino e la disgregazione dell'URRS, il film rievoca il peso culturale che all'epoca quel mondo aveva per gli utopisti di sinistra, dal sindaco di Melpignano a Ferretti e Zamboni, il cui incontro non era avvenuto nella rossa Emilia bensì a Berlino Est. L'esperienza sovietica viene affrontata con entusiasmo ed emozione, ma sotto la superficie affiora lo sguardo critico, e se Gino Castaldo non ha remore nello stroncare le band sovietiche plastificate e derivative spedite a Melpignano, gli stessi CCCP rievocano la cupezza di una Mosca pre-crollo URSS in cui vengono tallonati giorno e notte dalla misteriosa Svetlana, spia del regime incaricata di tenerli d'occhio. Ma bastano le immagini asettiche del concerto a Mosca, che ricordano in maniera inquietante il combattimento di Rocky Balboa a casa del nemico Ivan Drago in Rocky IV, e i soldati dell'Armata Rossa che si alzano in piedi sulle note di A ja ljublju SSSR a squarciare il velo dell'utopia.

5 film da vedere per capire la guerra Ucraina - Russia

"Voglio rifugiarmi sotto il patto di Varsavia"

Kissing Gorbaciov Cccp Annarella
Kissing Gorbaciov: dietro le quinte con Annarella dei CCCP

Riflessioni, bilanci, emozioni e nostalgia si rincorrono in un documentario sorprendente e appassionante, che scorre veloce facendoci rivivere un'epoca unica, figlia di un mondo un po' più puro di adesso in cui tutto era possibile. Nel tentativo di raccontare entrambi i lati della cortina di ferro (e il potere del rock di squarciarla), Kissing Gorbaciov si divide in due metà speculari, la parte salentina e quella sovietica, entrambe ricche di spunti di riflessione.

Un documento eccezionale dal punto di vista storico, che farà impazzire gli estimatori dei CCCP e del rock italiano anni '80, ma nel film di Andrea Paco Mariani e Luigi D'Alife c'è molto di più. C'è la cronaca della fine di un'era. Tra elucubrazioni e ricordi, alcuni momenti imperdibili faranno la gioia dei nostalgici di Gorbaciov e del suo tentativo di abbracciare l'Occidente spalancando frontiere che oggi, quarant'anni dopo, sono più chiuse che mai.

Conclusioni

Un documentario travolgente per gli amanti della musica rock e non, Kissing Gorbaciov ricostruisce il sapore di un'epoca attraverso la cronaca di un evento incredibile realizzato grazie alla capacità di guardare oltre, narrando l'impresa di un manipolo di sognatori che sono riusciti a creare un ponte tra Italia e unione Sovietica facendosi finanziare dall'ambasciata russa un festival rock in Puglia. Sotto i riflettori finiscono i CCCP, una delle band di punta dell'evento che diventano protagonisti assoluti di una eccezionale rievocazioni tra risate e qualche lacrima di commozione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • I materiali di repertorio eccezionali.
  • La verve dei CCCP che catturano la scena trasformando il film quasi nel loro documentario.
  • La capacità di assemblare fonti, video, interviste e musica in un unicum appassionante.
  • Il mood utopistico del film, ma pronto a far emergere uno sguardo critico sugli eventi narrati.

Cosa non va

  • L'assenza dei Litfiba non pesa più di tanto nell'economia del film grazie alla verve dei CCCP, ma resta la curiosità di sapere perché Piero Pelù & c. non si sono concessi.