Le storie nascono per caso, ti ci imbatti quando meno te lo aspetti. Così torna a rivivere sul grande schermo l'epica avventura de Le idi di marzo, festival musicale tenutosi a Melpignano, nel cuore del Salento, nell'estate del 1988, che rappresentò un ponte (sonoro) tra Italia e Unione Sovietica. A raccontare questa esperienza rocambolesca sono i registi Andrea Paco Mariani e Luigi D'Alife, che sono a venuti a conoscenza di questa storia incredibile che coinvolge CCCP - Fedeli alla linea, Litfiba e tante altre band italiane e sovietiche proprio a Melpignano, là dove ha tutto ha avuto inizio.
Il risultato è Kissing Gorbaciov, appassionante documentario musicale in cui a raccontare l'esperienza oltre cortina sono gli stessi protagonisti del gemellaggio musicale a partire dai CCCP, all'epoca band emergente "di rottura". "Questa è la prima volta che raccontiamo un evento del passato, anche se ci dice molto anche del presente" spiega Andrea Paco Mariani. "Sono stati i figli dei partecipanti a Le idi di marzo a raccontarci questa storia. Da una prima ricerca in rete abbiamo trovato molto poco materiale rispetto al peso di quanto accaduto, allora abbiamo deciso di scavare a fondo".
Parlare di Russia oggi
Parlare di Russia oggi non è la cosa più popolare, ma nel 1988 per l'utopia socialista di sinistra il mondo oltre la cortina di ferro era ancora un punto di riferimento. Kissing Gorbaciov esce invece in sala, distribuito da OpenDDB, mentre infuria una guerra e le frontiere a Est sono di nuovo chiuse, una situazione che gli autori non si aspettavano mentre preparavano il film, come conferma Luigi D'Alife, il quale rivela come la la prima stesura della sceneggiatura prevedesse un nuovo viaggio in Russia oggi coi protagonisti de Le idi di marzo. "Ci è dispiaciuto molto non poterlo fare. L'abbiamo vissuto come una privazione e una mancanza" confessa. "Nel film manca la finestra sulla Russia di oggi, ma a parte questo non abbiamo avuto alcun tipo di censura. Anzi, auspichiamo che il film rappresenti un invito a osare l'impossibile".
Il trionfo dei CCCP e l'assenza dei Litfiba
Il team di Kissing Gorbaciov l'impossibile l'ha osato in primis coinvolgendo i CCCP, che proprio grazie a questo progetto hanno maturato l'idea di una reunion. "Quando abbiamo proposto il film a Giovanni Lindo Ferretti ha accettato proprio perché era convinto che non saremmo mai riusciti a farlo" esclamano ridendo i registi, che hanno integrato la mancanza della Russia di oggi concentrandosi sulla scena musicale sovietica di fine anni '80, come conferma il co-sceneggiatore e montatore Roberto Zinzi: "Abbiamo deciso di sfruttare ciò che avevamo, inserendo frammenti di video della scena underground e sfruttando anche la testimonianza del critico musicale Artemij Troickij, che ha potuto partecipare al film perché non vive in Russia".
Ma come rileva la nostra recensione di Kissing Gorbaciov, c'è un'altra assenza che serpeggia nel film ed è quella dei Litfiba, la band più popolare - assieme ai CCCP - tra quelle che hanno partecipato a Le idi di marzo. "Ci abbiamo provato in tutti i modi a coinvolgerli" rivela Luigi D'Alife. "Per incontrare Piero Pelù siamo andati fino a Macerata. All'inizio era disponibile, ma noi volevamo conservare la formula dell'intervista collettiva usata per le altre band e la cosa non è andata in porto. Abbiamo dovuto rinunciare a una presenza che per noi era molto importante".
La ricerca sui materiali d'archivio
Ma la vera impresa, per gli autori di Kissing Gorbaciov, è stato il reperimento dei materiali d'epoca di cui il film abbonda. "Nella prima stesura, questa storia era un mockumentary" spiegano Luigi D'Alife e Roberto Zinzi. "Non avevamo in mano nulla se non tre 3-4 foto scattate a Leningrado da Alba Solaro che si trovano su internet. Abbiamo collaborato con alcuni fondi d'archivio italiano, ma avevamo difficoltà a reperire i video del concerto di Melpignano perché erano stati trafugati dall'Archivio del Comune molti anni fa. La prima serata è stata persa per sempre, ma siamo riusciti a ritrovare il video della seconda che ci è stato spedito da Dubai. E l'altro grande colpo di fortuna sono stati i videodiari girati dai CCCP che ci hanno mostrato Massimo Zamboni e Annarella Giudici, stavamo per svenire. Il lavoro sulla Russia è stato molto complicato anche perché erano le prime fasi del conflitto con l'Ucraina. Mettere insieme il materiale è stata dura perché si parla di 17-18 fondi diverse".
Anche dal punto di vista musicale il lavoro è stato molto accurato. Naturalmente predomina la musica dei CCCP, ma c'è anche un compositore che ha firmato cinque brani originali, oltre agli estratti delle altre band italiane e russe. Come spiega Zinzi, "il bello dei brani dei CCCP è che sono parte del nostro codice culturale, si sposano perfettamente con pezzi della storia". D'Alife confessa: "Uno dei passaggi del film che preferisco è il montaggio della caduta del muro sulle note di Trafitto. Quando Zamboni e Ferretti hanno formato i CCCP si erano ripromessi che non avrebbero smesso di suonare insieme finché non si fossero esibiti a Mosca. E infatti poco dopo lo show di Mosca si sono sciolti". Poi aggiunge: "Per noi la cultura è uno strumento per avvicinare le persone, costruire ponti e distruggere i muri. 35 anni dopo sembra che sia proprio il contrario e questo per è inaccettabile".