Degli Osage e del loro destino ingrato si è sempre parlato abbastanza poco e probabilmente l'occasione del film di Martin Scorsese è una di quelle da non sottovalutare. Lo stesso regista americano è consapevole del fatto che il vento stia cambiando, che non è giusto più raccontare gli Indiani d'America come 150 anni fa, che parte del pubblico è convinta ancora che vivano sui thipi come l'epoca di Toro Seduto e che i bianchi si sono dovuto sempre scontrare con i Nativi per motivi più che validi. Non è così. La storia d'America insegna che la terra calpestata dagli attuali "padroni" è macchiata dal sangue e ci sono così tante sfaccettature in ogni parte d'America che è arrivato il momento di iniziare a raccontarle.
Ed ecco arrivato Killers of the Flower Moon (qui la nostra recensione), che prende in esame uno spicchio di racconto ai più sconosciuto ma significativo per tantissime realtà: la storia degli Osage e dell'oro nero sotto la loro terra. Ma chi erano gli Osage? Perché si sono trovati immischiati in affari così grandi e meschini? Attualmente gli Osage si trovano prevalentemente nella Osage County dell'Oklahoma, anche se è possibile incontrare piccoli insediamenti anche in altre parti del grande continente americano, ma all'epoca dei fatti del film, tratto dal romanzo Gli assassini della terra rossa scritto da David Grann, gli Osage stanziavano in un ampio territorio che andava dall'Arkansas al Missouri, al Kansas e appunto a Oklahoma.
Gli Osage: gli Indiani d'America "meno famosi"
Negli anni Venti la popolazione più ricca d'America erano proprio gli indiani Osage. Nel momento in cui gli idrocarburi stavano per diventare la risorsa più importante del pianeta, sotto il loro suolo furono trovati enormi giacimenti; una realtà che non poteva che attirare i bianchi con i loro giochi di potere senza scrupoli. La storia d'America tuttavia non ha mai "raccontato" più di tanto di questo popolo. I Navajo, Cheyenne, Arapaho, Lakota sono molto più conosciuti e questo forse perché gli Osage non furono sufficientemente ostili nei confronti dei bianchi che avanzavano e che li tiravano all'interno di un vortice di relazioni pericolose; o forse perché non furono protagonisti dei duri decenni della resistenza indiana nelle pianure.
]Tuttavia i soprusi che hanno dovuto vivere gli Osage sono eguali a tutti gli altri popoli nativi d'America.
Il famosissimo pittore ed etnografo George Catlin ebbe modo di incontrarli nel corso di una delle sue lunghe peregrinazioni tra gli indiani e disse di loro che "sono l'etnia più alta di tutto il Nord America, sia tra i popoli bianchi che tra quelli rossi, essendo veramente pochi quelli che tra gli Osage si collocano sotto il metro e ottanta centimetri di altezza, mentre ve ne sono parecchi che sfiorano il metro e novanta e alcuni superano persino i due metri". La lingua degli Osage è appartenente al ceppo Siouan, nella variante Dhegihan parlata oggi in Nebraska e Oklahoma. Gli Osage vivevano originariamente tra i Kansa, i Ponca, gli Omaha e i Quapaw nella Ohio Valley e antiche leggende tramandano che gli Osage usavano chiamarsi Ni-U-Kon-Ska, che significa "Piccolo popolo delle Acque di Mezzo", ma è certo che sul finire del XVII secolo usavano il termine Wah-Zha-Zhe.
La prima persona bianca a lasciare una traccia scritta sugli Osage è stato un prete con la passione per le esplorazioni, il gesuita Jacques Marquette, che disegnò una mappa nel 1673 e in questa mappa il termine "Wah-Zha-Zhe" era tradotto con "Ouchage". Passarono ancora pochi anni e ci fu un nuovo contatto con altri esploratori francesi che ebbero l'occasione di visitare un piccolo villaggio degli Osage e ne approfittarono per definirli come "Ouazhigi", da cui si passò in seguito al termine inglese "Osage". Attualmente, dopo diversi studi a curi di antropologi, si ritiene che gli Osage siano effettivamente discendenti dei gruppi preistorici che occupavano il margine settentrionale dell'altopiano d'Ozark e che erano culturalmente affini ai popoli della cultura del Mississippi. Probabilmente questi gruppi erano poi stati sospinti da tribù ostili verso la valle del fiume Osage dove i primi esploratori francesi li avevano incontrati nel 1673.
Quando divennero la popolazione più ricca d'America
Tutto nacque con i vari spostamenti delle tribù Osage fino al momento che si stanziarono nel territorio più prolifico degli Stati Uniti. Lo spostamento nei loro nuovi territori dell'Oklahoma avvenne in più fasi. Il primo gruppo si mosse nell'ottobre del 1870 in occasione della stagione di caccia autunnale. Il gruppo successivo, composto per lo più da donne, bambini e persone anziane, si spostò nel marzo del 1871, dopo la stagione fredda ed altri gruppi minori in tempi successivi. Fra il 1871 ed il 1873 gli Osage perfezionarono l'acquisto della loro riserva dai Cherokee e dopo una lunga e faticosa trattativa il prezzo fu fissato il 4 febbraio 1873, dal presidente Grant, in settanta centesimi per acro. Nel 1872 l'agente Gibson fondò una Agenzia Osage sul Bird Creek, dove si sviluppò nel tempo l'attuale città di Pawhuska. In quel periodo i principali gruppi Osage stabilirono altri insediamenti presso quelle che sarebbero poi diventate le città di Hominy e Fairfax.
I primi anni nella nuova riserva furono particolarmente duri per gli Osage e si stima che circa 1000 persone morirono durante il primo anno. I principali fattori che determinarono questa situazione furono la relativa scarsità di risultati delle campagne di caccia del 1870-71 e la perdita dei raccolti. Per quanto riguarda questi ultimi, il raccolto del 1870-1871 venne distrutto o rubato degli invasori bianchi nei territori del Kansas occupati prima dell'accordo del 1870. Da lì in avanti decisero di "cercare" altri territori e nel 1879, gli Osage inviarono una propria delegazione a Washington per chiedere una rendita sulla vendita dei loro territori e altre rendite previste nei vari trattati. La missione ebbe successo ed essi furono i primi indiani a ricevere una rendita annua. Difatti, a partire dal luglio del 1879 ogni membro della tribù ricevette 160$ l'anno, pagati in rate trimestrali. Questo importo annuo salì a 214$ l'anno nel 1897.
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Ma è negli anni venti che gli Osage divennero veramente ricchi.
Nel momento in cui gli idrocarburi stavano per diventare la risorsa più importante del pianeta, sotto il suolo degli Osage furono trovati enormi filoni. In quel periodo difatti gli stessi nativi giravano in auto di lusso, vivevano in case faraoniche, mandavano i figli a studiare nelle migliori scuole d'Europa. Poi, a uno a uno, iniziarono a morire sparati, avvelenati, vittime di agguati e imboscate, sempre in circostanze misteriose. E in questo strascico di "vecchio west" chiunque osasse investigare finiva anch'egli sottoterra. Quando le morti superarono le due dozzine il caso fu preso in mano dall'FBI, appena nato, diretto da un giovane e ancora inesperto J. Edgar Hoover e fu messa insieme una squadra di investigatori di origine indiana: si infiltrarono, alcuni finirono male, comunque adottarono tutti i mezzi più o meno leciti a loro disposizione per portare alla luce una cospirazione agghiacciante.
La storia di quel periodo fu raccontata molti anni dopo, dall'autore David Grann nel libro Gli Assassini della Terra Rossa: libro che il 18 aprile 2017 fu inserito nella top ten dei saggi del New York Times. Riuscendo a riaprire fascicoli da sempre tenuti nascosti l'autore è riuscito a ricostruire al meglio le vicende terribili accadute su quella terra a causa degli interessi economici legati all'oro nero. Da Washington si decide che quegli indigeni "incompetenti" vanno assoggettati a pubblici funzionari con discrezionalità assoluta sui loro beni, ma l'obbligo vale solo per i "sangue puro": gli individui di sangue misto possono amministrarsi in proprio. Ed è proprio in quel momento che arrivano senza nessuna remora ladri, truffatori e vagabondi a caccia di matrimoni mercenari. Uomini e donne full blood, i meno protetti sul piano legale, sono i più ambiti.
Quando una strana epidemia di morti oscure o violente a 20, 30, 40 anni inizia a seminare lutti tra i nativi, le autorità locali non muovono un dito.
Dopo i soprusi di quegli anni durante gli anni '60 e '70, molti Osage si unirono alle marce per i diritti civili e divennero attivi nella difesa dei loro diritti tribali e negli anni novanta guadagnarono attenzione a livello nazionale quando decisero di riacquistare parte delle loro terre ancestrali, compresa la terra dove si trovava la città di Pawhuska, centro culturale e amministrativo della tribù. Negli ultimi anni, la tribù Osage ha continuato a investire nelle infrastrutture e nei servizi per la comunità, inclusi programmi di istruzione, assistenza sanitaria e programmi culturali. Oggi, gli Osage sono una tribù vibrante che cerca di bilanciare le sfide moderne con la preservazione della loro eredità culturale.
La loro storia è una testimonianza della resilienza delle popolazioni native americane nel corso dei cambiamenti sociali, politici ed economici.