Ken Loach compie 88 anni, di cui almeno 60 passati facendo cinema. Per l'autore inglese fare film non è semplice intrattenimento: stare su un set significa prendere posizione. Premiato due volte con la Palma d'Oro al Festival di Cannes, per Il vento che accarezza l'erba e Io, Daniel Blake, la filmografia di Ken Loach comprende quasi trenta film, tutti accomunati dall'impegno politico.
L'ultimo film di Ken Loach è The Old Oak, storia del proprietario di un pub che prende a cuore le sorti di una ragazza scappata dal proprio paese, nonostante i suoi concittadini non vedano per nulla di buon occhio lei e la sua famiglia arrivata da lontano. Presentato anche questo in concorso a Cannes nel 2023, è uscito nelle sale italiane a novembre.
Visto che nel frattempo Ken Loach si è ritirato, in occasione del suo compleanno ecco la nostra intervista al regista, in cui ci racconta come ha impostato tutta la sua carriera cinematografica. A chi dice, come spesso accade, che ha sempre raccontato storie di poveri pur non essendolo dice: "Se pensi che si diventi ricco con piccoli film europei indipendenti non sai molto dell'industria cinematografica. È una cosa stupida, che non mi preoccupa. L'elemento chiave è da che parte stai".
The Old Oak: intervista a Ken Loach
La trama di The Old Oak, dicevamo, racconta l'incontro tra TJ Ballantyne (Dave Turner), il proprietario inglese di un pub, il The Old Oak del titolo, appunto, e una ragazza siriana, Yara (Ebla Mari). La cosa interessante del film è che TJ vuole davvero conoscere queste persone, non le vede come una massa indistinta. È questo il segreto per riuscire a risolvere le tensioni tra autoctoni e migranti?
Per il regista: "È molto importante. Soprattutto nel caso di migranti. Perché sono disperati e hanno bisogno di aiuto. Conoscere chi sono è reso più difficile dalla propaganda dell'estrema destra. Perché l'estrema destra vuole usare i migranti per dividere la classe operaia. Perché se la classe operaia è divisa non rappresenta una minaccia per chi la sfrutta. L'attacco ai migranti ha una funzione politica per i rappresentanti della destra. Li mantiene al potere. È compito della sinistra, di chi vuole una risposta umana, far notare che le persone che arrivano sulle nostre coste sono disperate. Non sono loro ad aver causato il collasso dei servizi pubblici, o la perdita delle case, o il lavoro precario. Queste sono cose endemiche del sistema. Quindi sì, bisogna provare a conoscerli. E conoscere il motivo per cui sono stati costretti ad andarsene. Perché spesso l'Occidente ha avuto un ruolo in questo: il mio paese ha contribuito, con gli Stati Uniti, alla guerra illegale in Iraq. Ha causato un'immigrazione di massa. La colpa è della Gran Bretagna e degli USA: hanno fatto una guerra illegale. Dobbiamo accettare le nostre responsabilità".
The Old Oak, la recensione: l'unione è la forza di una rivoluzione gentile
Ken Loach e il conflitto israelo-palestinese
Yara nel film fa un discorso molto toccante: dice che, quando i governi fanno finta di nulla e si mettono da parte, i regimi prosperano. È ciò che sta accadendo anche oggi con il conflitto tra Israele e Palestina? Per il regista è così: "Penso che tutti abbiano una responsabilità. Tutti: ogni gruppo, individuo, persona ha il diritto di essere protetto dalla legge internazionale e dai diritti umani. E nulla rende immacolati i Palestinesi. Il segretario delle Nazioni Unite ha fatto un discorso molto saggio: l'attacco del sette ottobre, che ha condannato, e sono d'accordo, lo condanno anche io, ma non è arrivato dal nulla, ci sono delle cause. E la causa è la continua oppressione dei Palestinesi. Questa questione si può risolvere con le Nazioni Unite, non dagli Stati Uniti, perché sappiamo da che parte stanno. Le Nazioni Unite dovrebbero intervenire e riconoscere i diritti umani ai Palestinesi e i confini. I loro confini devono essere stabiliti, in modo che possano vivere in pace e con dignità, con gli stessi diritti di qualsiasi altro essere umano. Va eletto un governo, che garantisca pace e sicurezza. E questa è una responsabilità internazionale. Dobbiamo chiedere ai nostri governi di intervenire subito: deve esserci un cessate il fuoco immediato. E poi le Nazioni Unite devono risolvere la questione".
The Old Oak, Ken Loach e l'importanza della memoria storica oggi
Ken Loach e il cinema come impegno politico
Quando qualcuno vuole sminuire il lavoro del regista, dice che i film di Ken Loach raccontano storie di poveri, ma lui non lo è. Come rispondere a chi la pensa così? L'autore inglese non si scompone: "Se pensi che si diventi ricco con piccoli film europei indipendenti non sai molto dell'industria cinematografica. È una cosa stupida, che non mi preoccupa. L'elemento chiave è da che parte stai. Stare dalla parte dei ricchi, di chi sfrutta, dei privilegiati è una scelta. Basta studiare la storia e vedere cosa sta succedendo nel mondo. Pensiamo alla nostra società. Guardiamo la realtà. Se racconti storie del mondo reale hai la responsabilità di capire come funziona. Hai la responsabilità di conoscere la storia. E se sai come funziona, questo deve dare forma alle storie che scegli di raccontare. È un processo".